Violenza in famiglia a Napoli: «Il mio uomo mi ha presa a sprangate, ho avuto paura di morire»

Violenza in famiglia a Napoli: «Il mio uomo mi ha presa a sprangate, ho avuto paura di morire»
di Melina Chiapparino
Venerdì 10 Settembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 16:26
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È scoppiata in lacrime mentre raccontava di essere stata colpita con un tubo di metallo dall'uomo che avrebbe dovuto solo amarla e proteggerla. L'ennesima vittima di violenza tra le mura domestiche, è una 46enne originaria di Torre del Greco, picchiata a sangue dal compagno, mercoledì pomeriggio, nel loro piccolo appartamento in via Angelo Camillo de Meis, a Ponticelli. Nonostante le gravi percosse, la donna è riuscita a salvarsi grazie all'intervento dei carabinieri che hanno bloccato il 50enne benché si fosse barricato in casa. 

Poco prima che le urla della vittima allarmassero i vicini di casa, dall'abitazione al piano terra della palazzina in via de Meis, si è sentito un gran trambusto.

Erano circa le quattro del pomeriggio di mercoledì 8 settembre, quando, ai carabinieri, sono arrivate le telefonate degli abitanti che riferivano le grida strazianti di una donna. Qualche istante dopo, sul posto, i militari del nucleo Radiomobile di Napoli insieme ai colleghi di Poggioreale, hanno realizzato una vera e propria operazione di negoziazione con l'aggressore barricato in casa e la porta di ingresso sbarrata per scongiurare qualsiasi tipo di intromissione. Sfruttando una piccola finestra dell'appartamento, che affacciava sulla strada, i militari hanno attirato l'attenzione dell'uomo, cominciando a parlargli. Il 50enne, che nel frattempo puntava un coltello alla gola della compagna, si è agitato, gridando contro i carabinieri e intimando loro di non immischiarsi ma, senza rendersene conto, avvicinandosi sempre di più alla finestra. 

Il colloquio tra l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, e i carabinieri, si è interrotto quando il 50enne, esasperato dalla situazione, ha perso completamente il controllo e, in un impeto di rabbia, ha colpito il vetro della finestra con un pugno. A quel punto, il braccio dell'uomo si è sporto oltre la grata di ferro che proteggeva l'infisso e i militari sono riusciti a intervenire rapidamente, immobilizzando l'aggressore. Mentre i carabinieri afferravano il braccio del carnefice, altri urlavano alla donna di scappare dall'appartamento come, di fatti, è accaduto. Quando la 46enne, è stata tratta in salvo, il compagno ha continuato a urlarle contro e con un frammento di vetro stretto nella mano libera, ha minacciato di uccidersi ma, in una manciata di minuti, è stato completamente immobilizzato dai carabinieri che hanno fatto irruzione nell'appartamento. Subito dopo, la donna è stata soccorsa dal 118 mentre il 50enne, ferito al braccio con il quale aveva colpito il vetro, è stato ricoverato all'ospedale Cardarelli. L'uomo, una volta dimesso, sarà trasferito nel carcere di Poggioreale per i reati di sequestro di persona, lesioni personali aggravate, maltrattamenti in famiglia e resistenza al pubblico ufficiale. 

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«Pensavo di morire quando mi colpiva con il tubo di metallo». Le parole della 46enne, confusa e impaurita, sono state interrotte più volte da un pianto disperato e dal dolore dell'anima che non si può suturare come le ferite che ha riportato alla testa. La donna, assistita mercoledì pomeriggio nel pronto soccorso dell'Ospedale del Mare, è stata dimessa ieri, alle 7 del mattino, perché nonostante il trauma cranico e le numerose contusioni in tutto il corpo, non ha avuto bisogno di altre cure ospedaliere. Stavolta, sul suo referto c'è scritto aggressione e la vittima ha dichiarato di essere stata colpita in testa dal compagno con una spranga metallica e calci e pugni all'addome, ma gli investigatori indagano su alcuni episodi passati e su altri tre ricoveri della 46enne, uno a gennaio e due a marzo, tutti all'Ospedale del Mare e tutti per indicente domestico, causato da una caduta in casa. 

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