«La Napoli di mio padre», un viaggio nei ricordi per raccontare l'odissea dei migranti

«La Napoli di mio padre», un viaggio nei ricordi per raccontare l'odissea dei migranti
Giovedì 12 Novembre 2020, 19:25 - Ultimo agg. 19:35
2 Minuti di Lettura

S'intitola «La Napoli di mio padre» il documentario realizzato dalla regista Alessia Bottone, ealizzato con materiale di archivio Luce e altri fondi italiani con un inserito video immagini ong Sea Watch. Protagonista Valentina Bellè.premiato al Bellaria Film Festival dalla Giuria presieduta da Moni Ovadia e attualmente selezionato al Festival Cinema e Diritti Umani di Napoli e al Festival Corto Dino di Torre Annunziata. (entrambi i festival si svolgeranno on line causa Covid-19). Il film inoltre è stato selezionato al SediciCorto International Film Festival, al Festival Filoteo Alberini di Orte (Premio Miglior Montaggio e Miglior Sceneggiatura), e al concorso Signs of the Night di Bangkok, al Festival Internazionale Cinema e Donne di Firenze. 

«L'idea del film nasce da due esigenze - spiega Bottone - da una parte la necessità di raccontare, in una storia, il rapporto tra padre e figlia; dall'altra la volontà di focalizzarmi sul tema della fuga, intesa dalla realtà ma anche come mezzo di sopravvivenza per i migranti e i richiedenti asilo.

Il film trae ispirazione da un viaggio a Napoli con mio padre e mio fratello, a bordo di un treno notturno, durante il quale sono finalmente riuscita a capire cosa vedeva mio padre quando, anni prima, si affacciava alla finestra: i suoi ricordi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA