Vaiolo delle scimmie, primo caso a Napoli: è di Pozzuoli il paziente zero, ecco quali sono i sintomi

Vaiolo delle scimmie, primo caso a Napoli: è di Pozzuoli il paziente zero, ecco quali sono i sintomi
di Ettore Mautone
Giovedì 16 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17 Giugno, 20:39
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Vaiolo delle scimmie, al Cotugno si registra il primo caso campano. Si tratta di un professionista di Pozzuoli giunto nel pomeriggio di ieri al pronto soccorso del polo infettivologico partenopeo. Vescicole sul cuoio capelluto, febbre a 38 e cefalea i sintomi accusati dall'uomo che inizialmente pensava si trattasse di una varicella non avendo avuto contatti a rischio né viaggiato all'estero di recente. Per scrupolo e per rasserenarsi l'uomo ha poi deciso di mettersi in macchina e di raggiungere il Cotugno. Qui, al pronto soccorso, è stato accolto e visitato dall'infettivolga di turno, Novella Carannante, già in prima linea durante tutta la pandemia, e dalla virologa Claudia Tiberio.

Immediatamente sono stati effettuati tamponi e prelievi e attivato il laboratorio di urgenza per il sequenziamento del virus. Il test ha dato esito positivo per MonkeyPox. Dopo le prime evidenze è stata richiesta la consulenza di Alessandro Perrella che dirige l'unità di malattie infettive emergenti e ad alta contagiosità dell'Ospedale Cotugno. Nel breve volgere di poche ore il Cotugno ha dato ancora una volta prova di efficienza e tempestività: dopo aver effettuato la diagnosi e inquadrato il caso il paziente è stato prima sistemato nell'area codice rosso (in questo caso inteso per il livello di isolamento richiesto più che per la gravità del suo stato di salute: le condizioni dell'uomo, sottoposto a terapia con antivirali e sintomatici sono buone) e poi trasferito in una stanzetta dedicata ad alto isolamento all'interno del reparto di Perrella, degenza già individuata dalla direzione strategica all'interno di un percorso dedicato al vaiolo delle scimmie. Dopo poche ore è arrivata la conferma del MonkeyPox in diagnostica molecolare grazie al kit frutto della collaborazione con lo Spallanzani. I campioni per la conferma e le successive analisi molecolari saranno ora inviati presso gli enti sanitari nazionali. «L'ospedale Cotugno, già dalle prime segnalazioni di MonkeyPox in Europa e in Italia, si è attivato per fronteggiare la gestione di eventuali casi sospetti» dichiara Maurizio di Mauro direttore generale dell'AO dei Colli. «Fondamentale la tempestività che ci ha permesso di effettuare la diagnosi in poche ore e porre in essere tutte le procedure per il tracciamento di possibili contatti», conclude.

L'Europa rimane l'epicentro dell'escalation dell'epidemia di vaiolo delle scimmie con 25 paesi che segnalano più di 1500 casi, ovvero l'85% del totale globale circa una trentina finora in Italia. L'entità di questo focolaio rappresenta un rischio reale: più a lungo circola il virus, più estenderà la sua portata e più forte diventerà il punto d'appoggio della malattia nei paesi non endemici». Questa la dichiarazione del direttore regionale dell'Oms Europa, Henri P. Kluge, che ha aggiunto: «I governi, i partner sanitari e la società civile devono agire con urgenza e insieme per controllare questo focolaio».

Più cauto Perrella che considera allo stato poco probabile un'alta diffusione dell'infezione nel nostro paese sebbene sia necessario tenere alta la guardia. Intanto la Asl Napoli 1 ha allentato il dipartimento di prevenzione per i controlli epidemiologici nella cerchia di amici e familiari del paziente zero. Il fatto che non abbia avuto contatti sospetti indica la presenza di una circolazione virale sommersa. «Come tutte le malattie infettive bisogna sempre avere la massima attenzione», conclude Perrella.

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Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi virale (virus trasmesso all'uomo dagli animali), l'agente infettivo è della stessa famiglia del Vaiolo umano con la cui condivide la similarità della sintomatologia ma clinicamente è meno grave. Segni e sintomi di esordio sono tuttavia simili: malessere generale (febbre, cefalea, dolori muscolari e linfadenopatia) circa 12 giorni dopo l'esposizione. La trasmissione avviene principalmente attraverso grandi goccioline respiratorie e contatti intimi. 

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