Comune di Napoli, le spine del bilancio: otto mesi per saldare i creditori

Comune di Napoli, le spine del bilancio: otto mesi per saldare i creditori
di Luigi Roano
Lunedì 30 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 19:21
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Oggi in Consiglio comunale approda il bilancio consuntivo del 2021 e la delibera per affidare all’esterno la riscossione delle tasse comunali, due delibere accompagnate dalla relazione dei Revisori dei Conti del Comune che come sempre fotografa la stato di salute finanziaria di Palazzo San Giacomo. Salute precaria quella del Municipio napoletano e di conseguenza sono cattive notizie per i cittadini in termini di servizi. Un come è noto il disavanzo del Comune è di 2,2 miliardi, l’ente - inoltre - è gravato da un debito finanziario di 2,8 miliardi che fanno lievitare l’esposizione complessiva del Comune a 5 miliardi. Nella relazione dei Revisori c’è una tabella che rende bene le sofferenze dei napoletani. Considerando solo il disavanzo ogni napoletano al 31 dicembre dell’anno scorso è gravato di un debito personale pari a 1.619,73 euro. Dato che si ottiene dividendo il disavanzo per la popolazione che a dicembre dell’anno scorso era composta da 914.758 abitanti. Lontanissima dal milione che qualcuno pure immaginava di cogliere come traguardo a stretto giro. Napoli si depaupera in termini di abitanti e rischia di scendere sotto le 900mila unità a strettissimo giro atteso che il saldo tra nascite e morti è negativo. Il debito pro capite dei napoletani segnala l’handicap di partenza di chi nasce nella nostra città. Calano gli abitanti e cresce il debito pro capite segnali molti negativi.

Fare affari con il Comune è sempre molto difficile: i fornitori vengono pagati mediamente dopo 228 giorni dalla prestazione d’opera. Quattro volte sopra la media europea. Il “Patto per Napoli” ha addirittura imposto la chiusura delle partite dei debiti commerciali con questo schema. Per i creditori è stata prevista la liquidazione di una somma tra il 40 e l’80% del capitale, somma variabile in relazione all’anzianità del debito: il 40 per cento per quelli vecchi di 10 anni, il 50 con anzianità maggiore a 5 anni, il 60 per i debiti con più di 3 anni e l’80 per cento a quelli maturati negli ultimi 3 anni. Tuttavia, in extremis, il Comune è riuscito a salvare grazie a un emendamento chiesto al Governo il 2021 al cento per cento a tutti i creditori. La situazione a oggi è questa: «L’Ente - si legge nella relazione dei Revisori - ha comunicato l’ammontare complessivo dello stock di debiti commerciali residui scaduti e non pagati alla fine dell’esercizio precedente (31.12.2020) e che ammonta ad euro 443.216.854,98». L’obiettivo che si è posto il sindaco Gaetano Manfredi - tra due settimane in Aula arriverà il bilancio previsionale, il primo vero bilancio dell’era dell’ex rettore - è quello di accorciare i tempi di pagamento.

Anche perché il contenzioso è a livelli di guardia il Comune ha dovuto accantonare per le eventuali sconfitte in Tribunale o le intimazioni a pagare - pena pignoramenti - circa 370milioni.  

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Oggi - dunque - il Consiglio comunale dovrebbe licenziare l’affidamento a società esterne al Comune - anche private - la riscossione delle tasse. Questo per l’incapacità cronica di riscuotere da parte dell’ente. Come stanno le cose a oggi? Partiamo dal paradigmatico esempio delle multe. L’anno scorso a fronte di 105,2 milioni di contravvenzioni accertate nelle casse del Comune sono entrati solo 15,85 milioni. L’ammontare delle multe non pagate negli ultimi tre lustri ammonta alla mostruosa cifra di 745 milioni. Più della metà del valore del “Patto per Napoli”. La percentuali di riscossione di quelli che tecnicamente sono “residui attivi” è pari a meno del 2% per cento. Stesso discorso per il patrimonio immobiliare. Il valore dei fitti delle casa comunali al primo gennaio del 2021 era pari a 83,4 milioni. Riscossi nel 2021 12,5 milioni. 

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