Due napoletane alla conquista del Csm. Due giuriste, entrambe iscritte al Consiglio dell'ordine degli avvocati di Napoli, hanno deciso di accettare la sfida della legge Cartabia, in vista del rinnovo del Csm, che - come è noto - passa anche per la nomina dei dieci membri laici (dopo l'avvenuta elezione dei venti membri togati dello scorso settembre). Sono due autocandidature, su una rosa di 72 nomi che hanno offerto la propria disponibilità in qualità di giuristi ed esponenti della società civile.
Si chiamano Simona Marotta e Sandra Lotti, hanno storie professionali saldamente ancorate a Napoli. Seguiamo le loro prospettive. Sandra Lotti è avvocato cassazionista, docente alla Federico II ed è componente elettivo del consiglio giudiziario del distretto di Corte di appello di Napoli. Sempre in piazza Cenni, da anni esercita il ruolo di giudice onorario, tanto da abbinare il proprio nome a delicati fascicoli giudiziari, come la sentenza di assoluzione per la leader sindacalista Lina Lucci. Al Mattino, Lotti ricorda l'importanza di valorizzare l'impegno profuso in questi anni «come appare evidente dalle capacità organizzative mostrate alla guida del'ufficio di giudice onorario, ma anche alla luce delle pubblicazioni di numerosi commenti su riviste giuridiche».
Poi c'è la traiettoria professionale dell'avvocato Simona Marotta, cassazionista e componente dell'ufficio massimario del consiglio di disciplina, che in questi giorni ha scritto una lettera ai parlamentari, per ricordare l'importanza di valutare le candidature dal basso (quelle cioè che non attingono al sebatoio relazionale della politica).
Ma ecco il testo dall'avvocato Marotta: «Le grandi imprese partono da un piccolo gesto», spiega nella sua lettera.
Al momento la dead line è prevista per il prossimo 13 dicembre, quando il Parlamento in seduta comune è chiamato ad eleggere i dieci membri laici, chiamati ad accomodarsi assieme ai 20 membri togati (magistrati eletti da colleghi lo scorso settembre, ndr), e ai vertici della Cassazione, per comporre il prossimo Consiglio dell'Ordine della magistratura. Una data che potrebbe slittare solo per motivi legati alla discussione parlamentare della legge di Bilancio, ma che rappresenta uno spartiacque decisivo per comprendere la presenza dei partiti nelle nomine dei dieci laici. Ma chi sono gli altri cittadini che hanno scelto di presentare la propria candidatura? Settantadue nomi, una decina di donne, due delle quali napoletane.