Napoli, biblioteche comunali: al Vomero si cerca sede, libri nuovi restano imballati

Orari ridotti e altri problemi dovuti alla carenza di personale, ma procede il progetto per creare una casa pubblica della lettura nel complesso di San Domenico Maggiore

Alcuni libri da smistare nella sede del Pan (foto del 22 febbraio 2023)
Alcuni libri da smistare nella sede del Pan (foto del 22 febbraio 2023)
Maria Pirrodi Maria Pirro
Lunedì 6 Marzo 2023, 20:58 - Ultimo agg. 27 Marzo, 03:44
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È l'ora di voltare pagina, letteralmente. Perché libri nuovi restano imballati: mai sfogliati, non in cerca di autore ma di collocazione. Perché la biblioteca dedicata a Benedetto Croce, l'unica comunale tra il Vomero e l'Arenella, continua a essere inaccessibile dal lockdown dell'emergenza Covid. «Non è programmata la riapertura, deve traslocare dai locali di via de Mura (giudicati non idonei): l'obiettivo è farlo in tempi stretti, la soluzione urgente», chiarisce Andrea Mazzucchi, consigliere del sindaco di Napoli sulla programmazione culturale integrata, nonché direttore del dipartimento di Studi umanistici della Federico II. Il docente stimato nel mondo accademico è impegnato a recuperare spazi e lettori che scarseggiano per diverse ragioni. Tra queste, c'è la carenza di personale in organico che rallenta anche le operazioni di sistemazione dei volumi acquistati per altre sedi, sempre con i «finanziamenti Franceschini», e chiusi ancora negli scatoloni.

L'ultimo ordine risale a dicembre 2022, e non tutti i volumi oggi sono negli scaffali: prima vanno registrati nell'inventario al Pan in via dei Mille, poi ritirati dai dipendenti pubblici al lavoro nei quartieri, già insufficienti per rendere operativi ovunque strutture e servizi nel pomeriggio e nei fine settimana. Tante biblioteche comunali hanno orari ridotti, sono off-limits proprio quando gli studenti potrebbero andarci, oppure risultano senza copertura wi-fi, oramai essenziale per effettuare le ricerche; mentre a Cavalleggeri d'Aosta un'altra non funziona per questioni di budget: la "Renato Caccioppoli" è stata dismessa per eliminare un fitto passivo, di 8000 euro al mese, e da via Zanfagna l'intero patrimonio è stato trasferito. Conseguenza: quei testi rischiano di non essere consultati comunque.  

Certo, ci sono eccezioni positive, spesso grazie all'impegno delle associazioni, e idee alternative in campo. Nel complesso San Domenico Maggiore, Mazzucchi immagina una casa pubblica della lettura, con un'offerta completamente diversa. Rendendola più aggiornata, quindi al passo con i tempi e con le richieste. Ad esempio. «Prevedendo tutte le novità editoriali, i volumi di ultima pubblicazione», annuncia il professore universitario, che vorrebbe inaugurare i locali nella primavera del 2024. La spesa per il progetto è di due milioni, possibile anche perché «l'amministrazione, per la prima volta, ha sottoscritto il patto per la lettura», che ha fondi ad hoc e serve a rafforzare il sistema di reti e relazioni sul territorio. «Per la promozione del libro, in qualunque formato».

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