Napoli, ecco il Pgr della rinascita: la città divisa in sei zone

L'area orientale asse del piano strategico

Pepe con Lieto
Pepe con Lieto
di Luigi Roano
Martedì 5 Dicembre 2023, 10:30
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Sei linee guida strategiche per il nuovo Prg e altrettanti obiettivi da centrare. Ma due sono i problemi e gli obiettivi da affrontare nell'immediato: «Cambiare il sistema regolatorio, pensiamo a una "Variante dell'operatività" per consentire investimenti nei vari ambiti con i cambi di destinazione d'uso e il modello è quello della Variante orientale. E affrontare il problema della turistificazione del centro storico. Quella che faremo è una riforma del vecchio Prg non toccheremo per esempio la Variante di salvaguardia che nel 2004 quando entrò in vigore il Prg dopo un lavoro decennale fu lungimirante: il nuovo Piano regolatore sarà comunque a consumo di suolo zero» spiega Laura Lieto la vicesindaca con delega all'Urbanistica. L'agenda del 2024 - su questa fondamentale prerogativa del Comune - è dunque molto densa, dopo un quarto di secolo si mette mano allo strumento regolatore dell'intera città, l'ultimo a farlo è stato Antonio Bassolino che ieri in Commissione urbanistica era in prima fila. A presentare il Piano la Lieto, il presidente della Commissione Massimo Pepe e i tecnici dell'ufficio urbanistico guidato da Andrea Ceudech. Sono 15 all'epoca di Bassolino erano 80.

«Ma - chiosa l'ex sindaco - io al Comune non trovai nemmeno un computer ce lo facemmo prestare dalla Cgil.

Fu una scelta politica puntare sull'urbanistica e sono pronto ad appoggiare questa amministrazione se avesse intenzione di potenziare l'ufficio del Piano». Per a rinforzare l'Ufficio del Piano è arrivato il docente di Urbanistica della Federico II alla facoltà di architettura Carlo Gasparrini che sarà il coordinatore di un gruppo che da 15 dovrà arrivare intorno alle 40 unità.

Che Napoli sarà quella del nuovo Prg che guarda al 2050, data entro la quale dovrebbero cessare di esistere i combustibili fossili? «Giusta, sostenibile e attrattiva» si legge sulla copertina della bozza di documento. Il nuovo strumento urbanistico dovrà essere tarato «sull'emergenza climatica, le nuove povertà, l'over-tourism e la ristrutturazione dei mercati del lavoro», la sostanza è che si punta sulla rigenerazione urbana. Il Prg si compone di due asset: il piano strategico e quello regolatorio. Si parte dal primo ma individuati gli indirizzi strategici, subito si introdurranno le nuove regole per far partire gli investimenti.

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Sono sei gli indirizzi strategici indicati dal professor Gasparrini che corrispondo ad altrettante zone di Napoli e cosiddetti "Progetti guida". «Verso oriente, la città no-carbon del 2050» si comincia quindi da est mentre 25 anni fa si partì da Bagnoli. Poi il secondo progetto guida: «Fra terra e mare» ovvero utilizzare l'intera linea di costa e arrivare al mare pubblico. Terzo la «Corona verde» siamo nell'area collinare quale rigeneratore per la riqualificazione urbana e per contenere i fenomeni climatici sempre più estremi. Il quarto progetto è «Frammenti di cambiamento lungo le linee metropolitane» ovvero la mobilità su ferro e le stazioni della metro come ponte per lo sviluppo. Arriviamo al quinto progetto guida e siamo nell'area che da Fuorigrotta porta a Bagnoli individuata come la «Direttrice del benessere e del tempo libero». Ed eccoci nel centro storico «Il quartiere della cultura».

Dove la Lieto disegna un quadro difficile e il tema è la turistificazione. «A oggi sulla piattaforma Airbnb ci sono 10mila richieste di affitto nel centro storico che significa svuotare di identità quel luogo, ci servono nuove regole nazionali per agire, noi proveremo a fare la nostra parte. Con il paradosso che il nuovo Prg è a consumo zero di suolo zero ma chi lascia il centro storico una cosa la dovrà pure avere e questo significa che dovremmo costruire nuove residenze nell'area est. Che sono previste ma non nella quantità che il fenomeno della turistificazione potrebbe richiedere».
 

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