Mostra d'Oltremare, nel Cda duello per le poltrone: Oliviero non lascia e annuncia ricorso

Mostra d'Oltremare, nel Cda duello per le poltrone: Oliviero non lascia e annuncia ricorso
di Luigi Roano
Sabato 6 Aprile 2019, 08:00
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Un pasticcio politico amministrativo degno dei migliori menù di Pasqua quello dove è precipitata la Mostra D'Oltremare che rischia di rimanere indigesto all'azionista di maggioranza Comune. Ieri il Cda - la Regione è il socio di minoranza e non si è presentata - ha formalizzato la revoca di Giuseppe Oliviero del quale il sindaco Luigi de Magistris e il capo di gabinetto Attilio Auricchio avevano chiesto le dimissioni prima della scadenza del mandato. Ma Oliviero si è opposto e ha impugnato la decisione. La Mostra rischia lo stallo perché nel frattempo Palazzo San Giacomo ha già nominato Valeria De Sieno al suo posto ma se i Tribunali daranno ragione a Oliviero quella nomina diventa carta straccia, un caos annunciato. Che inizia - infatti - almeno sei mesi fa con il valzer di poltrone innescato dal sindaco per calmierare la sete di poltrone e di visibilità della sua maggioranza. Un giro di nomine dove la stessa giunta, la Mostra d'Oltremare, la Città metropolitana e altri enti controllati dal Comune sono stati usati come camera di compensazione politica. E a farne le spese sono stati fra gli altri i vertici della Mostra.
 
Prima di approfondire le dichiarazioni di Oliviero che sono state messe a verbale dal Cda, un passo indietro per capire bene l'assurdo meccanismo che si è messo in moto. Da un punto di vista amministrativo, la revoca di Oliviero doveva essere un sacrificio per risolvere il problema della parità di genere in seno al Cda che era così composto: Donatella Chiodo presidente, Oliviero consigliere delegato e Alessandro Limatola - di nomina regionale - confermato. La singolarità sta nel fatto che la prima a essere dimissionata è stata la presidente Chiodo, una donna, e non Oliviero. Al posto della Chiodo è subentrato Alessandro Nardi, che era capo di gabinetto alla Città metropolitana, il quale ha lasciato il posto all'ex consigliere comunale Pietro Rinaldi - dimessosi dall'Assemblea cittadina - per fare entrare in Aula Rosaria Galiero che è andata a rinforzare Sinistra in Comune che minacciava l'uscita dalla maggioranza. Perché Nardi è essenziale in questo giro? Al netto delle sue compravate capacita manageriali che sono fuori discussione, Nardi è in quota Verdi che il sindaco ha fatto fuori dalla giunta. Se non avesse trovato un posto di governo di rilievo ai Verdi l'ex pm sarebbe rimasto senza maggioranza. A questo punto, con tre maschi su tre nel Cda della Mostra non c'è più la quota rosa. Nella sostanza un trappolone per Oliviero, che ha impugnato la revoca.

Come le qualità di Nardi sono concrete, non da meno lo sono quelle di Oliviero che nel mondo delle imprese è molto stimato: è vicepresidente nazionale Cna (Confederazione artigiani), presidente della Cna Napoli-Caserta-Benevento ed è stato confermato alla vicepresidenza dell'organismo europeo di rappresentanza delle piccole e medie imprese della Ue. Uno dei pochi italiani con un incarico a Bruxelles. Cosa ha fatto mettere a verbale Oliviero? Intanto la sua premessa ricorda la richiesta di dimissioni arrivata per la Chiodo e per lui già a dicembre con la «motivazione di riequilibrio politico di cui nulla ha a che vedere con la società partecipata». Per Oliviero «l'inattesa richiesta è mortificante e ingrata». La Chiodo - fedelissima di de Magistris - alla fine ha rassegnato le dimissioni. Per Oliviero la nomina di Nardi - effettuata per il riequilibrio di genere che arriva dopo le dimissioni della Chiodo - «è in violazione delle norme sulla parità di genere». Un avvertimento lanciato anche all'assemblea del Cda che deve timbrare tutte le nomine. Al Cda Oliviero sottolinea che «manca la giusta causa» per quello che è a tutti gli effetti un licenziamento con un contratto in essere. In virtù di tutto questo Oliviero scrive che nella ipotesi di sua revoca ante scadenza si riserva «ogni diritto di impugnativa e risarcitorio anche di immagine».
 
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