Whirlpool, l'ennesima beffa per gli operai napoletani: «No anche alla formazione»

Whirlpool, l'ennesima beffa per gli operai napoletani: «No anche alla formazione»
di Valerio Iuliano
Venerdì 16 Luglio 2021, 00:19 - Ultimo agg. 18:46
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La procedura di licenziamento collettivo è partita ufficialmente ieri. La direzione aziendale di Whirlpool ha inviato alle istituzioni ed alle organizzazioni sindacali le tanto temute lettere, annunciate al tavolo del Mise 24 ore prima. Un atto che sancisce per i lavoratori l’apertura di un lungo calvario. Ma dal governo ribadiscono che la partita non è ancora chiusa. Nella mattinata i lavoratori hanno protestato all’aeroporto di Capodichino, occupando l’area partenze dello scalo. Qualche momento di tensione si è registrato tra un esiguo gruppo di operai e le forze dell’ordine, ma nel giro di pochi minuti è tornato tutto regolare. I metalmeccanici hanno poi manifestato pacificamente all’esterno dell’aeroporto e si sono recati, infine, in fabbrica, dove si è svolta l’assemblea.

Nelle comunicazioni recapitate dall’azienda viene illustrata la procedura di licenziamento e poi vengono elencate le motivazioni della chiusura delle attività. Ma, soprattutto, la multinazionale conferma di non avere nessuna intenzione di «richiedere ulteriori ammortizzatori sociali ordinari e straordinari».

Lo stop alla produzione viene definito “irrevocabile” e «la società - si legge nella comunicazione firmata dall’Ad Luigi La Morgia - non intende presentare domanda di integrazione salariale ai sensi del Decreto Sostegni-bis». Era stato proprio questo l’ultimo strumento a disposizione del governo per tentare di scongiurare la procedura di licenziamento. La proroga di 13 settimane della Cig Covid, prevista per le aziende in crisi, sembrava una carta capace, forse, di modificare - sia pure per un periodo limitato - le intenzioni di Whirlpool. 

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L’allungamento degli ammortizzatori sociali, a carico dello Stato, era l’ultima arma per tentare di scalfire la posizione della multinazionale. «Il progetto di cessazione di attività dello stabilimento di Napoli è da intendersi finale e definitivo» scrive La Morgia nella lettera recapitata a Fiom, Uilm e Fim della Campania, all’ufficio di gabinetto del presidente della Regione e, per conoscenza, ai ministero del Lavoro e a quello dello Sviluppo economico. Whirlpool esclude di «riassorbire il personale in esubero in altre sedi della società». Ma la società si dice «disponibile a valutare insieme alle organizzazioni sindacali e ai ministeri competenti» le «misure sociali che possono essere discusse per ridurre le conseguenze negative per la forza lavoro interessata ed a valutare misure ragionevoli per favorire la ricollocazione dei dipendenti in esubero». «La procedura - aggiunge l’Ad di Whirlpool - ha una durata di 75 giorni, durante i quali i dipendenti del sito di Napoli riceveranno la normale retribuzione. Nessuna lettera di licenziamento sarà inviata dall’azienda ai dipendenti fino al termine della procedura». Nell’arco dei 75 giorni, si cercherà di trovare un’intesa tra le parti sociali e l’azienda. Una possibilità che gli stessi sindacati considerano piuttosto ardua. «Non sono molto ottimista. Ma è possibile che il premier Draghi - spiega il segretario regionale di Fim Cisl Raffaele Apetino - riesca a convincere la multinazionale a ritirare la procedura».

Se non si troverà un accordo, Whirlpool avrà il via libera per i licenziamenti dei 327 operai, di cui 57 donne e 270 uomini. «Il governo - sottolinea il segretario generale della Uilm Antonio Accurso - intervenga subito per fermare questo vile atto di sciacallaggio industriale. La Whirlpool e Confindustria mantengano fede agli impegni sottoscritti».

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