Covid a Napoli, ricoveri in aumento al Cotugno. Il manager: rabbia per i no vax in terapia intensiva

Covid a Napoli, ricoveri in aumento al Cotugno. Il manager: rabbia per i no vax in terapia intensiva
Martedì 2 Novembre 2021, 13:06 - Ultimo agg. 13:08
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«Il dato che registriamo e che ci lascia sgomenti è che ormai oltre il 93-94% dei ricoverati sono persone non vaccinate, anche giovani. Abbiamo trentenni intubati in terapia intensiva e proprio oggi abbiamo ricoverato in subintensiva un 17enne no vax con una polmonite conclamata. È qualcosa che fa rabbia». Così Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda ospedaliera dei Colli alla quale afferiscono gli ospedali napoletani Monaldi, Cto e Cotugno. Quest'ultimo, specializzato nella cura delle malattie infettive, ha rappresentato e ancora rappresenta la cartina tornasole dello stato della pandemia a Napoli e in Campania, oltre ad essere stato un modello nella gestione dell'emergenza Covid soprattutto nel periodo del lockdown. 

«Premesso che siamo assolutamente in una condizione in cui gestiamo la situazione con serenità - spiega Di Mauro - effettivamente abbiamo un incremento del numero dei ricoveri, di tutte le categorie, sia ordinarie che da terapia subintensiva o intensiva.

Oggi faremo una riunione con il personale per fare il punto della situazione e anticiparci su eventuali ulteriori ampliamenti, sperando che non sia necessario». L'identikit dei nuovi ricoverati è chiarissimo: «Oltre il 93-94% sono persone non vaccinate. I vaccinati anche con doppia dose ricoverati sono soggetti di una certa età, che hanno comorbidità e che in ogni caso sviluppano una patologia che non ha bisogno della terapia intensiva. Abbiamo invece non vaccinati anche trentenni intubati in terapia intensiva. Proprio oggi abbiamo ricoverato un 17enne con una polmonite conclamata '12 su 20' ed è in subintensiva. Abbiamo un dato evidente, cioè che le persone che si ricoverano sono quasi tutte non vaccinate, mi chiedo quindi come sia possibile che ancora oggi ci siano persone che  resistono all'idea di vaccinarsi e che magari mettono in discussione anche l'utilizzo del vaccino».

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Tra i «no vax» ricoverati c'è anche chi ha cambiato idea: «C'erano persone disperate per non aver fatto il vaccino - sottolinea Di Mauro - e molte di loro hanno spiegato di non averlo fatto per tutto quello che si è sviluppato dal punto di vista della comunicazione, si è detto che il vaccino fa male e loro hanno avuto paura. C'è sicuramente chi ha patologie non compatibili con il vaccino e non ha potuto vaccinarsi, ma quello che fa rabbia è chi non ha alcuna giustificazione per non farlo. È impossibile arrivare in ospedale in una condizione di malattia in stato avanzato. Molti tendono anche a rimanere a casa, non chiamano neanche il medico di medicina generale. Arrivano in ospedale solo quando subentra l'insufficienza respiratoria, così ci troviamo davanti a soggetti giovani con una polmonite conclamata». 

Secondo Di Mauro «bisogna insistere sulla vaccinazione, sulle terze dosi, sui soggetti fragili, andare dagli anziani nelle Rsa, andare nelle scuole. E poi, non mi stancherò mai di dirlo e su questo condivido pienamente la posizione della Regione Campania, bisogna continuare ad utilizzare i dispositivi di protezione individuale, le mascherine. Le scene che si sono viste nel centro di Napoli nei giorni del ponte di Ognissanti, fiumi di turisti in strada, parlano chiaro. Non dobbiamo dimenticare che siamo in piena pandemia, quindi dobbiamo continuare a utilizzare la mascherina anche all'aperto, è uno degli elementi di maggiore contrasto all'epidemia», conclude. (Zca/Adnkronos) 

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