Napoli, l'étoile dell'Opera ucraina al San Carlo: «Danzo per la pace, il cuore è a Kiev»

Napoli, l'étoile dell'Opera ucraina al San Carlo: «Danzo per la pace, il cuore è a Kiev»
di Ida Palisi
Venerdì 18 Marzo 2022, 07:34 - Ultimo agg. 17:48
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Alle domande politiche preferisce non rispondere. È troppo complicato per lei, dice, figlia unica di un militare di carriera a Kiev, che l'ha spinta ad andare via subito, non appena è iniziata la guerra. Bionda, occhi azzurri, viso e voce molto dolci, Anastasia Gurskaya ha solo ventun anni, fa la ballerina da quando ne aveva dieci ed è già una stella: diplomata nel 2018 alla State Choreographic School, dal 2021 è la prima ballerina dell'Opera Nazionale Ucraina, nella capitale. È riuscita a scappare a pochi giorni dall'inizio dei bombardamenti e il suo debutto in Italia sarà per il Ballet for peace, il Gala organizzato dal Teatro San Carlo su iniziativa di Alessio Carbone, ancien premier danseur dell'Opera di Parigi, che il 4 aprile vedrà insieme primi ballerini ucraini e russi, con colleghi provenienti dai teatri europei e americani. Abbiamo raggiunto la Gurskaya al telefono, a Madrid.

Anastasia quali sono gli ultimi ricordi del suo Paese?
«È stato molto difficile per me cambiare la mia vita totalmente, da un giorno all'altro.

Sono figlia unica, vivevo a Kiev con mio padre e mia madre, ancora non ci credo, ho come la sensazione che sia solo un incubo. Il mio ultimo ricordo è la paura, soprattutto di non vedere più la mia famiglia e la casa. I miei genitori sono lì, mio padre sta combattendo».

Come è riuscita a scappare?
«Quando abbiamo capito che la guerra era ormai una realtà, sono andata con mamma in una cittadina nell'ovest dell'Ucraina dove vive mia nonna, e da lì poi ho raggiunto in autobus il confine con la Polonia. Mi sono imbarcata da Cracovia per Madrid, rispondendo a un invito del teatro nazionale spagnolo che non mi ha offerto un contratto nella compagnia di ballo ma l'ospitalità e la possibilità almeno di allenarmi tutti i giorni».

In Ucraina non riusciva più?
«No, ero chiusa in casa dalla mattina alla sera ormai. I miei genitori mi hanno sempre incoraggiata a fare la ballerina e non hanno voluto solo sottrarmi alla guerra ma anche aiutarmi a continuare nel mio lavoro, che a Kiev in questo momento non è possibile. E per una ballerina stare ferma è terribile, è come morire».

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Che cosa farà adesso?
«Per il momento resto a Madrid, poi verrò a Napoli e ne sono felice, non sono mai stata in Italia. Dopo il San Carlo il 7 aprile andrò a Milano per un altro spettacolo come quello organizzato da voi».

Cosa pensa della decisioni di teatri come La Scala di allontanare gli artisti russi?
«Credo che sia il loro modo per esprimere una posizione chiara sulla Russia».
Quali sono i reali rapporti tra di voi? È un sodalizio vero o solo simbolico?
«Non so rispondere davvero a questa domanda. La situazione è difficile e non ci giurerei che ci sia una reale amicizia».

Il balletto servirà a favorire la pace?
«Ho sempre creduto che la funzione dell'arte sia di distogliere almeno per un po' dai problemi, e incoraggiare le persone ad amare e apprezzare la vita. Anche questa volta credo che sarà un messaggio importante per tutte le persone che stanno aiutando l'Ucraina e anche per quelle che sono lì».

Che significato avrà danzare al Gala?
«È una specie di missione. Ho la possibilità di sostenere il mio Paese natale, è un onore per me fare qualcosa che può aiutare l'Ucraina e le persone che vi sono rimaste».

Quali sono gli aiuti concreti che possiamo dare?
«Di qualsiasi tipo: di supporto morale e materiale, donazioni per il nostro esercito, aiuti umanitari per i civili. Ma è d'aiuto anche riporre fiducia nel nostro esercito eroico che protegge la nostra terra pacifica».

Come vede il futuro del suo Paese?
«Penso che l'Ucraina sarà più forte e migliore, sono onorata di essere ucraina. Credo e spero in un futuro migliore».

Lei ci tornerà?
«Non lo so, all'inizio volevo tornare subito ma ora non so dove mi fermerò per la mia vita e il mio lavoro, mi rendo sempre più conto che le cose seguono un corso inaspettato e molto imprevedibile».

Il San Carlo ha appena annunciato che avrà una compagnia stabile. Le piacerebbe farne parte?
«Quando Alessio Carbone mi ha chiamato per partecipare al Gala ne sono stata entusiasta e credo che sia anche una bella opportunità per la mia carriera. E quindi: certo che mi piacerebbe fare parte della compagnia del San Carlo! Sarebbe una bellissima esperienza».

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