Comunali a Napoli, Manfredi lavora per ampliare l'alleanza: «Ora incontrerò D'Angelo»

Comunali a Napoli, Manfredi lavora per ampliare l'alleanza: «Ora incontrerò D'Angelo»
di Luigi Roano
Giovedì 8 Luglio 2021, 11:00
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«Con Sergio D'Angelo ci incontreremo nei prossimi giorni e valuteremo se i nostri programmi sono comuni. Lui rappresenta una parte importante della città e credo che ci possano essere dei motivi di convergenza per rafforzare la nostra coalizione e per andare insieme». Così Gaetano Manfredi, candidato sindaco per centrosinistra e M5S. Il professore lancia probabilmente l'ultimo appello a Sergio D'Angelo il manager di Gesco, il cui tira e molla sul ritiro da candidato al Comune per rientrare nel centrosinistra - nei sondaggi che non sono la Bibbia ma evidenziano comunque una tendenza è il fanalino di coda - sta iniziando a stancare. E vista la folla che c'è in quella parte politica tempo da perdere non ce ne è più. L'agenda del candidato Manfredi che è anche coordinatore della coalizione è fitta e tambureggiante. Entro questo fine settimana - questo l'obiettivo vuole sapere chi ci sta e chi no per definire il perimetro politico del centrosinistra una volta e per tutti. L'ideale - questo trapela - è quello di chiudere nelle prossime 72 ore il pacchetto perchè a inizio settimana c'è già un altro appuntamento fissato: Manfredi rivedrà la coalizione per fare il punto sulle liste e sui candidati. L'ex rettore sta serrando le fila sta battendo la città palmo a palmo e vuole chiarezza nel suo campo politico. Manfredi lancia messaggi anche perchè ieri dopo giorni di trattative e di pontieri che hanno lavorato in maniera molto forte D'Angelo ha fatto un'uscita che ha spiazzato: «Ritirarmi per appoggiare Manfredi? E perché no con Bassolino?». Per poi aggiungere: «Ovviamente, come è normale in questa fase elettorale, Gaetano Manfredi, ma anche altri candidati sindaco, mi hanno chiamato alla ricerca di un confronto sulla mia idea di città e non ne ho mai fatto mistero. Ho però anche sempre ribadito che la ritirata non è una strategia che mi appartiene, preferisco la discussione e il confronto su programmi concreti. Io sono e resto candidato a sindaco di Napoli». Vedremo come finirà questa storia. Manfredi ieri si è tolto anche qualche sassolino dalle scarpe e commenta la mossa di Catello Maresca, il candidato del centrodestra che i simboli dei partiti alla fine li ha accettati. «Abbiamo avuto - racconta Manfredi - il primo elemento di chiarezza su Maresca, ora è diventata ufficiale una cosa che sapevamo già prima, che è il candidato del centrodestra e mi sembra una cosa naturale». E ancora: «Io non mi vergogno dei simboli di partito perché la politica è fatta di partiti e di simboli l'importante è essere autonomi e in grado di governare i processi». Quindi una stoccata alla Lega che a differenza di Forza Italia e Fratelli d'Italia sia intenzionata a non mettere il suo simbolo tra quelli che appoggino Maresca. «La Lega? Bisogna avere il coraggio di mettere i simboli la Lega è una rappresentanza politica ed è giusto che si metta il simbolo, forse la Legga non lo mette perché non è così popolare». Manfredi torna a guardare in casa propria e a proposito di simboli è sicuro che i grillini faranno parte della partita: «Ci sarà il simbolo con le cinque stelle».

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Manfredi ieri ha partecipato all'incontro organizzato da Massimiliano Marotta all'Istituto degli studi filosofici dove a partire da oggi andranno anche gli altri candidati. Il tema affrontato quello cultura e delle arti come motore di sviluppo della città e la tutela degli stessi artisti. Vi ha partecipato anche Eleonora De Majo, l'ex assessora alla Cultura che ha rotto con il sindaco Luigi de Magistris dopo la candidatura di Alessandra Clemente a sindaco.

Tra Manfredi e la De Majo il feeling c'è sempre stato e chissà che quello di ieri sera non possa essere l'inizio di una collaborazione anche sotto il profilo politico. La De Majo da ex assessore ha posto domande e ha chiarito le difficoltà di fare cultura con un ente alle prese con la crisi finanziaria. La sua proposta è quella di garantire fondi ai teatri e alle arti in maniera strutturale non legandoli alla tassa di soggiorno, perchè se poi non arrivano i turisti non si può fare programmazione. Proposta che ha carpito l'interesse di Manfredi. 

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