Pd, l'affondo di Manfredi: «Ha allontanato i giovani»

«Sullo stato dei partiti a Napoli non mi pronuncio. Anche perché non ci sono, non saprei di che parlare»

Gaetano Manfredi con Roberto Fico
Gaetano Manfredi con Roberto Fico
di Dario De Martino
Sabato 3 Dicembre 2022, 09:00
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«Sullo stato dei partiti a Napoli non mi pronuncio. Anche perché non ci sono, non saprei di che parlare». Una sciabolata inusitata per Gaetano Manfredi, abituato a lavorare di fioretto. L'aria di casa, evidentemente, lo avrà messo a suo agio. Nell'aula Spinelli del dipartimento di Scienze Politiche della Federico II, l'ex rettore manda stoccate dure al Pd e all'intero centrosinistra. L'occasione è stata la presentazione del libro di Stefano Fassina Il mestiere della sinistra. Un clima adeguato per l'ex rettore per esprimere il suo pensiero critico nei confronti dei partiti progressisti, Pd in testa. «Il nome del nuovo segretario non mi interessa, bisogna ripartire dai temi», dice chiaro il primo cittadino ai dem in vista del congresso che dovrà far ripartire il partito. Quello rappresentato dal sindaco è quasi un senso di solitudine rispetto ai partiti che lo sostengono. E in serata, davanti ai cittadini del Centro direzionale in un appuntamento organizzato proprio dal Pd, pone anche dubbi su un suo secondo mandato a Palazzo San Giacomo: «Non sono qui a farvi promesse per cercare voti anche perché non so se mai mi ricandiderò».

È proprio nelle vesti di amministratore pubblico che il primo cittadino avverte l'assenza dei partiti che lo sostengono.

A partire dalla sicurezza: «Non può essere un tema solo della destra. Ci sono soluzioni inclusive o repressive, ma non si possono negare i problemi che esistono nelle grandi periferie». Poi ecco un richiamo sulle strategie elettorali del centrosinistra: «Abbiamo regalato il popolo delle partite Iva alla destra. Molti di loro sono in realtà i nuovi proletari». Per Manfredi, il Pd e più in generale i partiti progressisti «non sono stati in grado di interpretare il cambiamento della società. La sinistra è diventato il luogo della conservazione, della difesa dei diritti acquisiti, del mantenimento dello status quo e questo ha portato i giovani ad allontanarsi». Quella del sindaco è una disamina da politologo: «Credo che questo periodo all'opposizione sia utile per costruire una nuova proposta per una sinistra progressista e riformista per dare una nuova prospettiva al Paese, ma soprattutto che sia in grado di intercettare chi oggi non ci ascolta». Manfredi si inserisce nel dibattito interno al Pd pure per quanto riguarda la strategia delle alleanze: «Se guardiamo ai temi nel Pd, nel M5s, nella sinistra riformista e nelle forze del centro sono di più le cose che ci uniscono che quelle che ci separano. Quando si sta insieme si vince, il caso Napoli lo dimostra». 

Infine, nel giorno della visita del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte a Napoli, non può mancare una battuta sul reddito di cittadinanza: «Io lo difendo, ha emancipato molte persone da una difficoltà ma non le ha aiutate a riprendersi la dignità del lavoro». E il sindaco fa un esempio pratico di queste difficoltà: «Al Comune per inserirli nei lavori di pubblica utilità abbiamo dovuto affrontare una burocrazia folle». Nessuna sorpresa se a difendere strenuamente la misura assistenziale è Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati: «Il reddito l'abbiamo approvato con la Lega, non con il Pd», dice come a sottolineare la distanza da misure di sostegno sociale del Partito democratico.

«Il welfare - dice Fico - è un tema fondamentale. Per questo al Comune ho fortemente voluto un assessore alle Politiche sociali competente come Luca Trapanese». Per Fico la sinistra tradizionale «ha tradito» su temi come «scuola e sanità pubblica». Ma sui servizi pubblici è Manfredi a richiamare Fico: «Per tantissimi anni i servizi pubblici sono stati sinonimo di clientelismo, sindacalismo spinto all'estremo e in alcuni casi anche malaffare politico con qualità dei servizi ridotta a zero». Per il primo cittadino «garantire i servizi pubblici significa garantire ai cittadini i diritti alla mobilità, al decoro urbano, alla scuola, alla salute alla sicurezza. Chi non li riceve si sente abbandonato».

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Parole non certo tenere per il Pd arrivano anche dall'autore del libro Stefano Fassina, fondatore del Coordinamento civico, ecologista e di sinistra: «Il libro non si rivolge alla sinistra storica ma a chi la sinistra la fa, indipendentemente dal suo passato. La sinistra ufficiale si è allontanata dal popolo, è stato il Movimento 5 Stelle a svolgere il suo ruolo», dice l'ex parlamentare di Pd e Leu. È stato lui a concludere il dibattito moderato da Ottavio Ragone e a cui hanno partecipato anche l'ex assessore alla Cultura Nino Daniele e i professori Eugenio Mazzarella e Marcello D'Aponte. 

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