Banche di credito cooperative, il Consiglio regionale della Campania: «Più sostegno»

Soddisfatto Amedeo Manzo, presidente della Federazione delle Banche di comunità Campania-Calabria

L'aula del consiglio regionale
L'aula del consiglio regionale
di Valerio Iuliano
Martedì 6 Dicembre 2022, 11:00
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Il Consiglio regionale della Campania si schiera al fianco del credito cooperativo. Un ordine del giorno firmato all'unanimità da tutte le forze politiche impegna la giunta regionale a sostenerne il ruolo fondamentale per la promozione dello sviluppo locale.

Soddisfatto Amedeo Manzo, presidente della Federazione delle Banche di comunità Campania-Calabria, che sottolinea l'approvazione dell'odg da parte dei capigruppo consiliari, come un segnale del riconoscimento delle banche di credito cooperativo «quali istituti finanziari di prossimità territoriale ispirati a principi e valori mutualistici. Un'iniziativa che va nella direzione del sostegno al territorio campano, al tessuto economico e a tutti i cittadini». Sono 11 le Bcc che hanno la sede legale in Campania, con 153 sportelli diffusi sul territorio e con la presenza in 112 comuni, «in 56 dei quali - riprende Manzo - sono l'unica presenza bancaria. Le Bcc rappresentano un modello di banca attento alla redditività sociale mantenendo anche negli ultimi anni di congiunture difficili il presidio locale al servizio della clientela con un ruolo attivo a favore dello sviluppo delle economie locali, dell'inclusione, della promozione della stabilità e della concorrenza». Il leader della Bcc di Napoli cita, a questo proposito, la funzione di sostegno delle imprese svolta dalla rete delle banche di comunità nelle fasi di crisi economica, con le Bcc meridionali protagoniste «del finanziamento dell'economia reale sia durante il periodo della doppia recessione (2008-2013) che negli anni successivi segnati dalla grave emergenza pandemica. La finanza mutualistica reinveste il risparmio sul territorio in cui è stato raccolto (il 95% degli impieghi deve essere erogato nell'area di competenza della Bcc). Le banche di credito cooperativo per la loro vocazione di istituti a stretto contatto con le comunità locali possono svolgere un ruolo privilegiato di raccordo con i territori per attività di particolare rilievo quali l'accesso all'edilizia sociale, credito alla piccola imprenditoria, sostegno alle comunità energetiche, valorizzazione dei piccoli borghi nelle aree interne». 

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Ma sulle Bcc gravano normative europee che le penalizzano, secondo Manzo. «Le potenzialità operative delle Bcc sono negativamente limitate da un regime di controlli iperburocratico del tutto incoerente con le caratteristiche degli istituti mutualistici e di prossimità.

Tali limitazioni discendono da una normativa europea che impone adempimenti burocratici del tutto inappropriati per banche con una simile dimensione. Tali criticità non si verificherebbero se le stesse Bcc non fossero attualmente qualificate dalle norme dell'unione bancaria quali banche significant, ovvero significative sotto il profilo del rischio, a causa di una illogica disciplina prevista dalla Bce, secondo cui anche le banche less significant, con un'attività inferiore ai 30 miliardi, che fanno parte di un gruppo significant, vengono classificate come tali». Manzo auspica quindi un'iniziativa volta a superare questa disciplina giuridica e finanziaria per valorizzare appieno l'apporto delle Bcc allo sviluppo economico locale, impegnando la giunta a farsene carico «anche nei confronti del governo nazionale e del Parlamento per sollecitare una modifica in sede europea dell'attuale regime giuridico delle Bcc». 

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