Recovery Sud, Carfagna rassicura: «Pronti 82 miliardi per il Mezzogiorno, gli aiuti non sono un'astrazione»

Recovery Sud, Carfagna rassicura: «Pronti 82 miliardi per il Mezzogiorno, gli aiuti non sono un'astrazione»
di Nando Santonastaso
Venerdì 9 Luglio 2021, 08:00
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Il capitolo Sud del Pnrr «è solido». E gli 82 miliardi, il 40% delle risorse territorializzabili, «non sono un'astrazione». La ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna risponde non senza una punta di amarezza e irritazione ai dubbi sollevati sul Mattino dall'economista Gianfranco Viesti, una delle voci meridionali più indipendenti e autorevoli, a proposito della reale credibilità dei fondi annunciati dal governo per il Mezzogiorno nell'ambito del Pnrr. Quelle risorse, dice la Carfagna in una lunga nota non sono astratti «ma il frutto di un calcolo specifico, effettuato dal governo sulla base dell'esplicitazione della quota Sud di tutte le linee di intervento delle 6 missioni del Piano. Questa accurata ricognizione ha consentito di stimare anche l'impatto sul Pil e sull'occupazione del Mezzogiorno. Il risultato è stato messo nero su bianco nel Pnrr trasmesso al Parlamento e alla Commissione Europea. Il calcolo governativo è stato ritenuto solido e credibile da parte della stessa Commissione, che l'ha espressamente citato nella sua relazione di approvazione del Piano italiano». 

Viesti, in base ai Dossier di documentazione elaborati dal Servizio Studi delle Camere, aveva osservato che al momento tra opere ferroviarie e stradali già cantierate e altre indizioni di spesa, solo 35 miliardi sarebbero garantiti al Sud.

E che per molte voci non esiste ancora un'allocazione territoriale pre-definita, come nel caso degli asili nido. Ma la ministra contesta con durezza quest'analisi e parla di «un approccio tra l'ideologico e il ragionieristico che alcune voci continuano a utilizzare per valutare il Capitolo Sud del Pnrr, strumentalizzando diseguaglianze e sofferenze dei meridionali per veicolare la tesi che il governo stia mentendo sulla reale consistenza dei fondi». Così, aggiunge, si «evoca un vecchio meridionalismo disfattista e benaltrista che credevo superato». 

Giudizio piuttosto severo al quale Carfagna associa la preoccupazione sul futuro stesso del Pnrr in chiave meridionale: «Perché il Piano di Ripresa nazionale, e quindi anche il Capitolo Sud, non è un adempimento che si risolverà nell'arco di questo governo e di questa maggioranza: dovrà essere portato a termine dai successivi, e dunque è importante che la condivisione di oggi non sia formale o venata da propositi revanscisti». 

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Nel dettaglio, la ministra ribadisce che «per le linee d'intervento di natura infrastrutturale come gli investimenti in ferrovie, porti, Zes o gli interventi nelle reti, la quota Sud è data esplicitamente dai progetti programmati in uno specifico territorio. Sono quelle che qualcuno definisce le uniche risorse certe. In realtà, questi investimenti sono solo i più facili da leggere scorrendo superficialmente il Piano». 

Quanto poi alle misure come il Superbonus o gli incentivi 4.0, rivolti a tutto il Paese, «il calcolo del governo sulla quota Sud è basato sui dati sulla capacità storica di assorbimento delle risorse da parte del settore privato». Il governo continua il ministro - ha usato stime molto prudenziali, tanto da attribuire ad esempio solo il 9% dei fondi del superbonus al Mezzogiorno. È evidente che qui, grazie alle riforme in atto (a partire dalle semplificazioni sull'iter autorizzativo dell'ecobonus e dalla riforma sugli incentivi al Mezzogiorno), la quota Sud potrebbe addirittura crescere, anzi crescerà certamente». 

Ma la vera sfida sulla destinazione di una quota cospicua delle risorse del Pnrr appare sempre più quella dei bandi pubblici, il meccanismo che premia i progetti migliori e certi anche sul piano realizzativo. 

La ministra ammette che in questo ambito (che spazia dalle risorse da assegnare per l'edilizia scolastica agli investimenti nell'idrogeno verde passando per l'assistenza sanitaria domiciliare) «il calcolo della quota Sud ha richiesto un lavoro più complesso» in ognuna delle 6 missioni. «Per garantire che i bandi effettivamente riservino al Sud una quota non inferiore al 40% - prosegue Carfagna - stiamo lavorando a un sistema di monitoraggio per il rispetto della destinazione territoriale, incardinato presso la segreteria tecnica del Pnrr della presidenza del Consiglio e presso la struttura del Mef, nonché a una norma che fissi questo obbiettivo. Come chiunque può capire, si tratta di conciliare la reale ed equa distribuzione delle risorse con il rispetto dei tempi e la riduzione del rischio di mancato utilizzo delle risorse da parte delle amministrazioni territoriali». 

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