Sorrentino, set lungomare di Napoli: spunta anche un cadavere

Il regista allunga le riprese fino al 31 agosto

Sorrentino sul set
Sorrentino sul set
di Alessandra Farro
Martedì 22 Agosto 2023, 10:10 - Ultimo agg. 12:34
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Delimitata da transenne in plastica blu, avvolta da un caldo torrenziale, via Caracciolo ieri è rimasta deserta per tutta la giornata, sorvegliata ad ogni angolo dalla troupe di Paolo Sorrentino, che, in t-shirt bianca e pantaloncini cargo, girava quello che doveva essere l'ultimo ciak in città di "Untitled". Doveva perché, probabilmente, il set napoletano continuerà fino al 31 agosto, prima che la troupe si sposti a Capri in settembre per ultimare poi le riprese a Genova per riprodurre alcuni dettagli di una Napoli antica.

Dopo le scene della settimana scorsa, il corteo funebre a seguito di una carrozza trainata da cavalli neri, capeggiato dai due giovani attori alle prime armi, protagonisti della storia, e il passaggio del camion con gli spray per la creolina anticolera sul tettuccio, il regista è tornato a girare sul lungomare riportato indietro nel tempo, agli anni Settanta.

Anche questa volta, il set risultava blindatissimo: non c'era alcun modo di avvicinarvisi né via terra né via mare. La schiera di ragazzi dispiegati dal regista era inespugnabile, a bordo di scooter e bici, armati di cappellini e bottiglie d'acqua, mentre le boe rosse a largo di lido Mappatella limitavano la zona costiera.

In un silenzio religioso, sull'asfalto cocente, un camion della nettezza urbana arancione e giallo, di quelli che si vedevano in città negli anni '70, ha sfilato ripetutamente, solitario e lento. Il regista napoletano osservava le riprese da un monitor, all'ombra di grandi ombrelloni neri per proteggersi dal sole rovente insieme ai suoi assistenti, sul marciapiede adiacente alla villa comunale, dove il camion arancione era rimasto parcheggiato per giorni, in attesa del suo momento di celebrità.

Anche la spiaggia all'altezza della rotonda Diaz era deserta per consentire le riprese del film. Mentre il furgone si fermava in mezzo alla strada, dal mare spuntava una canoa bianca, e a manovrarla un signore in costume che si avvicinava lentamente verso la riva. Sorrentino abbandonava la sua postazione vicina ai computer e si abbarbicava sugli scogli, seguito dai macchinisti, per riprendere la scena da vicino.

Un dettaglio balzava agli occhi: le scope del netturbino lasciate sul muretto antistante, come si usava fare anni fa, ma dell'attore nel ruolo del netturbino nessuna traccia.

In lontananza, due comparse in divisa da poliziotti aspettavano solerti, tra un caffè al bar e una chiacchiera all'ombra degli alberi, il momento di entrare in scena, quello in cui tra la sabbia e l'asfalto di via Caracciolo spuntava un cadavere, forse quello protagonista del funerale girato la scorsa settimana. Intanto, sulla piccola lingua di spiaggia della Colonna Spezzata, che non era delimitata dalle transenne del set, si affollavano napoletani e turisti, alcuni incuriositi dalle riprese, molti alla disperata ricerca di refrigerio.

Strisciavano sotto la rete metallica in cima alle scale, lì dove spunta una piccola fessura, e si gettavano nella zona interdetta incuranti del cartello che vieta la balneazione. Era l'unico accesso al mare di via Caracciolo a cui potevano ambire durante le riprese i bagnanti, in aperta protesta con il regista. Ieri pomeriggio, tra gli enormi furgoni cinematografici parcheggiati lungo la Riviera di Chiaia, è spuntato un cartello: «Non è "Mare Fuori"», scritto a penna dai costumisti stufi di chiarire ai tanti fan della serie che il set in cui inciampavano non apparteneva alla fiction Rai di successo.

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