Napoli Est, la sfida di Manfredi: «Bonifiche e porto turistico»

«Il progetto Porta est delle Fs è fondamentale anche ai fini del dello sviluppo del Centro direzionale che diventerà un business district»

Il sindaco Gaetano Manfredi con Lucia Valenzi
Il sindaco Gaetano Manfredi con Lucia Valenzi
di Luigi Roano
Martedì 14 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 07:10
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«Napoli ad est» - dibattito voluto dalla Fondazione Valenzi - ha acceso un fare sull'area orientale della città dove, se c'è una cosa dove tutti sono stati d'accordo, è che la zona ex industriale è effettivamente l'unico luogo dove la città può avere un innesto di sviluppo concreto e di prospettiva anche a lungo termine. Di questo si è discusso al Maschio Angioino, ovvero sull'opportunità che può dare la riqualificazione urbana dell'area orientale oggetto di una Variante al Prg da parte del Comune. Dopo i saluti di Lucia Valenzi e l'introduzione di Lida Viganoni sono partiti i lavori. A moderare il dibattito il direttore de Il Mattino Francesco de Core, al tavolo il sindaco Gaetano Manfredi, l'economista Sergio Sciarelli, il giurista Marcello d'Aponte e l'urbanista Pasquale Belfiore, tutti docenti universitari. In platea, tra gli altri, pezzi di storia dell'urbanistica napoletana come Attilio Belli e Alessandro Dal Piaz. Tullio D'Aponte docente di geografia ed economia politica, Aldo De Chiara magistrato a riposo che ha speso una vita per combattere gli abusi ambientali. Aldo Cennamo ex parlamentare esponente della sinistra riformista originario di Ponticelli, uno dei tanti cuori dell'area orientale. C'è passione per la materia e si sente. 

 

Tocca a Sciarelli aprire il dibattito. «Ne ho visti tanti progetti fallire - spiega l'economista - e questo perché l'urbanistica e i progetti non sono mai stati collegati al fattore economico.

Se non c'è attrattiva da parte degli investitori privati. Penso a Bagnoli giusto per fare un esempio e allo stesso Centro direzionale che resta incompiuto. E poi il contesto in cui si calano i progetti deve essere degno altrimenti nessuno mette soldi». È Belfiore a prendere la parola che rilancia un concetto caro a molte scuole di urbanistica: «Non bisogna rinunciare ad avere una visione unitaria della città. Napoli ha avuto tanti progetti da Bagnoli all'area est al centro storico ma sono stati sempre slegati. Quello che è certo è che l'area orientale è la parte più giovane della città ed è li che si deve puntare a uno sviluppo che guardi all'innovazione». Quanto al Centro direzionale Belfiore ha le idee chiare: «Per rilanciarlo servono tante case e gente che ci venga ad abitare è un processo lungo a oggi la cittadella dei grattacieli è vissuta ancora come un innesto a freddo nel corpo di Napoli». Quindi parola al giurista d'Aponte. «L'area est è molto variegata ed è difficile avere una visione unitaria - spiega - quello che serve è investire sull'edilizia popolare riqualificarla e avere un contatto diretto con il territorio, coinvolgerlo nelle scelte».

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Le conclusioni sono di Gaetano Manfredi che non si lascia pregare. «Bisogna partire sempre dalle competenze - racconta l'ex rettore - a Napoli si è parlato molto ma si è fatto poco, noi nell'area est della città siamo convinti che ci siano grosse opportunità. A partire dalla mobilità che è l'innesco dello sviluppo. Basta pensare che in quella zona di Napoli in pochi chilometri c'è la stazione Garibaldi, il Porto, e l'aeroporto. E una stazione della metro pronta a collegare tutto, non esiste in nessuna parte del mondo. In questo senso il progetto Porta est delle Fs è fondamentale, anche ai fini del dello sviluppo del Centro direzionale che diventerà un business district». Per Manfredi «non c'è rigenerazione urbana senza rigenerazione economica e sociale sennò facciamo errori come a Scampia. Abbiamo bisogno di una visione unitaria e di investimenti dei privati, e sto avendo buoni riscontri, perché a est presto aziende di livello internazionale installeranno le loro basi. Servono investimenti per centinaia di milioni, il pubblico può e deve fare le infrastrutture oltre è difficile andare». Quindi un paio di cose che si verificheranno nei prossimi mesi. «C'è i, tema del mare a est più che a Bagnoli è possibile il recupero della balneabilità. Stiamo mettendo mano agli scarichi a mare ne sono rimasti solo tre e presto sboccheranno nel depuratore». E ancora: «Riprendere in mare la vicenda di Porto Fiorito l'approdo serve e ci stiamo provando basta pensare che uno yacht di 80 metri, e nel golfo di Napoli ce ne sono tanti, che attracca muove più economia in un giorno di quanto non ne muova una nave da crociera». Infine l'annuncio sulle bonifiche: «A giorni chiudiamo l'accordo con la Q8 restituiamo alla città 36 ettari. Perché ci sono 150 milioni che Napoli non ha mai speso a disposizione al ministero dell'Ambiente». 

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