Due anni fa iniziava il sessennio di Matteo Lorito. E domani il rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II vivrà il momento più importante e storico del suo mandato con il taglio del nastro del Complesso Scampia, il campus federiciano di viale della Resistenza atteso da sedici anni.
Rettore Lorito, un'attesa lunga e complicata.
«Che in realtà, ho scoperto che è stata molto più lunga.
Quindi Scampia aspetta l'Università da venticinque anni.
«Esatto, e saperlo da chi in prima persona ha vissuto gli alti e bassi di questo percorso, mi ha emozionato. Il loro entusiasmo di oggi lo comprendo in pieno. E dobbiamo ringraziare chi ha voluto a tutti i costi che a Scampia ci fosse la Federico II. Prima di tutto l'allora rettore Fulvio Tessitore, che già nel 1997 appunto aveva in mente di insediare Agraria e che firmò anche il primo accordo di programma con Comune e Regione per un Polo a San Giovanni a Teduccio sempre in quegli anni. Poi il suo successore, Guido Trombetti, che siglò l'accordo nel 2006, e non ultimi certamente il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Antonio Bassolino, che, proprio come Tessitore, prima da sindaco e poi da presidente della Regione Campania, credette in Scampia e San Giovanni. Ci sarebbero molti altri nomi da ricordare, difficile elencarli tutti ma questo momento storico appartiene anche a loro, io sono solo uno che ha ereditato un progetto e ha l'onore di inaugurarlo».
Come sta vivendo il quartiere questa inaugurazione?
«Con molta emozione e anche lacrime. Come quelle di Flora Agozzino che ha un minimarket proprio di fronte all'edificio ed aspetta da 14 anni l'arrivo dell'Università. Intorno a lei tutte saracinesche abbassate, tanti hanno atteso ma poi hanno chiuso ma rapidamente questi negozi riprenderanno vita, io ci credo. Flora è il simbolo della resilienza di Scampia, rappresenta lo spirito di tutti coloro che ho incontrato nei vari incontri: rappresentanti dei comitati, parroci, associazioni. Chi vive nelle palazzine adiacenti ha vissuto con incredulità l'apertura in tempi rapidi, dopo tanti anni di stallo. E devo dire che ci sono stati tanti scogli burocratici che ci hanno impedito di inaugurare prima. Tra quegli abitanti c'è anche Serena di 5 anni, curiosa di vedere come fosse dentro: l'ho portata con me per una visita esclusiva. Gli occhi esprimevano felicità e stupore, quando le ho detto cosa si sarebbe studiato mi ha confessato: Da grande voglio fare la dottoressa. Glielo auguro di cuore, a lei e a tutti i bambini del quartiere. Complesso Scampia è una bella idea di pochi che è diventata un sogno di tanti ed è una vittoria per tutti».
Prima ha detto che ha l'onore di inaugurare un progetto dei suoi predecessori. Quali sono allora i progetti che vuole realizzare come rettore?
«Prima di tutto sto definendo un ampliamento delle sedi federiciane, in particolare acquisendo nuovi spazi nel Centro Storico e su via Mezzocannone. Però il progetto più ambizioso è la Cittadella della Scienza finanziata dal Pnrr. In parte sarà costituita da un ampliamento della struttura di San Giovanni, dove abbiamo già acquistato due nuove strutture proprio adiacenti al campus e partiremo prestissimo con i lavori, ma la sfida è Manifattura Tabacchi, che sarà il cuore di una Cittadella in cui si farà attività di ricerca e formazione a livello internazionale. Grazie all'opportunità offerta dalla Regione, che ci sostiene con suoi finanziamenti a prescindere dalla legge 338, abbiamo infine già pronti cinque progetti per le Residenze universitarie di cui la Federico II necessita fortemente: alcuni li porteremo avanti rapidamente mentre per altri ci vorrà più tempo».
Ritornando a Scampia, quando ci saranno gli ambulatori per i residenti?
«Molto presto. Stiamo già lavorando alla fase 2 che prevede proprio l'attivazione dei servizi di medicina territoriale ma occorre aspettare la consegna degli arredi sanitari, mentre riguardo il personale, insieme all'Azienda Ospedaliera Universitaria, siamo già pronti. Per gennaio-febbraio dovremmo aprirli. Invece la fase 3, che prevede l'allestimento di laboratori di ricerca all'avanguardia agli ultimi piani dell'edificio, più o meno partiremo verso il secondo semestre dell'anno accademico, quindi marzo. Tra i progetti che partiranno in questo periodo, inoltre, c'è una Academy per il Centro Nazionale di Ricerca per lo sviluppo farmaci con tecnologia a RNA».