Manfredi, patto tra sindaci poi l'incontro con Meloni

Mobilità sostenibile, sistemi museali, ricerca scientifica e filiera turistica legata all'economia del mare: ecco l'alleanza Napoli-Bari

Gaetano Manfredi col presidente dell'Anci Antonio Decaro
Gaetano Manfredi col presidente dell'Anci Antonio Decaro
di Luigi Roano
Martedì 17 Gennaio 2023, 08:00
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Più potere ai sindaci e no all'autonomia differenziata, su questi due pilastri regge la rete dei sindaci che il primo cittadino Gaetano Manfredi sta mettendo in piedi da mesi. Nella quale c'è già Bologna - un patto siglato con un protocollo d'intesa - e da ieri Bari retta dal presidente dell'Anci Antonio Decaro. Qui il protocollo è stato steso e la firma arriverà a breve, frutto dell'incontro di domenica a Palazzo San Giacomo assieme al governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini candidato alla segreteria nazionale del Pd, elemento da non trascurare. Quindi la sacra alleanza tra Città metropolitane con Milano e Roma. Con sullo sfondo una interlocuzione forte con il Governo. A giorni l'ex rettore dovrebbe incontrare la premier Giorgia Meloni e il ministro per il sud Raffaele Fitto. Con quest'ultimo si tratta di fare il punto su Bagnoli e i nuovi fondi e in generale sugli stanziamenti alla città. Il sindaco mette avanti fatti concreti, obiettivi da centrare, ma chi fa amministrazione fa anche politica. Il tema di dare più potere ai sindaci - vale a dire incassare i fondi direttamente senza passare per le Regioni accorciando tempi ed eliminando tensioni politiche - è una nuova centralità del sud sono temi amministrative e politici sui quali Manfredi lavora con grande determinazione. La presenza di Bonaccini al vertice - che sull'autonomia differenziata è uno che vuole ragionare - è significativa perché ha ascoltato da Manfredi in persona i pericoli di una pericolosa deriva che si chiama neocentralismo regionale. In Campania - per fare un esempio - Manfredi avrebbe il presidente Vincenzo De Luca nel ruolo di plenipotenziario malgrado amministri - trapela dal Municipio - meno della metà della popolazione campana in grande parte concentrata tra Napoli e la sua sterminata provincia. Il nuovo patto con Bari, città del sud a guida dem alla presenza di Bonaccini va calato in questa cornice per capirne bene tutte le sfumature. 

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Su cosa si regge l'alleanza Napoli-Bari? Mobilità sostenibile, sistemi museali, ricerca scientifica e filiera turistica legata all'economia del mare. «Il punto di partenza dell'accordo - si legge in una nota congiunta - da sottoscrivere è legato da una parte agli obiettivi del programma dell'Alta Velocità/ Alta Capacità Napoli-Bari che costituisce un fattore strategico nell'ambito del processo di sviluppo del Mezzogiorno facilitando le relazioni tra i due capoluoghi, le sue regioni e il Nord del Paese, oltre a favorire una maggiore integrazione con le grandi reti europee.

Dall'altro il lavoro che sta andando avanti dei rispettivi piani strategici metropolitani di Napoli e di Bari e dei Piano di investimenti Patto per Napoli e Patto per Bari, che mira ad incrementare la qualità della vita dei cittadini». Parola a Decaro: «Quando si parla di Mezzogiorno noi sindaci siamo abituati a lavorare con i fatti e con quello che abbiamo spiega Decaro - di qui l'idea di questo protocollo per avviare una collaborazione serrata tra le due città metropolitane più importanti del sud che ci permetta di condividere da subito progetti, idee, competenze e risorse sui grandi attrattori culturali, paesaggistici ed economici delle rispettive città. Questo per far fronte anche a quello che non abbiamo ancora: ossia un collegamento diretto e veloce tra Bari e Napoli che attende di vedere la luce da troppo tempo. Manfredi è sula stessa lunghezza d'onda: «Napoli e Bari possono realizzare un asse strategico per favorire sviluppo economico, valorizzare il ruolo delle città meridionali in Italia ed in Europa, accorciare le distanze e costruire una rete di valori comuni ai due mari nell'ottica dell'integrazione e della pace, snodo fondamentale tra Europa e Mediterraneo». 

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