Elezioni comunali 2020, nel Napoletano è derby a sinistra nei duelli tra i sindaci

Elezioni comunali 2020, nel Napoletano è derby a sinistra nei duelli tra i sindaci
di Francesco Gravetti
Venerdì 28 Agosto 2020, 09:00
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Nessuno sa cosa uscirà dal laboratorio di Pomigliano, Giugliano e Caivano, dove il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico stanno sperimentando un'alleanza elettorale che, forse, potrebbe diventare il viatico per un accordo organico anche nel resto d'Italia. Certo è che, in attesa dei risultati, quella che era partita come una sperimentazione sta diventando quasi una comfort zone per entrambi i soggetti politici ma soprattutto per i democratici.

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Mentre i pentastellati, infatti, negli altri Comuni della provincia di Napoli chiamati al voto sanno di dover affrontare competizioni difficili se non impossibili da vincere, gli esponenti del partito di Zingaretti sono alle prese con la più rognosa delle partite, per restare in ambito calcistico: il derby. Quella lotta intestina figlia della rissosità interna che da anni caratterizza la sinistra ha portato il Pd a dividersi in maniera eclatante in almeno due grandi Comuni, su 28 al voto: Pompei e Frattamaggiore. Ma dissidi si registrano anche ad Ercolano, San Giorgio a Cremano, Pomigliano.

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A Pompei il Pd non c'è: «il simbolo è in mano a Pietro Amitrano, ex sindaco e candidato alle regionali», fanno sapere dai vertici provinciali. Il punto è che avrebbe voluto utilizzarlo Carmine Lo Sapio, già segretario cittadino del partito ma anche regista della sfiducia ad Amitrano, avvenuta lo scorso mese di febbraio. Di qui il braccio di ferro, durato fino a qualche ora prima della presentazione delle liste e conclusosi con un niet chiaro di Marco Sarracino, il segretario provinciale dei Dem.

In quelle stesse, convulse ore, Sarracino riusciva ad assegnare il simbolo a Frattamaggiore a Marco Del Prete, sindaco uscente, a discapito di Francesco Russo, che invece il sindaco lo ha fatto qualche anno prima e del Pd era segretario cittadino. Una decisione last minute che, tuttavia, non ha scongiurato il derby: Del Prete e Russo sono l'uno contro l'altro e la campagna elettorale, ovviamente, promette scintille.

Scintille che si potevano evitare? Il segretario regionale del Pd, Leo Annunziata, pensa di no: «Sarracino ha fatto il miglior lavoro possibile. Affrontare e risolvere i problemi locali è sempre complicato». Annunziata respinge l'idea che i cosiddetti derby siano stati dovuti anche alla proliferazione di liste a sostegno di Vincenzo De Luca per le regionali, che in qualche modo ha incentivato anche i politici locali a dividersi: «Sono discorsi diversi: De Luca ha aperto al civismo, ma il Pd conserva una sua centralità nella coalizione per le regionali».

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Ci sono i derby, ma ci sono anche i mezzi derby: si giocano in quei centri dove l'attribuzione del simbolo non è mai stata messa in discussione (o quasi) ma dove comunque qualche rottura c'è stata. Ad Ercolano il centrosinistra è apparentemente compatto su Ciro Buonajuto (il quale, come è noto, pure ha avuto qualche rogna dopo aver scelto di seguire Renzi in Italia Viva) ma il sindaco uscente viene sfidato da Colomba Formisano, medico dell'Asl ed ex consigliere del Pd da cui è stata una delle prime a uscire. A dirla tutta, Formisano è anche promotrice di un mini laboratorio, visto che con lei c'è anche una lista denominata Pentastellati, di chiara ispirazione grillina: dissidenti a Cinque Stelle e dissidenti Dem provano a stare insieme, insomma. Ed è un mezzo derby pure quello di Caivano, visto che a Falco si contrappone Antonio Angelino, ex segretario cittadino del Pd.

Ma tracce di fuoco amico si trovano anche in altri centri: a San Giorgio a Cremano Rosaria Ruotolo ed altri rappresenti del Pd hanno lasciato Zinno per sostenere Giovanni Marino, mentre a Pomigliano la rottura si è consumata con Italia Viva, che ha voltato le spalle sia all'ormai ben noto laboratorio che a Vincenzo Romano (che pure aveva lasciato il Pd per seguire Renzi) scegliendo di appoggiare lo schieramento di Elvira Romano, vicesindaco in carico. Infine, la diaspora di Terzigno, dove il segretario cittadino Gaetano Miranda ha ispirato la civica Terzigno Democratica per stare con Francesco Ranieri, mentre Vincenzo Aquino, anch'egli da sempre vicino al Pd e alla sinistra, si è candidato a sindaco con altre civiche.

Storie di ordinaria litigiosità, antico marchio di fabbrica della sinistra. 

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