Napoli, le mamme di via Foria: «Si spara ogni giorno, i nostri figli a rischio»

Napoli, le mamme di via Foria: «Si spara ogni giorno, i nostri figli a rischio»
di Melina Chiapparino
Giovedì 9 Giugno 2022, 23:00 - Ultimo agg. 11 Giugno, 09:09
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«Napoli come il far west». È così che si sentono i cittadini del centro storico, negli ultimi tempi scenario quasi quotidiano di episodi di sopraffazione, violenza e microcriminalità. La sparatoria dello scorso lunedì, poco dopo le 19, in via Foria, è solo uno degli aspetti dell’emergenza che riguarda l’aumento di «rapine, scippi, aggressioni e, più in generale, la violazione delle regole di convivenza civile», come denunciano i comitati e le associazioni del territorio, preoccupati per «un vero e proprio allarme sociale». 

La sensazione di «abbandono istituzionale» è così forte che i cittadini hanno creato gruppi sui social per tutelarsi come possono, a cominciare dal consiglio di «non trasportare i bimbi sulle spalle, per scongiurare pallottole vaganti in caso di conflitto a fuoco». La zona bersagliata dalla violenza, e sempre più fuori controllo, riguarda il tessuto urbano compreso tra «via Duomo, via Foria, il teatro San Ferdinando, via Cesare Rosaroll, Porta Capuana e l’area dei Tribunali dove, molti cittadini, stanno cambiando le loro abitudini di vita perché si sentono in pericolo» spiegano Vincenzo Papa e Giorgia Velluso, portavoce del comitato “Fatti di napoletani perbene”. «Molti stanno adottando un coprifuoco da autogestione che scatta dopo le 20, per cui se non è necessario uscire o ritirarsi, evitano di trovarsi in strada o di portare a spasso il cane dopo cena perché temono rapine, scippi o, ancora peggio, di ritrovarsi nel bel mezzo di una sparatoria» aggiunge Alfredo Di Cristo che con il “Comitato Lenzuola Bianche” , sta valutando la possibilità di mettere in campo dei “gruppi di monitoraggio del territorio”, una sorta di ronde di vigilanza pacifiche ma con l’obiettivo di fare da sentinella. 

«Dall’anno scorso, nonostante il caldo, siamo costretti a chiudere le finestre per gli schiamazzi notturni, soprattutto su via Foria e via Duomo dove imperversano bande di motorini, noncuranti di sensi di marcia e segnali stradali ma, adesso, in tanti chiudono le finestre per la paura delle pallottole vaganti» puntualizza Giovanni D’Ambrosio che non ha mai avuto una risposta all’esposto con 40 firme di residenti presentato a istituzioni e forze dell’ordine. L’impatto su abitudini e qualità della vita è un limite che «sta facendo la differenza tra cittadini di serie A e B: qui ci sentiamo abbandonati», spiega Velluso, che ha scelto di non accompagnare più il figlio nel centro sportivo a pochi passi dal punto dove è avvenuta l’ultima sparatoria in strada. «Non è accettabile che si arrivi al punto di pensare di comprare un giubbotto anti proiettile o di installare videocamere sul pianerottolo di casa, così come non è l’autogestione l’obiettivo a cui aspirano i comitati che pretendono l’intervento delle istituzioni» chiosa Armando Simeone, fondatore del “Comitato Lenzuola Bianche” e consigliere della quarta municipalità. «Siamo costantemente impegnati in segnalazioni che riportiamo ai commissariati di Polizia di zona con i quali c’è grande collaborazione e disponibilità» precisa Simeone che, pur avendo avuto alcuni incontri in Questura, aspira «al coinvolgimento dei comitati e delle associazioni ai tavoli per l’ordine e la sicurezza pubblica». «Ormai la microcriminalità sta prendendo il controllo del territorio», aggiunge il consigliere che denuncia la mancata attivazione della videosorveglianza. 

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«In zona ci sono circa 52 videocamere non attivate che potrebbero funzionare quantomeno da deterrente e che, soprattutto, sono già installate» conclude Simeone, intenzionato a chiedere un consiglio municipale monotematico sulla sicurezza a cui saranno invitati questore, prefetto e forze dell’ordine. «Vogliamo sapere se qui esiste ancora lo Stato, oppure qualcuno ci dica che il nostro territorio non è amministrato dalle istituzioni e dobbiamo autogestirci» conclude Velluso che - insieme ai portavoce dei due comitati in trincea sulla questione sicurezza - si appella al questore ma non solo. «Vorremmo un incontro per mettere in campo vere soluzioni e chiedere maggiore presenza delle forze dell’ordine in una zona che, per l’emergenza in corso, avrebbe bisogno di operazioni ad alto impatto» tuonano i cittadini dei comitati impegnati anche in azioni di recupero del «decoro urbano e di pulizia di strade, piazze e verde cittadino».  

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