Massimo Troisi, «Laggiù qualcuno mi ama»: successo a Napoli per l’anteprima del docufilm

Blitz degli anarchici prima della proiezione a Fuorigrotta: faccia a faccia con Martone

«Laggiù qualcuno mi ama», successo a Napoli per l anteprima del docufilm su Troisi
«Laggiù qualcuno mi ama», successo a Napoli per l’anteprima del docufilm su Troisi
di Alessio Liberini
Lunedì 20 Febbraio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 07:21
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Dopo il successo internazionale di Berlino, dove il docufilm «Laggiù qualcuno mi ama» è stato presentato al 73esimo Festival Internazionale del Cinema, domenica sera, nel giorno in cui Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni, la pellicola di Mario Martone ha fatto tappa a Napoli con una speciale anteprima, in attesa dell’uscita nelle sale prevista per il prossimo 23 febbraio.

In un cinema gremito, quello del “The Space” di Fuorigrotta, sono accorsi in centinaia tra anziani e giovani, a testimonianza che Troisi ha saputo andare oltre il suo tempo affascinando curiosi e cinofili di ogni fascia d’età. Le note dell’indimenticabile Pino Daniele hanno così fatto da sfondo all’ingresso in sala degli ospiti presenti per assistere all’anteprima. Tra il parterre tanti volti noti, a partire dai due compagni del trio “La Smorfia”, Lello Arena ed Enzo Decaro, passando per i produttori Mauro Berardi e Gaetano Daniele, lo scrittore Maurizio De Giovanni, l’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, i The Jackal e Anna Pavignano, per anni compagna di vita e di lavoro di Massimo. 

Mentre all’esterno del cinema è andato in scena anche un breve sit-in messo in atto da un gruppo, circa una decina, di attivisti napoletani «per l’abolizione di ergastolo e 41 bis» a sostegno di Alfredo Cospito.

Gli stessi hanno srotolato un grande striscione arancione con su scritto «41 bis tortura di stato» per poi chiedere di incontrare il regista napoletano, Mario Martone, che per qualche minuto si è fermato a parlare con i manifestanti che gli hanno consegnato un volantino in cui si invita la cittadinanza a partecipare ad un presidio promosso per il prossimo venerdì (24 febbraio) a piazza del Gesù, giorno in cui «la corte di Cassazione – si legge sul manifesto distribuito dagli antagonisti all’esterno del cinema – si pronuncerà sul ricorso contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha ristretto il detenuto anarchico al regime di 41 bis».

Prima della proiezione, come richiesto dagli attivisti, è stato lo stesso regista partenopeo a leggere parte del documento alla sala: «Voglio solo informare - ha precisato Martone - la democrazia è dibattito, perché occorre interrogarsi su temi come questo, qualsiasi posizione si abbia».

«Massimo – sottolinea il regista di “Nostalgia” – faceva un cinema che aveva a che fare con la vita e in questo senso si può considerare politico: non perché avesse manifesti o altro ma perché era immerso nella temperie di tutto ciò che accadeva». Ed è proprio nel contesto sociale in cui era immerso Massimo, quello a cavallo tre i ruggenti anni Settanta ed Ottanta, che si apre l’omaggio di Martone per l’indimenticabile comico e regista di San Giorgio a Cremano

 

«I geni – chiarisce Martone - nascono in un contesto, quello della Napoli degli anni Settanta è straordinario: un periodo difficile fatto di scontri e confronti, però è da quella tempesta che sono venuti fuori tantissimi artisti straordinari, a partire da due geni intramontabili come Massimo Troisi e Pino Daniele». «Massimo – ricorda Martone - era un ribelle, un’artista rigoroso, era adorato da tutti senza cercare il consenso per il consenso: seguiva la sua strada coltivando le sue idee sul cinema e sulla vita. È stato un grande attore, tutti lo abbiamo amato per questo, però è bello scoprire anche l’artista meticoloso e anticonformista, quello influenzato dall’epoca in cui ha vissuto».

Per Martone, che nel suo lavoro punta a mettere in risalto il Massimo regista prima del comico che tutti conoscono, l’arte di Troisi si collega con altri importanti autori come quelli della Nouvelle Vague francese e il regista François Truffaut su cui probabilmente si ispira. 

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«Il suo rapporto con l’amore – prosegue Martone – è molto napoletano, Napoli si interroga da sempre sull’amore, però Troisi ha avuto una visione molto moderna anche grazie all’influenza avuta da Anna Pavignano, una torinese che veniva dai movimenti femministi, e quindi proiettava questi discorsi in un mondo che è il nostro».

La testimonianza più significativa del docufilm, prodotto da Indiana in associazione con Vision Distribution e con Medusa Film, “Laggiù qualcuno mi ama”, arriva proprio dalla Pavignano, compagna di Massimo per circa dieci anni, che porta a Martone diversi biglietti ed audiocassette in cui si scoprono scritti ed audio, inediti, di Troisi, mostrati e letti da voci illustri durante tutto il corso della pellicola. «Incontrando Mario – racconta la sceneggiatrice Anna Pavignano – c’è stata la voglia di fargli conoscere anche degli aspetti che io conservavo: sono molto contenta da ciò che è venuto fuori da questo lavoro perché credo che racconti Massimo veramente con grande rispetto e soprattutto con la capacità di riproporlo ai giorni nostri».

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