Comunali a Napoli, Mastella: «Se la larga coalizione salta potrei appoggiare Bassolino»

Comunali a Napoli, Mastella: «Se la larga coalizione salta potrei appoggiare Bassolino»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 16 Febbraio 2021, 09:09
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«Non nascondo la mia stima per Antonio Bassolino», ammette subito Clemente Mastella, ex guardasigilli e ora leader di Noi campani, partito da 104mila voti alle ultime regionali. E non nasconde che potrebbe pure votarlo «se non c'è un quadro preciso e chiaro».

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In che senso?
«Vedo che su Napoli si insiste sul patto Pd-M5s ma altrove è un liberi tutti.

Quindi o si decide una strategia unica, sul modello delle ultime regionali, o anch'io decido città per città chi votare. Napoli compresa».


Riavvolgiamo il nastro: l'ex governatore è appena sceso in campo.
«Lo immaginavo. Sta conducendo la stessa battaglia che feci io 5 anni fa a Benevento contro tutto e tutti. La corsa sembrava disperata. Io con 3 civiche e Fi contro un centrosinistra composto da 7 liste. Il problema per Bassolino è andare al ballottaggio».


E se ci arriva?
«Se la può giocare e vincere come capitò a me. Stia attento quindi il Pd».


Accusa Bassolino di favorire il centrodestra.
«A Napoli si sta con l'idea un po' irriverente di mettere da parte da un lato Bassolino, considerato solo un vecchio dirigente del Pci e come tale dovrebbe accettare la logica del partito; dall'altro si tenta di emarginare dalla sfida anche l'altro personaggio di qualità che è Vincenzo De Luca. E così non la vincerai mai questa partita».


Perché?
«Molti voti del Pd andranno a Bassolino mentre i 5Stelle sono dilaniati. E se ci sarà un nome non grillino i loro voti si disperderanno».


Stanno sbagliando?
«Certo. E stanno aprendo uno spazio enorme al centro».


Quale sarebbe la strada?
«Lo dico da tempo: io sono disponibile a fare un'intesa ma si faccia in tutti i comuni al voto. Perché non possono chiedermi di appoggiare il patto Pd-M5s a Napoli ma poi a Benevento, nella mia città, questi due stessi partiti mi fanno la guerra. Ma che logica è?».


Lei è per un'alleanza ampia sul modello delle regionali.
«L'unica certezza era questa e mi sembra folle metterla in discussione».


Altrimenti?
«Se è così ognuno è libero e tutti lo sono. Anche a Napoli, per quello che mi riguarda. Sa cosa manca?».


Dica.
«Una guida dal punto della capacità politica, una regia comune insomma. In altri tempi accadeva così. Altrimenti, inutile girarci attorno, si perderà ovunque. Servirebbe un coordinamento unico e lasciare stare la logica solo napoletana. Pd e M5s non vincono da soli: non devono avere puzza al naso e devono perdere l'idea che hanno di una rivoluzione che sa di patacca. A me sta bene allearmi alle comunali con Pd e grillini ma facciamolo ovunque e in una logica di prospettiva anche futura altrimenti ognuno si regola da sé».


Quindi, in questa ipotesi, lei si alleerebbe anche con Bassolino?
«E perché no? Altrimenti che faccio? Mica posso andare da solo e con qualcuno mi devo pure alleare. E dovrebbero pensarci anche loro visto che così nessuno vince al primo turno. E al secondo la partita è tutta diversa».


Vedremo: intanto il Pd in un documento su Bassolino...
«Documento sbagliato dettato da una logica politica adolescenziale. Bassolino mica fa marcia indietro? Non deve fare certo carriera politica e ha la serenità necessaria per fare tutto ciò che vuole. Poi leggo dei circoli del Pd? Ma hanno visto che i partiti non esistono più?».


Lei conosce Bassolino da anni, se l'aspettava?
«Quando a Napoli facemmo l'ultimo riunione con tutti i partiti della coalizione regionale di De Luca, c'era ancora il governo Conte in carica, io intervenni e lo dissi chiaramente: state attenti che Bassolino si candida e conoscendolo farà lo stesso percorso mio. E i voti si perderanno nell'area del Pd mica nell'aria di centro».


E loro?
«Niente, quasi mi ignorarono. E, invece, Antonio ha dato il colpo d'acceleratore. E a Napoli si rischia di perdere perché non si allunga l'area di centrodestra ma si assottiglia di molto l'area di centrosinistra. Eppure vedo che continuano a fare gli schifettosi. Ma io non mi stancherò di ripeterlo: una coalizione larga anche con i moderati che valga per tutti i capoluoghi al voto. O altrimenti si andrà incontro ad una disfatta».

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