Comune di Napoli, la sfida degli impiegati: «Senza smart working ad agosto tutti in ferie»

Comune di Napoli, la sfida degli impiegati: «Senza smart working ad agosto tutti in ferie»
di Luigi Roano
Giovedì 30 Luglio 2020, 09:30
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Lo stop allo smart working per i comunali ad agosto a partire da lunedì - varato dal vicesindaco con delega al personale Enrico Panini - sta provocando un vero e proprio smottamento a Palazzo San Giacomo. Dipendenti in rivolta che denunciano l'assoluta mancanza di dispositivi di sicurezza e l'impossibilità di attuare il distanziamento, e i sindacati - Cgil e Cisl rispettivamente con Danilo Criscuolo e Agostino Anselmi in particolare - sul piede di guerra. E che minacciano di bloccare la macchina amministrativa indicando ai lavoratori «di marcare il cartellino ma di non entrare in ufficio» fanno sapere dalla Cisl. «Perché non è detto che chi rientra in sede non debba farsi le vacanze» chiosano invece dalla Cgil. Proteste arrivate chiare e forti in Comune tanto che lo stesso Panini - che a parole fa sapere di non volere fare passi indietro - nei fatti non esclude un correttivo alla sua decisione alla luce del decreto che il Governo si appresta a varare, cioè la proroga dell'emergenza Covid fino a ottobre. Dove per le Pubbliche amministrazioni è previsto l'utilizzo dello smart working fino al 31 ottobre oltre la soglia del 25% e sostanzialmente per quasi tutte le categorie di lavoratori fatta eccezione per gli operai che hanno necessità di stare in strada, se anche limitatamente, per la natura del loro lavoro.

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Anselmi Cisl funzione pubblica - non è tenero: «La Cisl - racconta - non indietreggerà di un millimetro per la salvaguardia e la sicurezza dei lavoratori. Qualora l'amministrazione non garantirà quanto previsto dal protocollo di sicurezza chiederemo ai lavoratori di beggiare la presenza e tenersi fuori dagli uffici in spazi aperti per tutto l'orario lavorativo, nel rispetto del distanziamento sociale, muniti di mascherine e igienizzanti propri, visto che sicuramente non saranno forniti dal Comune». Anselmi fa sul serio: «Siamo pronti ad affrontare qualsiasi violazione del protocollo di sicurezza in sede legale e denunciare chi metterà in pericolo i lavoratori». Dalla Cgil con Criscuolo più o meno la musica è la stessa anche se con accenti diversi: «Il sostanziale stop per il mese di agosto per le attività in smart working, adducendo come motivazione il fatto che in agosto i lavoratori fruiscono le ferie e si richiama tutti in servizio non ci trova d'accordo. Noi chiediamo da mesi che la disciplina del lavoro in Comune debba essere unica specie per quello che riguarda lo smart working». Per Criscuolo «all'inizio si è invece consentito che in piena emergenza ogni dirigente facesse a modo suo nel decidere chi doveva usufruire del lavoro agile. Oggi allo stesso modo si decide con una direttiva del vicesindaco. Io ricordo che ci sono dei tavoli specifici dove discutere di queste cose e magari rivedere assieme i piani ferie». L'esponente della Cgil denuncia - come la Cisl - problemi di sicurezza nel rientrare in sede, per lui il rischio contagio è elevato: «Mancano i dispositivi di sicurezza nelle sedi distaccate del Comune, gli spazi e gli strumenti per misurare la temperatura per non parlare delle mascherine. Basta farsi un giro per Palazzo San Giacomo per capire come stanno le cose, non c'è il termoscanner e mancano le sale dove far accomodare i casi sospetti». Parola ancora alla Cisl: «Resto maggiormente sconcertato di questa situazione, perché proprio in un incontro con l'amministrazione, il vicesindaco e il direttore generale, avevano assicurato che nella prospettiva della proroga dell'emergenza Covid da parte del Governo avrebbero rivisitato la circolare. Invece apprendiamo che nonostante la proroga dell'emergenza la disposizione per tutti i dipendenti resta invariata».
 


Vale la pena a questo punto ricordare cosa prevede il protocollo per la sicurezza. «Le amministrazioni pubbliche si impegnano a garantire ai loro dipendenti appropriati dispositivi di protezione individuale, come le mascherine chirurgiche, qualora non sia possibile assicurare un adeguato distanziamento e ci si ritrovi a svolgere attività in presenza o in spazi condivisi.
Dove possibile garantire l'utilizzo di barriere separatorie». Ma non è finita qui. Nel protocollo «È prevista la rilevazione della temperatura corporea del personale interno e dell'utenza esterna, all'ingresso dei luoghi di lavoro». 

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