«Cara Giorgia Meloni, torno a scriverti dopo qualche mese dalla tua risposta. Ti eri dichiarata disponibile e felice di un confronto con me, ma poi, sebbene avessi accettato pubblicamente il mio invito cena, a mangiare la pizza con me e Alba non ci sei mai venuta». Comincia così la lettera aperta che l'assessore al Welfare del Comune di Napoli Luca Trapanese - papà single di una bambina affetta da Sindrome di Down - rivolge al premier Meloni a distanza di qualche mese dall'invito rivolto alla premier e leader di Fdi per un confronto sull'idea di famiglia e sul tema delle adozioni.
«Questa settimana - scrive Trapanese sul suo profilo Facebook - hai rilasciato un'intervista a Silvia Grilli, direttrice del settimanale Grazia, che ha messo la tua faccia in copertina con scritto: 'Ragazze, liberiamo il nostro potere!'.
«Mi piacerebbe anche - continua Trapanese - che tu mi spiegassi cosa sarebbe l'ideologia gender che nomini anche nell'intervista, locuzione peraltro coniata da te. Riguarda anche me, padre gay? Io ho adottato Alba - sottolinea Trapanese - una bimba down abbandonata da una donna alla nascita e non voluta da oltre 30 famiglie tradizionali, quelle a cui, dici nell'intervista, avrebbe diritto ogni bambino. Peccato che tu non sia venuta a trovarci come avevi promesso, avresti conosciuto la nostra famiglia - posso chiamarla così oppure un papà e una bimba non sono una famiglia? A casa nostra avresti capito che l'amore e la gioia che circondano Alba sono così grandi che la rendono totalmente felice. Penso che sia proprio per questo che non hai mantenuto la promessa - chiude la sua lettera Trapanese - per non vedere ciò che è così evidente. Io e Alba ti salutiamo, rammaricati e anche un po' dispiaciuti per te, che non riesci a cogliere l'enorme bellezza custodita nell'unicità di tutte le famiglie che si amano».
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