Napoli abbraccia il presidente Steinmeier: «Qui non è Caracas»

Napoli abbraccia il presidente Steinmeier: «Qui non è Caracas»
di Valentino Di Giacomo
Sabato 21 Settembre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 12:53
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La Napoli delle mille bellezze artistiche, dal Cristo Velato a quel dedalo di vicoli patrimonio Unesco dell'umanità, ma anche un tour nella città di tutti i giorni, a contatto con il popolo: quello che vive, sopravvive e talvolta combatte senza paura la camorra e la criminalità, il degrado e i disservizi. Frank Walter Steinmeier, il presidente tedesco giunto ieri in visita privata a Napoli, ha voluto vedere davvero i mille volti, i mille colori di Partenope e ha deciso di dare un segnale della sua venuta in città con due appuntamenti simbolici nella «Napoli verace».
 
Prima, nel suo tour dei Decumani, si è fermato alla Locanda del Grifo dove da anni il proprietario Mariano Ferrara, titolare della trattoria, è in prima linea contro il pizzo. Poi un salto alla Sanità dove il parroco della basilica di Santa Maria, don Antonio Loffredo, ha organizzato un concerto dell'orchestra composta dai ragazzi del rione con lo splendido progetto Sanitansamble.

L'orchestra Sanitansamble, nata nel 2008, ha mutuato l'esperienza del venezuelano José Antonio Abreu che a Caracas è riuscito a radunare tantissimi giovani insegnando loro l'arte di suonare uno strumento musicale in gruppo per non lasciarli in strada. «Napoli non è Caracas - dice Francesca, 22 anni, che da dieci è nell'ensemble di Paolo Acunzo - ma la musica serve davvero ad unire le persone. Al presidente Steinmeier vogliamo far capire quanta speranza c'è nella nostra città». C'è emozione tra i giovani della Sanità per la visita di Steinmeier, anche se non è la prima volta per loro esibirsi per alte autorità. «Abbiamo già suonato per l'ex presidente Giorgio Napolitano e per l'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella. Una volta - racconta la ventenne Alessandra - abbiamo tenuto un concerto anche per il papa». Qualcuno dei ragazzi ha la pelle più scura, chiediamo se ci sono anche immigrati, ma veniamo subito redarguiti dagli altri giovani. «Ma no, sono tutti nati nel quartiere e sono più napoletani di noi - dicono - ancora a parlare di queste sciocchezze». Così come i giovani musicisti proprio non vogliono sentirsi come mosche bianche o in una sorta di zona protetta. «La Sanità - spiegano - mica è davvero Caracas, viviamo in un quartiere difficile ma qui, anche attraverso questi progetti, c'è la possibilità di emergere. Questo è il messaggio che vogliamo dare al presidente tedesco». Alessandra, grazie al progetto di Sanitansamble, studia al Conservatorio, Francesca studia giurisprudenza: «Vorrei fare politica - dice - ma forse è meglio fare l'avvocato». Gli occhi sono quelli della speranza che vive e si alimenta anche grazie alla musica.

All'esterno della chiesa, anche alla Sanità, c'è un gruppetto di turisti tedeschi. Attendono dietro una transenna il passaggio del proprio presidente. Steinmeier giunge all'ingresso e li saluta con un gesto della mano, poi varca il portone principale. Don Antonio Loffredo accoglie il capo dello Stato tedesco con un crocifisso tra le mani. Quel crocifisso è realizzato con il legno di uno dei barconi dei migranti giunti a Lampedusa. Un gesto simbolico per far comprendere quanto il quartiere sia davvero luogo di accoglienza, senza alcuna barriera. I ragazzi eseguono i due inni nazionali, quello europeo, due brani venezuelani e poi «La tammurriata della Sanità, brano mutuato dalla celebre «Tammurriata nera», ma riassemblato da Daniele Sepe. Ai ritmi partenopei Steinmeier non ha resistito e ha iniziato a battere con il piede lasciandosi trasportare dall'atmosfera avvolgente creata dai giovani musicisti. Al termine dell'esibizione, i ragazzi hanno regalato a Steinmeier un cd con i loro brani e un corno portafortuna.

Se toccante è stato l'appuntamento del presidente tedesco alla Sanità, non da meno qualche ora prima Steinmeier si è emozionato nell'ascoltare la storia di Mariano Ferrara, titolare della Locanda del Grifo a due passi dalla Cappella Sansevero. Da anni il ristoratore si batte contro pizzo e camorra. «Al presidente - ha spiegato Ferrara durante il buffet che ha offerto - ho detto che Napoli non è solo Gomorra. Qui ci battiamo per la legalità tutti i giorni».
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