La scalinata della cultura a Napoli: ecco l'opera di La Motta e dei baby-artisti

La scalinata della cultura a Napoli: ecco l'opera di La Motta e dei baby-artisti
Maria Pirrodi Maria Pirro
Lunedì 4 Luglio 2022, 16:56 - Ultimo agg. 20:35
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Loredana Alfano, 9 anni e mezzo, da 5 frequenta il laboratorio d'arte, ma anche Raffaele Grassi, di 12, è un pittore con una certa esperienza. Non l'unico in famiglia: difatti, mostra la scalinata della cultura appena dipinta insieme con i fratelli gemelli Giovanni e Andrea, e con Ludovica Russo che sorride e ha gli occhi chiarissimi; mentre Giuseppe Conte, 12enne omonimo dell'ex premier, spiega di aver colorato («Solo per un giorno») lo sfondo. Lì dove i compagni hanno ricopiato i titoli dei libri e i nomi degli autori pressoché sconosciuti. In tutto, sedici testi per sedici gradini. «La scelta degli scrittori è opera mia», rivendica Paolo La Motta, artista di livello e di infinita semplicità e dolcezza, «il professore», come lo chiamano questi bambini che applaudono e gli stringono le mani in via Cagnazzi, nel momento più emozionante della cerimonia di inaugurazione.

La vernice abbellisce un luogo carico di simboli nel rione Sanità, di fronte alla villa di Ferdinando Russo e accanto alla sede del centro diurno Progetto Oasi.

Lì dove i bimbi, tutti seguiti dall'associazione, si ritrovano sotto questo sole a essere orgogliosi protagonisti dell'intervento di riqualificazione cui attribuiscono definizioni diverse, pertinenti e fantasiose: è la loro Scala dei libri, Libreria in salita, Scala Cagnazzi. Di certo, la prima a Napoli.

Il presidente del parlamentino di quartiere, Fabio Greco, taglia il nastro; Ciro Guida, l'assessore alla cultura della III Municipalità, annuncia ulteriori azioni sul territorio. «Tutto questo dimostra che le sinergie sono decisive e vanno sostenute», afferma il consigliere Carlo Restaino, tra i promotori della collaborazione. Sul posto arriva pure Francesco Emilio Borrelli. «Solo con la cultura possiamo ridurre i dislivelli e quindi le diseguaglianze», sottolinea la coordinatrice della onlus, Pina Conte, e anche lei fa notare che l'attività rientra in un programma più ampio: «In mezzo alla scalinata è collocato il basso di Concetta, al momento chiuso, entro l'anno destinato a diventare una libreria-biblioteca con testi antichi donati dagli eredi di Cagnazzi e volumi contemporanei, tra cui i sedici proposti sui gradini».

Libri immancabili: La livella di Totò, Il Ventre di Napoli di Matilde Serao, La gatta Cenerentola di Roberto de Simone. E poi classici come Martin Eden di Jack London, accanto a Raffaele Viviani, Goffredo Fofi, lo stesso Luca Samuele Cagnazzi. E, ovviamente, la Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani: su una parete della sua scuola di Barbiana c’era scritto grande «I care». «Me ne importa, mi sta a cuore», il monito. Il contrario di «Me ne frego».

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