Napoli cala gli assi a Parigi: parte l'«operazione Louvre»

Manfredi nella capitale francese per importare il modello della Biblioteca Albergo dei Poveri

Il festival du Livre
Il festival du Livre
di Maria Pirro
Sabato 22 Aprile 2023, 08:48 - Ultimo agg. 23 Aprile, 10:12
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Napoli cala gli assi a Parigi, un tris straordinario quest'anno: con i suoi scrittori ospiti al «Festival du livre», il ministro Sangiuliano e il sindaco Manfredi insieme nel «gruppo di famiglia» e al taglio del nastro, e i capolavori di Capodimonte in arrivo al Louvre. Senza parlare degli habitué come Toni Servillo, di ritorno a casa dopo lo spettacolo purtroppo interrotto all'Odéon, autore l'amato Giuseppe Montesano. Intorno alla cultura la città gioca la partita più importante, e centrale è l'Albergo dei Poveri, da ripopolare seguendo il modello della Biblioteca nazionale di Francia (ieri il sopralluogo).

Si comincia con l'inaugurazione dei 300 metri quadrati dedicati alla letteratura e alla cultura al Festival du livre, dove l'Italia torna Paese ospite d'onore, dopo 21 anni. È anche merito dei successi nella vendita dei diritti di traduzione dei propri autori in Europa: dal 2001 a oggi, sono passati da 1.800 a 8.586, ovvero «dal 4 al 12 per cento», certifica Ricardo Franco Levi, presidente Aie, l'associazione di categoria. Tra i presentissimi, c'è Giunti, direttore editoriale Antonio Franchini (natali a Napoli), che ha da poco scommesso su Leonardo da Vinci con un romanzo che riscrive le origini e quindi la storia del geniale artista (accolto, poi, in Francia), firmato da Carlo Vecce, professore universitario dell'Orientale. Tra gli scrittori protagonisti, al padiglione italiano si vedono il premio Strega Mario Scurati ed Erri De Luca e alla Sorbona sono attesi per i dialoghi Maurizio de Giovanni, Elisa Ruotolo e Chiara Valerio.


Per Napoli, un altro momento clou è la visita nella straordinaria Biblioteca nazionale di Francia, sede Richelieu. Con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, orgogliosamente di via Foria, e il sindaco Gaetano Manfredi fianco a fianco: pronti a studiare cosa trasferire nell'Albergo dei Poveri da restaurare con 130 milioni.

Al sopralluogo anche l'amministratore delegato di Invitalia, Bernando Mattarella.

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«La Biblioteca parigina non è solo un luogo destinato alla conservazione dei libri», ragiona il ministro. «Non è un posto impolverato, statico e fermo nel tempo, ma un centro di vita culturale dinamico, con sale multimediali, sale conferenze, aree di incontro: uno spazio dove i giovani possono stare insieme, dialogare, crescere. Questo spirito vitale è lo stesso che anima il progetto dell'Albergo dei Poveri (che ospiterà anche opere oggi nei depositi del Mann, il museo Archeologico nazionale di Napoli, ndr)», aggiunge Sangiuliano. Con Manfredi è luna di miele. «Napoli è protagonista dello scenario culturale ben oltre i suoi confini», manda a dire il primo cittadino. «A Parigi in queste ore è cominciato un lungo periodo che vede le diverse espressioni artistiche della nostra città al centro dell'attenzione mondiale», quindi indica la vetrina degli scrittori napoletani, il modello Biblioteca-Albergo dei Poveri, e la mostra di Capodimonte al Louvre. «Tutti fattori che confermano la grande attrattività di Napoli e premiano il lavoro che stiamo portando avanti in sinergia con le altre istituzioni nazionali e locali», sottolinea Manfredi.

Al Louvre l'appuntamento è fissato per il 7 giugno. Con «Naples à Paris», tre esposizioni e un allestimento d'eccezione. Nel Salon Carré, nella Grande Galerie e in Salle Rosa. Ma anche nella Salle de l'Horloge, dove i capolavori partenopei saranno sistemati accanto agli altri della collezione permanente. Per sei mesi, ammirati da 30.000 visitatori al giorno. Focus sulla pittura italiana dal XV al XVII secolo, con 33 dipinti delle 60 opere in prestito: Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Carracci, Guido Reni, Michelangelo. E Masaccio, simbolo del Rinascimento ma assente nel museo francese. Molto apprezzati Parmigianino e Jusepe de Ribera. Curatori: Sébastiuen Allard, direttore del dipartimento Pitture del Louvre, e Sylvain Bellenger, direttore del museo di Capodimonte. Alla mostra si aggiungeranno eventi diffusi di musica e cinema («Con l'esibizione di musicisti della nuova generazione, come Liberato», anticipa Manfredi), altro modo per rinsaldare legami antichi tra le due città. «Sono ormai noti i rapporti già nella seconda metà dell'Ottocento», chiosa Sangiuliano ricordando la partecipazione di Giuseppe De Nittis, Domenico Morelli, Vincenzo Gemito alle Esposizioni universali cui si deve la costruzione della Tour Eiffel. «Ma anche noi napoletani siamo contaminati dalla Francia, perché abbiamo avuto due sovrani transalpini: Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat», riconosce Sangiuliano a proposito delle tante connessioni, «che sono nella storia». E fa propria la tesi di Stendhal sulle due vere capitali di Europa: Napoli e Parigi.

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