Elezioni comunali a Napoli, Pd in pressing per lanciare Manfredi dopo l'annuncio di Bassolino

Elezioni comunali a Napoli, Pd in pressing per lanciare Manfredi dopo l'annuncio di Bassolino
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 15 Febbraio 2021, 10:00
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È inutile girarci attorno: la discesa in campo di Antonio Bassolino ha fatto infilare l'asse Pd-M5s in un cul de sac in cui, per ora, sembra difficile uscirne. Da Roma i vertici democrat insistono sull'ordine di scuderia di ignorare l'ex governatore e, nel frattempo, si deve tessere la tela per individuare il nome del candidato sindaco. Con l'idea che più si va in là con le elezioni (la prima settimana di ottobre è la data che circola insistentemente in queste ore), più è possibile spompare Antonio Bassolino.

Nel borsino del candidato sindaco di Napoli le quotazioni sui singoli nomi sono cambiati nell'ultima settimana. In questo momento scendono quelle dell'ex ministro Enzo Amendola (che dovrebbe entrare nell'esecutivo come vice ministro o sottosegretario) mentre salgono quelle del collega, anche lui ex ministro, Gaetano Manfredi e del presidente della Camera, Roberto Fico. E in particolare su quest'ultimo si addensano gli scenari che si disegnano a Roma. Sempre nell'idea di un voto in autunno. Con Fico che, verso la fine anticipata della legislatura, potrebbe decidere di mollare la massima poltrona di Montecitorio con qualche mese di anticipo per giocarsi la corsa di palazzo San Giacomo. Una partita complicata che passerebbe però solo con uno scambio tra Pd e M5s con Roma. Ovvero un patto nazionale in cui la Capitale toccherebbe a un nome democrat come l'ex ministro Roberto Gualtieri.

Quest'ultimo si sarebbe preso qualche giorno per riflettere sul suo futuro e potrebbe valutare seriamente la possibilità della corsa per il Campidoglio. A febbraio dello scorso anno Gualtieri è stato eletto alle suppletiva per la Camera dei Deputati con oltre il 62 per cento dei consensi in un collegio storicamente favorevole per il centrosinistra. Il suo potrebbe diventare quel nome autorevole di cui da mesi il Pd va a caccia e su cui, magari, provare a dialogare con il M5s.

E se questa fosse la strada a Napoli si potrebbe optare per Fico.

In questo gioco ad incastri sarebbero quindi i vertici nazionali a decidere le sorti di Napoli. Difficile da digerire non tanto per il Pd ma per gli alleati e, soprattutto, per un pezzo importante del partito campano come il governatore Vincenzo De Luca. Da qui il pressing nelle ultime ore nei confronti di Gaetano Manfredi. L'ex ministro ed ex rettore della Federico II, dicono chi gli è vicino, negli ultimi tempi ha cambiato atteggiamento rispetto alla partita. Più possibilista insomma. A corteggiarlo il Pd più vicino al mondo renziano mentre il governatore De Luca, non a caso, da qualche tempo ha costruito un canale di comunicazione privilegiato. Sempre per evitare che a Napoli, per un gioco tutto nazionale, possa arrivare un candidato grillino come Roberto Fico. Mentre Manfredi, questa è la tesi, ha dalla sua di non essere un organico del Pd ma un tecnico d'area e quindi più sposabile da una coalizione più ampia.

Uno scenario tutto in divenire in cui si prevede un'accelerata tra un paio di settimane non appena verrà definita la partita romana. Che, aggiungiamo, passerà per le primarie mentre a Napoli si è già deciso da tempo di non celebrarle. 

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Intanto a Napoli i partiti non possono rimanere con le mani in mano dopo la discesa in campo di Bassolino. Per questo in settimana il segretario napoletano dem Marco Sarracino ha intenzione di convocare un direttivo con tutti i gruppi dirigenti del partito allargato a parlamentari e consiglieri regionali. Proprio per fare il punto e ragionare sulle prossime amministrative. Anche perché ora sono anche gli alleati ad incalzare.

«Il progetto politico tra Pd-M5s e sinistra va consolidato ma serve fare presto», incalza Francesco Dinacci, coordinatore metropolitano a Napoli di Articolo Uno che chiede di dare gas dopo la discesa in campo di Bassolino. «Se in queste ore vi sono proposte già in campo, anche oltre i partiti, che parlano al nostro schieramento, servirà - spiega Dinacci riferendosi a Bassolino ma senza nominarlo direttamente - nell'immediato un'iniziativa condivisa del tavolo politico ancora più incisiva e coraggiosa per determinare il massimo grado di coesione del nostro schieramento Sarebbe gravissimo, infatti, assistere ad elementi che possano produrre frammentazione nello schieramento democratico se si ha a cuore il futuro di Napoli, e sarebbe altrettanto insopportabile una fase troppo prolungata di attese, rinvii o comportamenti politicisti».

E per questo Articolo Uno chiede al «Pd napoletano, che ha la responsabilità di guidare con equilibrio questo difficile percorso politico, ribadiamo la necessità di procedere con chiarezza». 

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