Pd, a Napoli repulisti anti-ribelli, la scure di Sarracino: «Via chi rema contro»

Pd, a Napoli repulisti anti-ribelli, la scure di Sarracino: «Via chi rema contro»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 30 Ottobre 2021, 10:24 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 10:27
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L'ora del redde rationem è arrivato: via dal Pd una quarantina, tra semplici iscritti e dirigenti, dall'anagrafe del partito perché candidati, alle ultime comunali, con liste diverse o hanno fatto campagna contro i democrat. Questione di giorni, già la settimana prossima, perché la procedura è già avviata. Giusto il tempo di ricomporre la commissione di garanzia del partito perché l'ex presidente è decaduto dall'incarico e dal Pd stesso: paradossalmente, anche lui, si è candidato altrove. In una lista bassoliniana. Linea decisa dalla Federazione di Napoli guidata da Marco Sarracino, in accordo con la segreteria nazionale.

Negli uffici del partito di via Santa Brigida ci sono due faldoni. Nel primo, minuto, c'è l'elenco di chi si è candidato in altre liste che, statuto alla mano, è automaticamente decaduto. Nel secondo, più corposo, sono raccolte interviste a giornali e siti internet di dirigenti che, pubblicamente, hanno fatto campagna elettorale per altri candidati. Per Maresca, del centrodestra, e, questione più spinosa se volete, per Bassolino. Contro il Pd, quindi. In totale una quarantina di nomi. Un numero enorme perché altrove, in grandi città o in piccoli comuni, non ci sono stati né cambi di casacca, né lotte nella stessa famiglia (allargata) democrat. Naturale se qui, all'ombra del Vesuvio, si candidava uno come Bassolino che del Pd è stato uno dei padri fondatori. Ma, ragionano nel partito, bisogna dare un segnale. Senza cacciare nessuno - dicono i vertici napoletani del Pd - ma facendo leva su due temi. Uno statutario e uno politico. Non sono, quindi, purghe staliniane certo ma il risultato di una campagna non contro ma, sicuramente, avversa al partito di appartenenza. O in concorrenza se si ritrova fuori anche chi, iscritto al Pd, si è candidato in una lista nella coalizione di Manfredi.

Le strade sono due. Decadimento automatico, così come prevede lo statuto del partito, per chi si è candidato in altre liste (consiglio comunale o municipalità) e passaggio in commissione di garanzia per chi invece ha fatto campagna elettorale con altri candidati.

Per tutti niente tessera (si rinnova entro il 31 dicembre) di partito per il 2022. Fuori. Sono decaduti automaticamente, quindi, per citare i casi più noti, Toti Lange (proprio l'ex presidente della commissione di garanzia del Pd) eletto con Bassolino e Carlo Migliaccio, in consiglio comunale con Centro democratico. Così come decaduti sono Antonio Marrazzo, figlio dell'ex consigliere regionale democrat Nicola, e Giovanni Banco. Entrambi in corsa con Napoli Adesso, lista a sostegno di Manfredi. E così anche Anna Canzanella, membro della segreteria regionale e candidatasi con Bassolino, e Beppe Balzamo in corsa con Maresca. Più politica (e spinosa) la vicenda di chi ha fatto campagna avversa al Pd e di cui ci sono tracce su post, carta stampata o presenze ad iniziative politiche non del Pd.

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Per loro al momento del rinnovo della tessera (se vorranno, ovviamente) scatta la valutazione preventiva in commissione garanzia. E qui, la linea già tracciata, è un niet al rinnovo. Fuori, quindi, dal Pd. È il caso, per citare i più noti, dell'ex consigliere regionale Gianluca Daniele, di Alfredo Affatato e Antonella Cammardella (entrambi in segreteria regionale). Tutti con Bassolino in quest'ultima campagna elettorale.
 

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