Presepe favoloso a Napoli, dalla sirena al monaciello: le statuine più strane e belle

Presepe favoloso a Napoli, dalla sirena al monaciello: le statuine più strane e belle
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 28 Dicembre 2021, 12:15 - Ultimo agg. 25 Marzo, 19:37
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Partiti da Oriente, dove sorge il sole, i Re Magi sono raccontati con le parole del maestro Roberto de Simone. «Rappresentano il viaggio notturno dell’astro, che termina lı dove si congiunge con la nascita del nuovo sole bambino». Gaspare, Melchiorre e Baldassarre sono tra i protagonisti nel presepe allestito nella basilica del rione Sanità a Napoli. Con Pulcinella, lo Scartellato, Eduardo De Filippo e Totò, un bambino nero come Ciro, figlio della guerra, o lo scugnizzo ricciolino che ricorda tanto Maradona. Con il lupo mannaro, Peppiniello il giullare del quartiere, la donna nuda che fa il bagno dietro la finestra. Con San Nicola al posto di San Gennaro e tanti altri personaggi che rimandano alla tradizione centenaria, al Vangelo in dialetto e alle incredibili leggende legate alla città. Nei volti e nei tessuti, la ricerca è sottesa: si vede la passione dei fratelli Scuotto, gli artisti che hanno voluto donare l'opera in occasione dei 25 anni di attività della bottega La Scarabattola. La lora storia straordinaria, creata da zero e sostenuta da padre Antonio Loffredo, viene presentata con orgoglio dai ragazzi della Paranza che vivono in zona e spiegano che la scenografia è di Biagio Rosciano (anche lui del rione Sanità) e accompagnano  i turisti anche nelle visite guidate all'interno delle catacombe di San Gaudioso. Lungo il percorso, è possibile soffermarsi ad ammirare i dettagli, andare alla scoperta di statuine note e persino sconosciute o rappresentazioni insolite come la parabola dei ciechi di Bruegel (il dipinto è esposto al museo di Capodimonte): il Mattino.it ne ha scelte 10, dieci figure illustrate. 

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Si comincia dalla zingara che compare nel presepe napoletano come personaggio profetico, paragonabile alle sibille. Non lontano dalla Natività, tra le mani ha un cesto che contiene una pinza, alcuni chiodi e un martello, oggetti metallici che annunciano il martirio del Cristo. In alto, a sinistra della grotta posta in basso, come prevede la composizione popolare, il diavolo è incatenato: così il male, palese o nascosto, con le sue sembianze terrificanti è presente sulla scena, ma annichilito dalla nascita del Salvatore.

Ecco gli angeli, di bellezza teatrale. Tra loro, la "Gloria del Padre" regge una pergamena, la "Gloria del figlio" un incensiere, mentre l’angelo dello Spirito Santo suona la tromba. La "lavandara" è nei pressi della fontana, dove rende lindi i teli usati per il parto. Secondo la spiegazione indicata nella guida che si può scaricare sul posto tramite il Qrcode, il richiamo è alla pulizia dei peccati degli uomini cui Cristo è destinato e, nello stesso tempo, il bianco esalta la purezza candida del Redentore. I guappi che si affrontano in duello evocano, invece, un rituale antico per sistemare i contrasti, ma senza mettere a repentaglio la vita: i coltelli hanno una protezione di sughero che lascia scoperta soltanto la punta. Omicidi impossibili. Tra sacro e profano, il piccolo nano con la tonaca richiama alla leggenda del “monaciello”, che appare nelle case dei napoletani (e anche nel film candidato agli Oscar di Paolo Sorrentino). 

Il femminello è tra gli ultimi arrivati nel presepe degli Scuotto, per la precisione nel 2005, in occasione della mostra “Il mondo sospeso”. Ha il compito di ravvivare la tombola: per questo, è presentato con panierino e numeri. Mamma Sirena colpisce più di tutti: intrappola con sette catene una giovane donna, Anella, gettata dalla matrigna nelle acque incantate. Ma Aniello, il fratello della malcapitata, in accordo con un re riesce a ingannarla per guadagnare la fuga. Non ultima, Maria ‘a Purpettara. La venditrice di polpette compare in sogno ai mariti infedeli: li obbliga a mangiare il cibo avvelenato che procura dolori paragonabili a quelli delle doglie. E non manca Giacomino, incarnazione della purezza nella realtà, a 79 anni scomparso proprio in questi giorni. Quasi calvo, con il naso e il mento appuntiti e le orecchie di dimensioni giganti, il pastore più amato sembra perdersi nei vicoli, tra le altre figure. Ma questa è un'altra storia. 

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