Dieci anni di «Grande Progetto Pompei» e 105 milioni di euro spesi: la città archeologica diventa simbolo mondiale della «capacità di spesa dei fondi europei». Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano rivendica con orgoglio il risultato, anzi rilancia chiedendo altre risorse. «Gli italiani - dice - a volte sono autolesionisti. In questo caso dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare, soprattutto a spendere con onestà, con efficacia e con risultati che sono tangibili e che si possono vedere, confermati dalla grande affluenza di pubblico che c'è quotidianamente a Pompei». Il ministro fissa anche i prossimi obiettivi. «Ora ci concentreremo sullo sviluppo della buffer zone», dice. Il riferimento è all'ampliamento della «zona cuscinetto» a Ercolano, Torre Annunziata, Portici, Torre del Greco, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Trecase e Castellammare di Stabia, ampliamento approvato dall'Unesco e che consentirà la valorizzazione, oltre che dei siti archeologici sparsi sul territorio, anche delle Ville Vesuviane del Settecento.
Una programma ambizioso, del quale Sangiuliano ha discusso ieri con la commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, insieme in visita agli Scavi per suggellare la chiusura del «Grande Progetto Pompei», che in dieci anni ha ricevuto 105 milioni di euro di fondi europei. «Grazie a questo finanziamento, compresi i 78 milioni di euro del FESR - dice la commissaria Ferreira - sono stati restaurati 70 edifici, sono visitabili più di 40 ettari del sito, e il sito è ora accessibile alle persone con mobilità ridotta, con un percorso dedicato di oltre 4 chilometri.
Risultati rispetto ai quali il ministro Sangiuliano assicura un ulteriore impegno del governo. «Pompei ha sempre un'elevata affluenza perché è diventato un luogo iconico in tutto il mondo, rappresenta una storia, una identità molto profonda. Il commissario ha potuto toccare con mano che i fondi sono stati efficacemente spesi, hanno riportato Pompei al prestigio che merita e io adesso chiederò alla Ue altre risorse, perché dobbiamo mantenere questa elevata qualità e fare ulteriori opere di valorizzazione. Il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel ha un programma di lavoro che chiederemo di finanziare per portare Pompei sempre più in alto».
Accolti dal sindaco Carmine Lo Sapio, che ha omaggiato la commissaria europea con un crest della città di Pompei, il ministro e la Ferreira sono stati accompagnati da Zuchtriegel nella casa dei Dioscuri, restaurata proprio grazie ai fondi europei, nella casa dei Vettii e nell'Insula Occidentalis. Presenti il direttore generale dei musei Massimo Osanna e il generale Giovanni Capasso, direttore della struttura di supporto attuazione e programmi-unità Grande Pompei.
E con la chiusura del «Grande Progetto», si può passare alla fase successiva, non meno ambiziosa, quella della «buffer zone», ampliata dall'Unesco dopo un iter di dieci anni. Per la realizzazione del piano strategico, nel 2022 è stato sottoscritto il Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) «Vesuvio-Pompei-Napoli» che prevede, per gli interventi già programmati che trovano una cornice unitaria nella nuova «buffer zone», il finanziamento di 20 progetti per un totale di 156 milioni di euro. Per ulteriori 14 interventi, valutati ad alta priorità dal ministero della Cultura, ci sono altri fondi per oltre 70 milioni.