Sorrentino: «La mia Napoli anni '80? Ho scavato tra i ricordi»

Sorrentino: «La mia Napoli anni '80? Ho scavato tra i ricordi»
di Diego Del Pozzo
Sabato 20 Novembre 2021, 12:43 - Ultimo agg. 21 Novembre, 09:30
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Accanto ai bravissimi Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri c'è un'altra protagonista che Paolo Sorrentino ha voluto collocare al centro del suo magnifico nuovo film «È stata la mano di Dio», da mercoledì nei cinema e poi su Netflix dal 15 dicembre. Si tratta di Napoli, dove il regista è tornato a girare vent'anni dopo l'esordio di «L'uomo in più».

Sorrentino ha ripescato dalle memorie personali e ricostruito senza badare a spese la Napoli degli anni Ottanta: «Sono andato a cercare i luoghi nei quali sono cresciuto. Così, quella del film», ha spiegato, «è una città legata all'onda dei miei ricordi, più che al presente. E questi ricordi ritrovano corpo proprio nei luoghi del cuore, a partire dall'appartamento della famiglia Schisa-Sorrentino in via San Domenico, al Vomero, dove cresce il sedicenne Fabietto, l'alter ego filmico del regista da ragazzo. Per la verità, come precisato dallo stesso Sorrentino, «abbiamo girato nel palazzo dove abitavo da ragazzo, ma nell'appartamento del piano di sopra rispetto a quello della mia famiglia». Il giovane protagonista va a scuola all'istituto Don Bosco, ricostruito nel cortile della caserma Cavalleri di San Giorgio a Cremano, mentre il papà Saverio di Servillo lavora al Banco di Napoli, ripreso direttamente nella sede centrale di via Toledo.

Tra Roccaraso e Castel di Sangro, in Abruzzo, è girata invece la parte del tragico incidente che, nella primavera 1987, portò via entrambi i genitori al futuro cineasta.

L'immersione nella Napoli anni Ottanta è totale, fin dalle suggestive sequenze iniziali nelle quali piazza del Plebiscito è riportata a quando era un enorme parcheggio per auto e veniva attraversata, dal lato di palazzo Reale, dai bus del trasporto pubblico locale. Le luci che illuminano la notte, il suono dei clacson, il caos tutt'intorno provocano negli spettatori che ricordano quei tempi un primo shock sensoriale, reso ancora più forte subito dopo dalla scena quasi onirica nel cortile di palazzo Zapata, a piazza Trieste e Trento, dove la Patrizia di Luisa Ranieri viene condotta a incontrare il misterioso «munaciello».

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Nella stessa zona del centro sono girate anche le sequenze nella galleria Umberto I, dove il giovane Fabietto-Paolo ha il primo, folgorante incontro con la magia del cinema, passeggiando ai margini di un set di Antonio Capuano, il regista (interpretato da Ciro Capano) che all'epoca fu mentore di Sorrentino. Proprio al personaggio di Capuano è affidato uno tra i culmini emotivi del film: l'intenso e brutale faccia a faccia con Fabietto, prima tra le suggestioni notturne dei Campi flegrei e nella Piscina Mirabilis e poi su uno scoglio del mare di Posillipo, dove lo stesso Capuano era solito fare il bagno anche in pieno inverno. Poco prima, Fabietto insegue il regista che di lì a poco girerà «Vito e gli altri» all'uscita dalla Galleria Toledo, il teatro dei Quartieri spagnoli che nella realtà dal 1991 fa da riferimento nell'intreccio tra nuove drammaturgie e linguaggi audiovisivi, come il vicino teatro Nuovo dal 1985. Sempre a proposito dell'incontro col cinema, le sequenze dei provini di Fellini a Napoli sono girate negli uffici dell'università Federico II a Porta di Massa.

Per ricostruire la sua Napoli della memoria e del cuore, Paolo Sorrentino e la produzione Netflix / The Apartment si sono avvalsi del supporto della Film Commission regionale e dell'ufficio cinema comunale. Per esempio, per accedere allo stadio San Paolo, oggi intitolato a Diego Armando Maradona, e al Collana. Nell'impianto del Vomero è girata la scena dell'allenamento dello stesso Maradona, con i fratelli Marchino e Fabietto che parlano di perseveranza e talento. Lo stadio di Fuorigrotta, invece, è tornato agli anni Ottanta grazie al digitale. Lo scenografo Carmine Guarino ha prima trovato una pista da atletica il più possibile simile a quella dell'epoca, poi uno stadio con la stessa conformazione del campo. Quindi, l'intero San Paolo è stato ridisegnato in 3D, dalle gradinate alle piste alle tribune, per poi sovrapporre quelle immagini sulle riprese originali.

Le sequenze notturne di Fabietto in moto in compagnia dell'amico contrabbandiere Armando (Biagio Manna) sono filmate nel porto, all'altezza del molo del Carmine, mentre il bagno che i due fanno a Capri (dopo una nottata nella piazzetta deserta) è girato in costiera amalfitana, nella splendida Grotta dello smeraldo a Conca dei marini, dove è ricostruita la Grotta azzurra. Sempre tra costiera e penisola sorrentina, si ambienta tutta la parte chiassosa e divertente della vacanza della famiglia Schisa con parenti e congiunti, in una tenuta panoramica tra Agerola e Vico Equense e poi in mare al largo di Massa Lubrense. Mentre il simbolico tragitto in treno verso Roma e verso il cinema chiude il film sulle struggenti note della «Napule è» di Pino Daniele.
 

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