Sino al fuori-onda di Montecitorio il Pd e l’opposizione, nelle sue varie diramazioni, è stato compatto, politicamente parlando, attorno a De Luca. Per le ragioni della protesta e anche per la manifestazione organizzata a Roma. Comprese le prese di posizione contro l’esecutivo che non ha ricevuto il governatore campano. Poi però il climax della piazza si rompe quando diviene pubblico lo sfogo in cui l’ex sindaco va giù durissimo contro la Meloni. Andando oltre qualsiasi codice istituzionale.
«De Luca ha ragione nella sostanza ma i toni non sono assolutamente condivisibili», dice Marco Sarracino, deputato dem e responsabile della segreteria nazionale per il Sud. È la linea che si è dato il Pd dopo quel fuori-onda che, di fatto, annebbia la protesta anti-governo. E, anzi, dal Nazareno descrivono Elly Schlein come assai infastidita da quell’insulto di De Luca contro la premier. E pensare che, sino a quel momento, tutto il partito non solo era in piazza ma stigmatizzava come nessuno del governo, nemmeno un dirigente del ministero retto da Raffaele Fitto, si fosse preso la briga di ricevere De Luca.
«Il governo ha trattato questa vicenda come una vicenda ordinaria invece noi ci troviamo difronte a 200 sindaci che chiedono un incontro e non è possibile che nel governo non si sia trovato qualcuno che potesse in qualche modo incontrare questi sindaci», stigmatizza infatti un altro fedelissimo della Schlein come il parlamentare Antonio Misiani. «L’atteggiamento del governo rispetto a centinaia di sindaci e amministratori è stato inaccettabile. Si è sottratto al confronto rispetto a richieste legittime e sacrosante.
Chi invece stigmatizza gli insulti di De Luca, prendendone le distanze, sono Azione e Italia Viva. «Meloni merita il nostro rispetto e non può essere trattata come ha fatto De Luca. Vincenzo talvolta ho l'impressione sia vittima del suo stesso personaggio. De Luca dice cose degne di ascolto, è un ottimo politico, ma sbaglia a insultare chi non la pensa come lui. È ingiusto verso le persone che lo ascoltano», sottolinea Matteo Renzi.
Di «giornata di ordinaria follia» parla Carlo Calenda, leader di Azione. Durissima l’ex ministra Mara Carfagna. «Gli show e il turpiloquio di Vincenzo De Luca non aiutano certo la causa del Mezzogiorno, anzi rischiano di screditarla: la trasformano in una sceneggiata che mina la credibilità di tutti. Non ci servono nuovi Masaniello - dice la presidente di Azione - ma governatori, sindaci, classi dirigenti capaci di rivendicare e ottenere le risorse e i diritti che spettano a venti milioni di cittadini meridionali in base alla Costituzione, alle norme e alle intese già stipulate».