Napoli, l'ira di due consigliere: è rottura con de Magistris

Napoli, l'ira di due consigliere: è rottura con de Magistris
di Valerio Esca
Venerdì 3 Gennaio 2020, 08:17 - Ultimo agg. 4 Gennaio, 07:11
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Il 2020 inizia in salita per il sindaco de Magistris. Le tensioni nella maggioranza arancione aumentano: neanche il tempo di brindare al nuovo anno e il gruppo demA perde un pezzo importante. Lascia Laura Bismuto, che aderisce al gruppo misto e voterà volta per volta gli atti in discussione in Consiglio. «Ho le mani libere, più libere di sempre», dice.

L'ADDIO
Si consuma dunque lo strappo, nell'aria già da tempo. La Bismuto dice addio a demA e prende le distanze in maniera netta dal progetto politico del sindaco, dalle modalità di gestione del gruppo consiliare, della maggioranza e del movimento guidato da de Magistris. Non le sono andate giù diverse scelte amministrative dell'ex pm: dall'ultimo rimpasto di giunta alle nomine nei Cda delle partecipate e non ha mai fatto mistero della sua contrarietà allo spazio lasciato a Insurgencia in questi quattro anni. Sul prossimo futuro la Bismuto comincia a guardare con interesse al fenomeno delle Sardine. «In questo momento in politica c'è bisogno di dialogo, di confronto, ma soprattutto di obiettivi chiari - sottolinea la consigliera appena approdata nel gruppo misto -. Le Sardine su questo stanno lanciando un messaggio chiaro».

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IL MALCONTENTO
Segnali di insofferenza arrivano anche da un'altra giovane che siede tra i banchi della maggioranza. Con un post criptico su Facebook, con il quale augura buon anno a tutti, Maria Caniglia, del gruppo degli «Sfasteriati», lascia trasparire le prossime mosse: «Il 2020 ha il sapore delle sfide che ho voglia di affrontare libera dai legami del passato - scrive -. Il futuro dipende dalle nostre decisioni, io sono pronta a prenderle senza più voltarmi indietro. Auguro a tutti di conservare nel cuore le cose belle vissute ma di avere il coraggio di rompere con quelle scelte passate che non ci consentono di andare avanti».
«Rompere con le scelte del passato», «nuove sfide future», tutte espressioni che fanno presagire un possibile addio, seppur non immediato, in vista delle prossime regionali. La Caniglia non si sente più coinvolta nelle scelte del sindaco rispetto alla maggioranza. Il fil rouge è sempre lo stesso: il rimpasto e le ultime nomine nelle municipalizzate. Le assenze di Caniglia e degli Sfasteriati alle ultime sedute del Consiglio comunale sono un segnale a dir poco inequivocabile. Intanto, la giovane consigliera sta già guardando avanti, corteggiata sia dal centrodestra che dal centrosinistra per le Regionali. C'è chi prova a tirarla per la giacchetta, offrendole un posto nella lista di Fratelli d'Italia, chi invece la vorrebbe candidata con Forza Italia. A ogni modo non è da escludere che la Caniglia possa presentarsi con il simbolo degli Sfasteriati, una lista che ha incassato nel 2016 seimila preferenze.

I NUMERI
Tra defezioni, addii, malpancisti della prima e dell'ultim'ora, il rischio di non riuscire più a tenere numericamente la maggioranza è altissimo. Gli arancioni sono sempre più balcanizzati e i numeri parlano chiaro. Due voti risultano cruciali ai fini della tenuta del Consiglio comunale. La maggioranza oggi può contare su 22 voti, compreso quello di de Magistris. DemA scende a sette consiglieri, dopo il saluto amaro della Bismuto, che entra nel gruppo misto, dove c'è Troncone. I Riformisti restano in due (Mundo e Mirra), così come i Verdi (Buono e Gaudini), la Sinistra con quattro esponenti (Coppeto, Coccia, Fucito, Guida), tre sono gli Sfasteriati e soltanto Ciro Langella del gruppo Agorà resta fedele al sindaco. Sedici sono i membri dell'opposizione, mentre restano sull'Aventino Fulvio Frezza (gruppo Misto) e gli altri due di Agorà, Nino Simeone e Carmine Sgambati. Simeone attende l'evolversi della situazione nell'universo di centrosinistra, dove andrà a candidarsi molto probabilmente in una lista a supporto del governatore uscente De Luca, mentre Sgambati è già con la valigia in mano per approdare tra i renziani di Italia Viva. Riuscire a riunire il Consiglio comunale senza trepidazioni, in questo ultimo anno e mezzo che resta, sarà un'impresa titanica.
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