Autonomia differenziata, Napoli prepara la risposta: sindaci in piazza il 17 marzo

«Uniti e Uguali», pronta la grande manifestazione del Sud in piazza del Plebiscito

I sindaci in piazza il 17 marzo
I sindaci in piazza il ​17 marzo
di Marco Esposito
Venerdì 3 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:03
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La reazione allo strappo di Roberto Calderoli sull'autonomia differenziata passa da Napoli. Avrà come protagonisti i sindaci e si terrà in una data simbolo: il 17 marzo, la giornata in cui si celebra l'Unità nazionale. Il luogo è ancora da definire ma si sta valutando Piazza Plebiscito. Titolo: «Uniti e Uguali».

Che il momento sia pesante è chiaro dalle parole non ordinarie pronunciate ieri sera dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: «Noi dobbiamo salvaguardare il Paese e l'interesse del Paese - scandisce -. Non ci può essere una riforma solamente politica che tocca quelle che saranno le future generazioni. Bisogna difendere l'interesse nazionale e l'equità. Ci sono valori costituzionalmente riconosciuti che sono l'eguaglianza dei servizi, l'eguaglianza della sicurezza». Poi, con riferimento all'inchiesta del Mattino sulle 500 funzioni statali che secondo il ministero degli Affari regionali le Regioni possono chiedere, Manfredi aggiunge: «Sento nelle materie che vengono declinate tra quelle che possono essere devolute alle Regioni la sicurezza dei cittadini, il futuro dei nostri figli. Insomma mi sembra una strada non giusta per il Paese». Quindi la stoccata finale: «Ognuno di assumerà le proprie responsabilità davanti alla Storia e ai cittadini».

Molto dura anche la nota della Campania sul voto di ieri a maggioranza in Conferenza delle Regioni: «Le Regioni con governi di centrodestra hanno votato un disegno di legge contro il Sud e contro la Costituzione.

Hanno votato contro la bozza la Campania, l'Emilia Romagna, la Toscana e la Puglia, ribadendo che prima di tutto occorre garantire diritti basilari, universali ed essenziali in modo uniforme a tutti i cittadini italiani. Amareggia - prosegue l'istituzione guidata da Vincenzo De Luca - che le altre Regioni del Sud, con governo di centrodestra, abbiano fatto prevalere logiche di partito, allineandosi alle posizioni leghiste e nordiste, a danno delle comunità meridionali».

A promuovere l'iniziativa di Napoli del 17 marzo, 162esimo anniversario dell'Unità d'Italia, è Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti (Bari) e coordinatore della Rete di sindaci del Sud. La manifestazione inizierà alle 17:30 e coinvolgerà sindaci, associazioni di categoria, cittadini. «Siamo in contatto - conferma il presidente di Anci Campania, il sindaco di Caserta Carlo Marino - ed è chiaro che il 17 marzo parteciperò. Su tale questione i sindaci del Sud sono compatti al di là del colore politico. In Conferenza delle Regioni a dire di no sono stati solo gli enti governati dal centrosinistra. Ma le Anci regionali non fanno distinzioni di bandiera. Noi della Campania come la Sicilia, la Calabria, la Basilicata e così via abbiamo approvato il medesimo documento».

In particolare la Sicilia, dove dopo il cambio di amministrazione di Palermo prevalgono amministrazioni di centrodestra, è stata chiarissima a manifestare la propria contrarietà, con un intervento in Anci nazionale del neo presidente Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, località in provincia di Siracusa.

La preoccupazione dei sindaci in effetti (anche di tanti sindaci del Nord) è di essere schiacciati da un centralismo regionale. «C'è indubbiamente un nodo Sud - spiega Marino - perché con lo schema di Calderoli se va bene si cristallizzano i divari e se va male aumentano. Non a caso nel documento chiediamo la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e, soprattutto, il loro pieno finanziamento. Però c'è una questione più complessiva di architettura istituzionale. Non si può discutere un tema di tale portata tagliando fuori un pezzo importante della Storia del Paese, i Comuni. Perciò a Caserta a metà mese, lunedì 13 marzo, terremo un consiglio comunale aperto al quale abbiamo invitato tutti i parlamentari che rappresentano il nostro territorio. Perché sarebbe un errore incasellarsi in un confronto o peggio uno scontro fra destra e sinistra. Si sta discutendo dell'interesse nazionale. Si pensi solo alla scuola: davvero - prosegue il primo cittadino di Caserta - vogliamo che l'istruzione sia spezzettata con programmi di studio regionali? Il risultato lo immagino già, sarebbe quello che oggi si prova quando si va a Bolzano».

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Il ruolo dei Comuni è argomento caro anche a Clemente Mastella, sindaco di Benevento e da tempo paladino delle specificità territoriali. «I sindaci - afferma - sono contrari al doppio centralismo: quello nazionale e quello regionale. Per questo ho proposto e mi auguro di essere ascoltato un'assemblea di Regioni e Comuni sull'autonomia differenziata per trovare intanto un equilibrio fra noi». Mastella prevede di essere anche lui a Napoli, il 17 marzo. «Ci sono iniziative un po' estemporanee, in questa fase, ma tutte possono essere utili. Mi hanno invitato e ci sarò senz'altro».

Ma c'è anche chi va oltre e inizia a paventare la secessione del Sud, come l'europarlamentare sannita Piernicola Pedicini, iscritto all'Efa (European free alliance) la stessa compagine degli indipendentisti fiamminghi, scozzesi, catalani o corsi: «Oggi prendiamo atto - dichiara il segretario del movimento Equità territoriale - che ci sono governatori del Sud pronti a svendere la propria terra e la propria gente. Ed è anche ai loro cittadini che rivolgiamo il nostro appello a unire le forze. Ci faremo trovare pronti, quando il Nord intenderà staccarsi una volta per tutte, a chiederla noi la separazione». 

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