Nuova holding dei trasporti, prove di fusione Eav-Air: «Inglobare anche Sita»

Nuova holding dei trasporti, prove di fusione Eav-Air: «Inglobare anche Sita»
di Francesco Gravetti
Martedì 6 Aprile 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:56
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Gli amministratori di Eav - il presidente Umberto De Gregorio - e Air - il manager Anthony Acconcia - sono già al lavoro. E dalle parti di Palazzo Santa Lucia si dice che i tempi non saranno lunghi: questione di mesi. Del resto, si tratta di adempiere a quanto previsto dal decreto legislativo 112 del 2015, che impone di differenziare il soggetto che gestisce l'infrastruttura da quello che svolge servizi di trasporto sulla rete. Ecco perché la Regione spinge sull'acceleratore e insiste sul progetto di realizzare un'azienda unica per il trasporto, sia su gomma che su ferro. Una mega-holding con quasi 4000 dipendenti e un fatturato di 314 milioni di euro destinata a nascere dalla fusione di Eav ed Air, inglobando subito Buonotourist e Clp, in attesa che convergano anche Ctp e Anm. Una decina di giorni fa è stata approvata dalla giunta regionale la delibera di indirizzo: «Puntiamo a un modello di governance volto a una gestione unitaria efficiente su tutto il territorio regionale, per offrire a tutti i cittadini un servizio di trasporto pubblico locale di pari qualità», hanno spiegato in una nota dall'entourage del presidente Vincenzo De Luca. Qualche giorno dopo, poi, l'assessore alle Attività Produttive e Lavoro Antonio Marchiello e il presidente della Commissione Trasporti della Regione Luca Cascone hanno incontrato una parte dei sindacati. Ma si tratta solo di un primo passo: nei prossimi giorni ci saranno altre riunioni con i rappresentanti dei lavoratori. Intanto, il quadro va delineandosi: la holding controllerà tre società, una gestirà la rete ferroviaria, un'altra il trasporto ferroviario e la terza il trasporto su gomma. Il modello di riferimento è quello di Ferrovie Italiane, ma anche di altri operatori europei, come i francesi e i tedeschi. A livello regionale, lo stesso schema è utilizzato già in Lombardia, pur senza la configurazione di società in house. Oltre ad Eav (3200 dipendenti) e Air (224) della partita sarebbero già Buonotourist (65 dipendenti) e Clp (400 dipendenti), che attualmente non navigano in buone acque. E ora la Fit Cisl lancia un appello al governatore Vincenzo De Luca: «Auspichiamo che la Regione decida di convogliare altre aziende nel progetto di razionalizzazione aziendale, come BusItalia Campania e Sita, quest'ultima più onerosa considerando i costi del contratto di servizio con la Regione, addirittura doppi rispetto ad altre aziende di trasporto per i rispettivi conteggi chilometrici», dichiara il segretario generale Alfonso Langella, per il quale questa è anche «l'occasione per valorizzare le risorse umane che tanto danno nonostante le difficoltà di organico, infrastrutturale e di organico». I sindacati sono cautamente ottimisti: la nuova holding potrebbe essere decisamente più efficiente e consentire una riduzione dei costi. Si pensi alla manutenzione, per esempio, che in Eav per ciò che riguarda i bus è quasi tutta esternalizzata. Inoltre, il modello organizzativo ipotizzato potrebbe rappresentare un primo passo verso un futuro ingresso di privati. 

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Restano, ovviamente, alcuni nodi, per sciogliere i quali le governance di Eav e di Air sono al lavoro.

Ci vorrà, infatti, un equilibrio economico tra la holding e le società controllate e potrebbe rivelarsi particolarmente tortuoso il percorso per la gestione della metropolitana di Napoli con Anm (che già attualmente è di competenza di Eav per alcune tratte). C'è, inoltre, una oggettiva debolezza del comparto gomma rispetto a quello ferroviario. Ma il punto più importante è quello del contratto di servizio, peraltro attualmente bloccato a causa della crisi sanitaria che ha reso tutto più complicato e indotto alcune aziende a chiedere un rinvio alla Regione. La futura holding, infatti, gestirà direttamente i contratti del trasporto pubblico locale: ciò consentirà un recupero del 10% di Iva in termini di chilometri da garantire all'utenza. Attualmente la Regione trasferisce fondi alle aziende in cambio di un servizio, ma il 10% è comunque rappresentato dall'Iva e quindi viene perso. 

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