Luigi Di Maio a Napoli: «Il voto è un referendum sul reddito di cittadinanza»

Luigi Di Maio a Napoli: «Il voto è un referendum sul reddito di cittadinanza»
di Dario De Martino
Sabato 24 Settembre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 25 Settembre, 08:13
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«Saremo la rivelazione di queste elezioni». Si gioca le ultime carte Luigi Di Maio per portare il suo Impegno civico, lista in coalizione con il centrosinistra, ad un buon risultato. Una strada in salita per il ministro degli Esteri uscente che con il suo neonato partito prova l'exploit elettorale partendo dalla sua Napoli. Di Maio sale sul palco con le immagini di Napoli-Liverpool 4-1 e il claim «non esistono imprese impossibili ma solo imprese da realizzare». La similitudine è chiara: «Sapremo ribaltare i pronostici come hanno fatto gli azzurri». La platea del teatro Sannazaro, meno di trecento persone, applaude convinta. È l'ultimo appuntamento di una campagna elettorale che l'ex leader del Movimento 5 Stelle ha condotto soprattutto nel capoluogo campano. Anche ieri, nell'ultima giornata prima del silenzio elettorale, ha scelto una passeggiata per una delle strade popolari della città: il corso Garibaldi. Poi l'appuntamento serale al Sannazaro. In prima fila Virginia Saba, compagna del ministro, i candidati napoletani della lista, ma anche consiglieri regionali e comunali dei gruppi dimaiani. In platea si notano anche i consiglieri regionali Massimiliano Manfredi, esponente del Pd e fratello del sindaco, ma anche Pasquale Di Fenza e Fulvio Frezza.

Di Maio incalza: «Io lavoro per una sconfitta del centrodestra e queste sono le ore in cui, con il 35% di indecisi, possiamo ancora fare la differenza e ribaltare il risultato.

Basta crederci». Poi insiste sul suo mantra, il reddito di cittadinanza: «Questa campagna elettorale rappresenta un referendum sul reddito. Io ho l'accordo con tutti e quattro i partiti della coalizione con i quali manterremmo e difenderemo il reddito. Votare per gli altri, Calenda o Conte, significa votare per chi favorisce la Meloni, perché sono liste che corrono da sole». Ma non solo. Per Conte, Di Maio ha anche un'altra sferzata: «Ha detto di essere atlantista e poi ha cambiato posizione. Lo stesso ha fatto sui vaccini e sulla guerra in Ucraina. Una persona che cambia idea così tante volte sarebbe anche capace di abolire il reddito». L'altro cavallo di battaglia della campagna elettorale di Di Maio è stata la risposta al caro energia: «Serve subito un decreto taglia bollette. Lo Stato deve pagare l'80% tutte le imprese e delle famiglie in difficoltà. Servono 13 milioni e le prendiamo dalle maggiori risorse incassate dallo Stato. Poi serve l'azzeramento dell'Iva sui beni alimentari, della natalità e farmaceutici ed infine il tetto massimo europeo al prezzo del gas».

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Ma Di Maio se la prende anche con Salvini. Sul palco viene portato un cartonato del leader della Lega con la maglietta e la scritta prima il nord: «Vogliono portare un ministero a Milano, vogliano fare l'autonomia che lascia le risorse al Nord, vogliono rinegoziare il Pnrr e togliere al Sud una parte dei 230 miliardi». E Di Maio ne ha anche per Calenda. Viene trasmesso un video in cui il leader di Azione ricorda il passato da venditore di bibite del ministro: «I lavoratori meritano rispetto. I lavoretti che ho fatto da giovane mi hanno insegnato più di dieci anni in Parlamento». Infine il selfie con tutti i presenti, armati di cartelli arancioni con il simbolo del partito. È l'immagine conclusiva della campagna elettorale di Impegno civico. 

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