Conte, stop a De Luca: «No al terzo mandato» E flirta con Manfredi

L'ex rettore frena: «La candidatura alla Regione? Sono stato eletto dai napoletani finirò il mandato»

Conte a Napoli
Conte a Napoli
di Adolfo Pappalardo
Sabato 16 Marzo 2024, 23:47 - Ultimo agg. 17 Marzo, 16:10
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Nella sua prima uscita pubblica dopo la disfatta in Abruzzo, Giuseppe Conte arriva a braccetto del sindaco Gaetano Manfredi. Di cui dopo tesserà pubbliche lodi. È la foto del campo largo che anche ieri il leader dell’M5s rilancia con chiarezza. Anche declinandola sulle prossime regionali. Con un no, però, al terzo mandato di Vincenzo De Luca. «C’è una legge nazionale che pone un limite ai mandati per evitare le cristallizzazioni di potere. Quindi non è che il Movimento ora è contro De Luca, c'è una legge nazionale che fissa questo paletto. Una posizione chiara e limpida espressa anche - aggiunge - in questi giorni, quando la Lega voleva cancellare questo tetto». Accanto all’ex premier ci sono l’ex presidente della Camera Fico e l’ex ministro Costa che nei giorni scorsi pure hanno ribadito lo stesso concetto. E ora Conte che ieri ha tentato di svicolare alla domanda («Siamo impegnati a impedire la terza guerra mondiale mentre il governo litiga sul terzo mandato....»), salvo sottolineare come «questa regione merita un progetto serio e credibile: ha bisogno di un rilancio».

Un modo, all’inizio, per tentare di non entrare in vicende locali. Specie se ieri Conte è a Napoli per presentare la proposta di legge di un reddito di cittadinanza regionale scritta dai suoi consiglieri. «Ho visto che Vincenzo De Luca non ha lasciato cadere questa proposta: speriamo ci sia un cammino chiaro certo e ci sia la collaborazione di altre forze politiche per trovare risorse ulteriori», è il suo appello al governatore che già, nei giorni scorsi, si è mostrato però abbastanza scettico. Parliamo di una proposta che prevede, con i fondi della Regione, una misura di sostegno per complessivi 36 mesi, di cui 12 della fase assistenziale e fino a 24 in quella di inclusione, con 400 euro mensili a persona cui aggiungere nella prima fase 200 euro per ogni componente del nuceo familiare oltre il secondo e una quota aggiuntiva in base al titolo di contratto nella seconda. Un’operazione da 200 milioni di euro per garantire una platea di 48mila nuclei familiari.

«Finché il Movimento 5 stelle esisterà ci batteremo per le persone disagiate: iniziamo dalla Campania e porteremo questa proposta anche nelle altre regioni», rilancia Conte sulla proposta firmata dai consiglieri grillini Saiello, Cammarano e Ciampi. E quest’ultimi lanciano la sfida: «La maggioranza regionale si confronti con noi su questo tema: si parla di campo largo e si potrebbe partire proprio da qui». Sembra più scettico, invece, Roberto Fico: «Ho letto che De Luca non è d’accordo ma noi anche come opposizione in Regione abbiamo il dovere di portare avanti le nostre battaglie. E poi vediamo come finirà». Intanto è gelo con i deluchiani per il No al governatore. Il consigliere comunale Massimo replica: «È un inaccettabile tentativo di suggerire nuove intese che escluderebbero il ruolo del presidente De Luca» mentre il capogruppo dem alla Regione Mario Casillo ribadisce come «in Campania la norma nazionale sui mandati non è mai stata ricevuta: le nostre scelte sono slegate da quelle nazionali». «Serve lavoro, non assistenzialismo», tuona invece Gennaro Rispoli, capogruppo di Napoli Libera.

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Ma in generale sul campo largo sono tutti d’accordo. Anche se ieri, nelle stesse ore, si sfalda l’asse Pd-M5s in Piemonte e sembra a rischio in Basilicata. Ma tant’è: Napoli sembra il fulcro di questo modello e si vede dalla sala di ieri: in prima fila dirigenti dem come Teresa Armato, Francesco Dinacci e Gennaro Acampora e grillini come Gilda Sportiello e l’ex ministra Nunzia Catalfo. E poi i complimenti vicendevoli che vanno oltre il mero e semplice garbo istituzionale. «A Napoli Pd ed M5s governano benissimo assieme», dice Fico; «Abbiamo una maggioranza coesa e stiamo sviluppando un’esperienza politica importante», rincara Manfredi. E poi Conte, sempre al miele: «Questo è l’M5s che ci piace. E dobbiamo dire grazie a Manfredi». E poco prima sempre il sindaco spiega come l’asse Pd-M5s può essere replicato alle prossime regionali. «Credo che non dobbiamo parlare delle persone perché è molto importante dimostrare che nel Mezzogiorno si può ben amministrare con un progetto progressista innovativo. Naturalmente - sottolinea il sindaco - penso che quando ci saranno le nuove Regionali questa alleanza progressista deve stare naturalmente insieme». Che sia proprio l’ex ministro il nome su cui puntare? Per ora oltre San Giacomo, Manfredi è impegnato nella corsa per il vertice nazionale dell’Anci. «Sono stato eletto dai napoletani per fare il sindaco. E a me - conclude Manfredi - piace portare a termine le cose rispetto alle quali ho preso un impegno».