Economia del mare e turismo: regioni meridionali trainanti ma servono più infrastrutture

Economia del mare e turismo: regioni meridionali trainanti ma servono più infrastrutture
di Antonino Pane
Sabato 14 Maggio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 19:35
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Il Sud ha bisogno di centralità: basta assistenzialismo, ci vogliono Infrastrutture e servizi. L'eco forte partita da Sorrento ha coinvolto l'intero governo e ha avuto ragione Mara Carfagna, ministro per il Sud, nel sottolineare che mai, nella storia del Paese, la questione meridionale ha avuto una così forte centralità con obiettivi precisi. Una centralità ribadita dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, quando ha evidenziato che il suo ministero destina al Mezzogiorno il 55% dei fondi Pnrr contro il 40% della media nazionale. «Qualcuno ha detto che bisogna rivedere tutto il Pnrr. No - ha detto Giovannini - è esattamente l'opposto: non dobbiamo cambiare perché le strategie alla base del Pnrr non solo sono confermate dall'attuale scenario geopolitico, ma anzi, se avessimo un colpo di bacchetta magica, vorremmo realizzarle istantaneamente. Quello che sta emergendo anche oggi è che il Mezzogiorno può diventare ancora di più non solo la porta di ingresso delle merci, ma il punto di partenza. È qui che l'investimento nei retroporti, nelle Zes, è fondamentale, così come l'interconnessione ferroviaria».

Infrastrutture, e poi? Per il ministro del Turismo Massimo Garavaglia si potrebbe fare molto di più. «Il turismo è una delle leve strategiche del Pnrr? In realtà potrebbe esserlo, ma non lo è.

Nel senso che per il turismo, sui 200 miliardi circa del Pnrr, c'è solo l'1%, 1,4 miliardi. Io mi sono trovato questo budget e cerco di fare il meglio possibile con questa disponibilità. Su questo bisognerebbe anche fare una riflessione: se tutti diciamo che il turismo è fondamentale per l'Italia, bisogna crederci e anche metterci le risorse. Per esempio - ha sottolineato Garavaglia - abbiamo fatto una misura importante, dal nostro punto di vista, di efficientamento delle strutture ricettive d'Italia: 600 milioni disponibili, domande per 3 miliardi. Magari pensare di spingere sulle misure che tirano, in particolare al Sud, sarebbe importante. Soltanto in Campania sono 260 milioni di richieste e rischiamo che la metà restino inevase». 

Temi sui quali sono intervenuti gli imprenditori, in particolare sui trasporti. E se Garavaglia fa osservare che «le crociere di Msc fanno tappa a Taranto, ma manca il treno Taranto-Matera» ecco che Gianni Onorato, ceo di Msc Crociere, ricorda come la Blue Economy in Italia vale circa 45 miliardi di euro, il 3% del Pil e genera una ricaduta complessiva di circa 100 miliardi di euro. «Questi numeri - ha sottolineato Onorato - meriterebbero un ministero della transizione marittima; non il vecchio ministero della marina mercantile, bensì un dicastero moderno che si occupi del nostro patrimonio più grande, il mare e lo spazio marittimo». 

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Argomenti centrali anche nella relazione di Massimo Deandreis, direttore generale, Srm-Gruppo Intesa Sanpaolo, che ha ricordato tra l'altro come il Sud è già protagonista sui fattori trainanti della Blue Economy. Ma non solo. «Bisogna guardare ai porti - ha detto Deandreis - come poli di sviluppo del Mezzogiorno: logistica, Zes ed energia rappresentano la chiave di sviluppo del Mezzogiorno per il posizionamento geoeconomico dell'Italia nel Mediterraneo». 

 

Ma non solo i porti. Fabrizio Favara, chief strategy officer delle Ferrovie dello Stato ha posto l'accento sulla opere che porteranno enormi benefici al Sud nel trasporto delle persone e anche delle merci. Le nuove dorsali come il completamento della Napoli-Bari; la Salerno-Metaponto-Taranto e la Salerno-Reggio Calabria, oltre alla rete siciliana Palermo-Catania-Messina, produrranno effetti straordinari sulla crescita del Sud.
E c'è attesa. «Il Mezzogiorno mostra ancora un gap infrastrutturale significativo - ha detto Paolo Scudieri, presidente Adler - Tuttavia, proprio al Sud gli investimenti industriali generano ricadute proporzionalmente più significative che nel resto del Paese. Il Mezzogiorno ha un ruolo significativo nella filiera automotive e l'importanza della filiera dell'auto per la manifattura meridionale è dimostrabile dall'elevata specializzazione dell'area sia in termini di valore aggiunto, sia di fatturato, sia di export». 

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