Alla fine protagonisti e comprimari della vituperata stagione de Magistris hanno trovato casa proprio nelle liste dei candidati sindaco detrattori del decennio arancione. Trasformisti o voltagabbana, chiamateli come volete, ma alla fine il paradosso è che consiglieri ed assessori della rivoluzione arancione si ritrovano nelle coalizioni avversarie di Manfredi (qui ne albergano più che altrove), Bassolino e Maresca. E non in squadra con Alessandra Clemente che è il candidato sindaco erede del decennio Dema. «Quella stagione è finita e noi abbiamo preso il meglio», si giustificano, più o meno gli aspiranti candidati sindaco. Con l'eccezione, ovvio della Clemente che due giorni fa ha tuonato: «A parole invocano il cambiamento e nei fatti accolgono a braccia aperte i protagonisti di una stagione che loro stessi hanno definito disastrosa. Delle due l'una: o sono in malafede quando esprimono i loro giudizi, o sono incapaci di scegliere i propri alleati».
«C'è anzitutto un punto politico: l'esperienza di questi 10 anni finisce e Dema è sostanzialmente sciolta», analizza lucido Antonio Bassolino che aggiunge: «Bisogna anzitutto tener conto di questo ed evitare due risposte che sarebbero entrambe problematiche.
Punta sulla «fine di un ciclo politico-amministrativo» anche Gaetano Manfredi, candidato sindaco Pd-M5s, sottolineando «la necessità di costruire una nuova classe dirigente che sappia rappresentare in ottica futura le istanze dei cittadini e fornire risposte concrete alla comunità di riferimento». Poi l'ex rettore analizza come «al netto dei fenomeni di mero opportunismo, tale processo di ricucitura necessariamente graduale e faticoso - deve basarsi sulla valorizzazione delle migliori energie della città provenienti dal ceto politico o dalla società civile, purché si riconoscano nella nostra piattaforma valoriale e programmatica». E, conclude Manfredi, «La grande novità del nostro progetto politico e civico sta nell'aver messo insieme le grandi famiglie politiche che sono così rientrate a pieno titolo nella coalizione di centrosinistra. Riformisti, liberali, sinistra radicale e moderati hanno trovato una convergenza intorno alla nostra candidatura. Non si tratta dell'iniziativa di un singolo, né di un'operazione estemporanea priva di prospettiva, quanto piuttosto di un progetto politico e civico frutto di un lavoro già avviato e che sta portando alla semplificazione del quadro politico».
Nessun paradosso anche per Catello Maresca, il candidato sindaco di centrodestra, che tra i primi aveva tuonato contro i cambi di casacca last minute. «Abbiamo scelto dei candidati competenti che già in passato hanno dato prova delle loro capacità, ma oggi con il nostro progetto possono esprimerle al massimo. Esponenti dell'imprenditoria e protagonisti della vita pubblica in campo per il bene della città. Li abbiamo selezionati - insiste il magistrato anticamorra ora in aspettativa - sulla base di criteri di professionalità ed esperienza, a differenza delle coalizioni accozzaglia di chi invece imbarca tutti. Queste persone possono e con noi dovranno fare qualcosa di concreto per rilanciare Napoli. Le idee ci sono, il programma è pronto e con il voto dei napoletani saremo finalmente pienamente operativi. Il nostro progetto è aperto a tutti perché noi non mettiamo barriere al futuro della città».