Elezioni 2022, Manfredi agli alleati: «Bisognava difendere il patto tra Pd e M5S»

Elezioni 2022, Manfredi agli alleati: «Bisognava difendere il patto tra Pd e M5S»
di Luigi Roano
Giovedì 8 Settembre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 18:32
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Oggi sarà alla festa dell'Unità nazionale a Bologna il sindaco Gaetano Manfredi si può dire che è la sua prima uscita pubblica a livello politico come esponente del campo progressista. Alle 21 parteciperà a un dibattito tra sindaci che avrà al centro l'autonomia differenziata. Con Manfredi - tra gli altri primi cittadini - il sindaco di Bologna Matteo Lepore e Damiano Tommasi sindaco di Verona. Perché Bologna? Come Napoli è la capitale del campo largo - cioè dell'alleanza tra Pd e M5S - che nel capoluogo felsineo come a Napoli ancora regge a livello locale. E l'obiettivo del sindaco è quello di rolanciare questo schema vincente almeno a livello di elezioni amministrative, stesso obiettivo del collega Lepore. Così già ieri su questo scivoloso crinale - Giuseppe Conte leader dei Pentastellati a Il Mattino ha dichiarato che «con questa classe dirigente dem è difficile» - l'ex rettore ieri ha rilanciato. Scatenando un dialogo a distanza con il ministro Dario Franceschini che era a Napoli, un botta e risposta inusuale. È noto che Conte è molto amico di Manfredi fu l'ex premier a volerlo nel suo governo quale ministro per l'Università. «Se si fosse applicato il modello Napoli - racconta Manfredi - all'alleanza nazionale per le politiche sicuramente questo avrebbe determinato una maggiore competitività. Fermo restando quello che avverrà il 25 settembre, credo che sia necessario un impegno molto forte da parte di tutti i cittadini per sostenere l'area progressista». Il sindaco poi aggiunge: «Penso che Napoli abbia rappresentato un esempio positivo dell'alleanza del fronte di centrosinistra. Qui abbiamo messo insieme Pd, M5S e un'area centrista importante che ha dato un contributo molto significativo all'elezione e anche oggi all'amministrazione che è solida, ha un suo programma definito e ci sono prospettive positive». Insomma Manfredi lancia segnali si spenderà per ricomporre questo asse e si presenta a poco più di due settimane dal voto come uno dei leader del campo progressista. a Partire dall'esperienza napoletana. 

Non tarda ad arrivare la replica di Franceschini che chiarisce i contorni di una rottura importante con i grillini: «Un'alleanza sul modello Napoli anche a livello nazionale per fronteggiare il centrodestra? Si poteva fare di più, ma tutto è stato mandato in fumo dai 5 Stelle».

Questa l'opinione del ministro candidato col Pd al Senato proprio a Napoli. Franceschini precisa ancora: «Si poteva fare di più ma tutto questo è stato mandato in fumo dai 5 Stelle quando hanno fatto cadere il governo Draghi e hanno rotto il rapporto con noi. Mi dispiace ma a livello nazionale è successo questo». Giova ricordare che Franceschini all'epoca è stato uno dei principali promotori dell'alleanza con il M5S difendendo a spada tratta l'accordo con i grillini anche contro pezzi del suo partito che certamente non erano favorevoli. Tant'è il sindaco lunedì parteciperà a un incontro con il candidato Franceschini - che supporta in maniera decisa e da tempi non sospetti - dove questo dialogo potrebbe avere ulteriori sviluppi in vista del dopo campagna elettorale. Un Manfredi che proprio che proprio su due temi molto sensibili e perfettamente simmetrico con Franceschini. 

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Il primo è quello della questione meridionale un evergreen più che mai attuale in questi giorni dove il vento del nord soffia forte verso l'autonomia differenziata. Manfredi sferza un po' tutti sul tema del mezzogiorno «Il Sud non è al centro del dibattito elettorale. Questo è sempre un po' avvenuto e in questo periodo ancora di più. C'è un dibattito che riguarda temi molto lontani dagli interessi dei cittadini».

Per Manfredi «spesso si parla di Mezzogiorno solo nella declinazione assistenzialismo si assistenzialismo no, mentre invece il vero tema è quale è il progetto di sviluppo per il Sud che è un'opportunità per l'Italia rispetto al quale c'è tanto da fare e dobbiamo sempre ribadire la centralità del Mezzogiorno». In conclusione il reddito di cittadinanza: «Ritengo che sia necessaria una riforma di tutti i meccanismi delle politiche attive del lavoro legate al reddito di cittadinanza perché soprattutto per i giovani e per chi è in età lavorativa è molto importante che ci siano attività formative di inserimento che avvino al lavoro questa grande forza che purtroppo oggi è inespressa». 

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