Il futuro del presidente della Camera Roberto Fico resta in bilico tra Conte e Grillo. Il primo vorrebbe aprire alla possibilità di superare lo scoglio del doppio mandato, «anche per valorizzare esperienze e competenze» ha detto ieri, mentre il comico genovese non ne vuole sapere: dopo due mandati si va a casa. E così la terza carica dello Stato potrebbe non essere in corsa alle elezioni di settembre. Al netto della questione nazionale, c’è poi un fronte tutto locale. Vanno composte le liste e sciolti i nodi sulle possibili candidature. Oggi è in programma a Scampia, roccaforte grillina, un’assemblea territoriale aperta agli attivisti, agli eletti e non eletti, alla quale parteciperanno anche Fico e i deputati Gilda Sportiello e Salvatore Micillo. Domenica una riunione online degli iscritti in Campania coinvolgerà, oltre a Micillo, anche i tre consiglieri regionali M5s e Giuseppe Conte.
Una volta chiarito l’aspetto sullo stop o meno a chi è al secondo mandato si potrà ragionare su candidature e composizione delle liste. Ma partiamo dalle certezze: in pole ci sono sicuramente le deputate uscenti Sportiello e Teresa Manzo, entrambe al primo mandato. La prima è stata eletta nel collegio di Napoli, mentre Manzo, 36enne stabiese, nel collegio che comprende l’area vesuviana e nolana. Il M5S punterà dunque su una flotta rosa e giovane. Ma non è escluso che si possa pescare anche tra i grillini che ricoprono un incarico istituzionale sul territorio. Sicuramente si guarda con interesse all’assessore al Welfare di Palazzo San Giacomo, Luca Trapanese. Profilo spendibile anche sul piano mediatico: l’assessore è molto attivo nel sociale. Noto per essere stato il primo caso in Italia di genitore omosessuale ad adottare una bambina affetta da sindrome di down. Dal 2018, infatti, è il padre single della piccola Alba. Trapanese è molto vicino al presidente della Camera ed è entrato nella giunta Manfredi otto mesi fa proprio in quota Fico. Ed è proprio sugli uomini più vicini alla terza carica dello Stato che all’ombra del Vesuvio continua il pressing degli ex arancioni legati a Luigi de Magistris. L’ex sindaco di Napoli infatti ha chiamato a raccolta i suoi fedelissimi e strizza l’occhio al leader grillino Giuseppe Conte.
De Magistris gioca a carte scoperte e al Mattino spiega: «Alleanza con Conte? Un’idea suggestiva. Abbiamo colto la crisi di Governo e questa fase politica in cui Conte ha deciso di rompere con il Pd e il sistema draghiano. Fa dichiarazioni rimarcando lo spirito originario del Movimento, così come Di Battista. Se c’è volontà a dialogare, con chi, come me quando ero sindaco, certe cose le ha fatte, sarebbe interessante».
Nella sua base, ovvero Napoli, a lavorare dietro le quinte al corteggiamento sfrenato ai grillini ci sono i suoi fedelissimi Carmine Piscopo, Rosaria Galiero e Donatella Chiodo. I pontieri dell’ex pm stanno tentando un approccio con quel mondo grillino che già negli anni scorsi è stato borderline, diviso tra il fuoco arancione e quello pentastellato. C’è anche chi la butta sull’ironico: «Un pezzo di demA è già dentro il Movimento» riferendosi al gruppo consiliare. Difatti il capogruppo Ciro Borriello, Salvatore Flocco e Claudio Cecere vengono proprio dalla “parrocchia” targata de Magistris. Intanto sulle chat dei grillini napoletani c’è molto malumore. L’ipotesi di alleanza con de Magistris proprio non riescono a digerirla: «Meglio stare da soli»; «Ha sempre parlato male del M5S e di Conte, adesso vuole stare con noi?»; «Ha affossato la città adesso vuole affossare noi». Il tenore dei messaggi è feroce e soltanto un intervento dei vertici del Movimento potrebbe far cambiare idea agli attivisti.