Il sindaco Gaetano Manfredi ha memorizzato che in questo primo pezzo di consiliatura deve accontentarsi e andare avanti con il freno a mano tirato. La vera svolta - sotto il profilo amministrativo e politico - ci sarà solamente dopo il 15 febbraio quando a Roma firmerà il patto con il governo che ha dato a Napoli 1,3 miliardi a fondo perduto. Prima di quella data l'ex rettore e la sua squadra giocheranno di rimessa tenendo presente che di emergenze - al netto del Covid - ce ne sono ancora tante. In questo senso va letta la mossa del sindaco di chiedere un Consiglio comunale intorno al 21 dove spiegare il provvedimento del Governo per Napoli a tutti i consiglieri, quelli di maggioranza e di minoranza. Per lanciare il vero e unico Patto per Napoli, quello con gli eletti del popolo. Un'assemblea cittadina che servirà a Manfredi per raccogliere indicazioni provenienti dall'Aula su come spendere quei soldi e soprattutto avere indirizzi da tutte le forze politiche sui fondi del Pnrr.
Solo dopo il 15 febbraio scriverà il dossier Napoli da consegnare nelle mani del premier Mario Draghi con dentro quello che deve fare Napoli per risollevarsi aprendo lo scenario anche del Piano nazionale di Ripresa e resilienza.
Bisogna fare un piano di rientro dal debito - che è di 5 miliardi complessivi - e il feeling con l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta che lavora al suo fianco è ottimo. Un piano che per essere concreto e credibile agli occhi del premier deve contenere il rilancio della riscossione. Attraverso l'allargamento della platea dei contribuenti che può avvenire solo incrociando le banche dati. E con la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Dismissione ma anche e soprattutto messa a reddito delle migliaia di cespiti di cui dispone Palazzo San Giacomo. Dialogo aperto con Invimit, la partecipata del ministero delle Finanze che si occupa delle operazioni immobiliari. Il sindaco sta lavorando anche a livello politico per dare una stretta alla maggioranza che ogni tanto perde la bussola. Vuole compattezza assoluta Manfredi, il Consiglio comunale servirà anche per avere risposte su questo fronte. Il polverone sull'impianto di compostaggio da costruire a Napoli est sollevato da pezzi del M5S è un campanello d'allarme importante che l'ex rettore tiene ben presente. Così come le tensioni nel Partito democratico che non mancano mai.