Massimiliano Manfredi: «Pd, bisogna valorizzare il lavoro dei quadri locali»

L'affondo con consigliere regionale Dem

Massimiliano Manfredi
Massimiliano Manfredi
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 2 Novembre 2023, 09:05
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«In questo momento il partito campano è disorientato», spiega Massimiliano Manfredi, consigliere regionale Pd riferendosi al conflitto De Luca-Schlein. E aggiunge: «De Luca è una grande risorsa ma la Schlein, a prescindere dalle scelte congressuali di ognuno di noi, è la segretaria di tutto il partito. E ognuno di noi occupa questi posti grazie all'impegno e alla passione dei nostri militanti che meritano rispetto».

Che vuole dire?
«Che è urgente riportare il confronto su binari costruttivi, mettendo da parte toni divisivi».

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Ma lei ha letto il libro di De Luca?
«Ancora no.

Ma lo farò ovviamente».

Non fa nulla: tanto gli echi le sono sicuramente arrivati.
«Le racconto un episodio: alle primarie 2015 gran parte dello stato maggiore del Pd locale e nazionale non era schierato per De Luca. Io fui l'unico parlamentare napoletano a firmare per lui e, a sorpresa, vinse perché fu scelto dalla base e dai militanti. Questo per dirle che a prescindere dai rapporti interpersonali bisogna comprendere quale è il giudizio che il nostro popolo dà alla nostra azione di governo, in modo da poter essere competitivi, a prescindere dagli interpreti, nelle prossime elezioni regionali. Questo è l'obiettivo da non perdere mai di vista».

Ormai il conflitto De Luca-Schlein è il marchio del Pd campano: non le dà fastidio?
«Ovviamente. E si dimentica come in alcune aree, a cominciare dall'area metropolitana di Napoli, abbiamo numeri superiori alle ormai ex regioni rosse. Grazie al lavoro della nostra base, degli amministratori e dei consiglieri regionali, che hanno messo in rete le proprie esperienze politiche per costruire ovunque coalizioni larghe e plurali. Partendo da Napoli sino ai comuni più piccoli. Siamo un laboratorio nazionale e sarebbe ora il momento, lo dico alla Schlein, che questo lavoro così importante avesse voce in capitolo nelle dinamiche del Pd nazionale. Un gruppo di dirigenti capace di superare le scorie e le polemiche congressuali che rema dalla stessa parte e che dovrebbe essere più valorizzato».

Colpa di questo duello.
«Il rapporto tra il Pd e Mezzogiorno non può declinarsi solo nelle dinamiche De Luca-Schlein, ma c'è molto altro. Altrimenti si rischia di essere autoreferenziali».

Lei ha votato Bonaccini: che giudizio ha della Schlein?
«Ha il merito di aver trasformato il no all'Autonomia differenziata in una posizione nazionale unica, da Aosta a Palermo, rispetto alla molteplicità di declinazioni nel nostro partito durante la segreteria Letta che ci hanno esposto al ridicolo. Ma la invito a fidarsi molto di più della classe dirigente meridionale, sapendola ascoltare, e contaminarsi con lei, a prescindere dalle mozioni e di non fare l'errore dei suoi predecessori di avere attorno solo gruppi dirigenti troppo ristretti e troppo autoreferenziali».

Secondo lei non sarebbe ora di fare il congresso regionale?
«Avere una leadership legittimata è interesse soprattutto della segreteria nazionale. E occorre farlo prima delle Europee che saranno un banco di prova fondamentale: l'asticella sarà superata solo se la Campania verrà messa in condizione di esprimere al meglio il suo potenziale. E sono convinto che il mio amico Antonio Misiani se ha annunciato che era arrivato il momento del congresso, avrà coraggio e forza, con l'aiuto di tutti, per portare a compimento la sua missione».

Per la maggioranza del Pd non sembra così urgente.
«È assolutamente necessario scollegare il congresso regionale dalla vicenda del terzo mandato di De Luca. Comunque sia, basta con le divisioni nel nostro campo: il centrodestra ha vinto anche per questo ed ora sta affossando il Mezzogiorno, dove aveva raccolto la maggioranza dei voti».

Quindi?
«Quindi il Pd deve fare campagna elettorale per le Europee spiegando con estrema chiarezza che aumentare l'Iva sui prodotti per l'infanzia, bloccare i progetti del Pnrr sugli asili nido e bloccare il trasferimento dei fondi Fsc alla Regioni vuole dire chiaramente avere una politica contro il Sud».

Però sono andati tutti a Caivano.
«Certo, e hanno fatto anche molto bene ma, sia chiaro, non basta certo andare a Caivano ogni settimana per cancellare questi misfatti».

Siamo a metà della legislatura regionale: non sarà il caso di fare un bilancio?
«Le condizioni per rivincere in Campania dipendono da quanto saremmo in grado di sostenere la ripresa e l'esplosione positiva di Napoli e della sua area metropolitana.

Candidando De Luca per il terzo mandato?
«Si valuterà quando sarà il momento. Ora serve solo olio di gomito».
 

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