Pd Campania, Boccia chiude il ciclo: «Via dalle sabbie mobili, lascio un partito povero»

Entro le ore 18 di venerdì 27 gennaio si devono presentare liste, firme e candidature

La conferenza stampa del senatore Francesco Boccia
La conferenza stampa del senatore Francesco Boccia
di Adolfo Pappalardo
Martedì 17 Gennaio 2023, 08:00
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«Ora il commissario esce di scena» dice il parlamentare Francesco Boccia inaugurando così le danze per la battaglia congressuale sulla scelta del nuovo segretario regionale Pd. Lo dice, vedremo dopo, levandosi anche qualche sassolino dalla scarpa mentre tutto è ancora in alto mare: entro le ore 18 di venerdì 27 gennaio (a meno di slittamenti che nei democrat è sempre possibile) si devono presentare liste, firme e, soprattutto, candidature. Ma sinora non si segnalano manovre all'orizzonte se non l'insediamento ufficiale della commissione che deve sovraintendere allo svolgimento del voto tra gli iscritti. Senza contare come Marco Sarracino, appena eletto deputato, sia orientato a dare le dimissioni da segretario napoletano nelle prossime ore. Dando il via così anche al congressino all'ombra del Vesuvio. Tempi molto ristretti quindi. E se per il regionale almeno si intravede un scontro tra il governatore che ipotizza su quella poltrona un suo fedelissimo (Nicola Landolfi o Gino Cimmino) mentre dal basso i consiglieri regionali immaginano un nome proprio che potrebbe essere Massilimiliano Manfredi o l'ex parlamentare Lello Topo per Napoli invece la rotta è tutta da tracciare.

Nei giorni scorsi un gruppo di consiglieri regionali e due ex parlamentari aveva chiesto l'uscita di Boccia dal ruolo di commissario perché coordinatore nazionale della mozione Elly Schlein. «Con l'insediamento della commissione per il congresso (la presiede il parlamentare Ue Franco Roberti) rispondo alla richiesta inutile di qualche giorno fa inviata al Pd nazionale che non aveva alcun senso politico.

Rispondo - puntualizza l'ex ministro - ora con gli atti. Ma chiunque conosce il Pd, conosce anche le regole congressuali, che affida la gestione alla commissione regionale del congresso». Finisce così, affari correnti a parte, il compito del commissario inviato dal segretario Enrico Letta in primavera a Napoli per tentare di rimettere in pista un partito capace di infilarsi in un cul de sac quasi impossibile: far dimettere il vecchio segretario fedelissimo del governatore senza riuscire a nominare il suo successore... 

«Arrivando qui ho trovato un partito povero con situazioni non tollerabili in un territorio dove governiamo Regione, una metropoli come Napoli e decine di comuni», spiega Boccia. A cosa si riferisce? Non solo agli eletti che non girano contributi al partito ma anche ad una comunità «sfilacciata e slabbrata». «Non è tollerabile non avere soldi per pagare dipendenti e fare iniziative politiche: ho passato intere settimane a chiudere transazioni e raddrizzare la barca. I circoli devono vivere e non essere usati solo come comitati elettorali alla bisogna di qualcuno. Funziona così ovunque: non solo in Emilia ma anche in Puglia tranne qui», dice sul primo punto. Mentre sul secondo cita il caso Caserta: «Qui c'è un partito povero, il cui simbolo è a Caserta, dove con 104 Comuni abbiamo appena cinque circoli funzionanti. Questo deve far riflettere tutti su problemi che non sono tollerabili». E aggiunge: «Questo congresso deve far uscire il partito dalle sabbie mobili in cui era piombato».

 

A monte c'è la sfida nazionale per il vertice del Nazareno in cui si scontrano il governatore dell'Emilia Stefano Bonaccini e la parlamentare Elly Schlein, considerati i due maggiori competitor (gli altri due sfidanti sono Gianni Cuperlo e Paola De Micheli), ma a valle c'è lo scontro per la poltrona del partito regionale. E se sul nazionale si avversano due macro aree, sul locale come sempre le carte si rimescolano. Per capirci con la giovane parlamentare c'è, in sintesi, il gruppo di Andrea Orlando e quello di Dario Franceschini mentre il presidente Vincenzo De Luca con i consiglieri regionali e diversi sindaci sono con Bonaccini. «È una sfida tra élite e gruppi dirigenti contro militanti», sintetizza sempre Boccia ieri pomeriggio. Ma per il regionale tutto cambia e ognuno cerca di allargare le alleanze. I consiglieri regionali aspirano infatti a candidare un loro nome contro i desiderata del ristretto moloch deluchiamo che punta sul salernitano Nicola Landolfi o sull'ex segretario napoletano dem Gino Cimmino: si pensa così all'ex parlamentare Lello Topo o al consigliere regionale Massimiliano Manfredi. E, in quest'ultimo caso, entrerebbe gioco forza nella contesa, anche se da esterno, pure il sindaco Manfredi, fratello maggiore del consigliere, che punta ad entrare in punta di piedi nel match.

Ma i tempi sono ristretti: in dieci giorni occorre raccogliere circa 500 firme in tre province per presentare le candidature. E i moduli a ieri sera non erano ancora pronti. 

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