Regione Campania, tasse più alte e sindacati all'attacco: «Danno all'economia»

Regione Campania, tasse più alte e sindacati all'attacco: «Danno all'economia»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 23 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 14:17
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Se a livello nazionale i sindacati sono divisi, sulla manovra regionale sono assolutamente compatti. «È la stangata di Natale», dicono più o meno in coro i segretari di Cgil, Cisl e Uil che lamentano «l'ennesima mancanza di concertazione con i vertici di Santa Lucia». E sono pronti a una mobilitazione contro gli aumenti dell'Irpef. Indispettiti anche dalla difesa deluchiana secondo cui «alla fine per i campani non ci saranno aumenti perché a livello nazionale sono previste riduzioni». Senza contare, a 24 ore dall'approvazione del Bilancio, una nuova levata di scudi da parte delle opposizioni di centrodestra e dell'M5s.

«È stato un errore aver accelerato senza aver aspettato cosa farà il governo», premette Nicola Ricci, segretario della Cgil Napoli e Campania. E aggiunge: «Noi siamo d'accordo sugli scaglioni ma non in questo modo e con questo scenario. Perché a Roma si discute di aumenti di appena 7-8 euro lordi al mese per le fasce da 50mila euro di reddito mentre qui in Campania riceveranno una stangata. Altro che nessun aumento, come dice De Luca, per le riduzioni nazionali.

Senza contare come bisognava aspettare di capire cosa accadrà a Napoli dove il sindaco Manfredi sarà costretto a fare degli aumenti. De Luca - aggiunge - sta raschiando il barile a danno dei lavoratori e dei pensionati e dire che non si tratta di debiti fatti da lui non è una giustificazione». Manovra concertata? «Macché: convocati il sabato per il lunedì ma l'assessore al Bilancio non ha tenuto conto delle nostre osservazioni». E ora? «Per il 28 è previsto un tavolo in Regione e lì l'assessore al Bilancio deve darci conto altrimenti non escludiamo la mobilitazione generale». 

Sulla stessa scia la collega-segretaria della Cisl, Doriana Buonavita: «L'aumento dell'Irpef va nella direzione opposta a quanto avevamo chiesto. Avevamo spinto invece per l'abbattimento delle aliquote, così come richiesto negli anni precedenti, insieme a maggiori risorse da destinare alle politiche attive, per la stabilizzazione degli Lsu, degli idraulici/forestali perché dopo 20 anni ne hanno diritto. Niente». Anche la Buonavita stigmatizza le modalità dell'incontro: «Decisioni prese in maniera unilaterale, come al solito. Lo fanno su tutto». Poi aggiunge: «Con questa manovra la Campania danneggia le fasce medie che si ritroveranno, tra rincari delle utenze e aumenti Irpef regionale e poi comunale, con meno potere d'acquisto: si tratta di un prelievo esorbitante. Da tempo, invece, abbiamo chiesto una spending rewiew e invece dopo sei anni si scopre che ci sono dei debiti da saldare. Eppure in Campania, l'anno scorso, prima del voto guarda caso, abbiamo dato 1,2 miliardi alle imprese. Oggi invece si mettono le mani in tasca di lavoratori e pensionati». «Se si escludono lavoratori e pensionati sotto i 15 mila euro di reddito, gli aumenti vanno ben oltre le mance che arriveranno da Roma», accusa Gianni Sgambati, segretario generale della Uil che aggiunge: «Nell'audizione in commissione Bilancio sottolineammo proprio come la manovra che si andava a varare avrebbe eroso totalmente la già insufficiente manovra in discussione a Roma. Ed alla fine sarà una mazzata sui consumi». Da qui l'idea che «ora ci sono i margini di una mobilitazione da parte nostra». «L'aumento delle aliquote regionali Irpef colpisce il ceto medio con un grave aumento della tassazione fiscale e, quindi, i lavoratori, i professionisti, gli imprenditori ovvero coloro che trainano e sorreggono l'economia della nostra Regione. Questa è una scelta politicamente molto grave da parte del governatore De Luca e della sua maggioranza», attacca invece il segretario generale di Cnal, Salvatore Ronghi.

Sulla stessa linea anche il presidente di Confesercenti Enzo Schiavo: «Siamo contrari a qualsiasi aumento, l'abbiamo detto anche con il comune di Napoli che ci ha permesso di allungare di tre-sei mesi le tasse per l'occupazione di suolo pubblico. In questo momento non serve alzare le tasse e sono sicuro che il governatore ci verrà incontro».

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In questo clima l'opposizione, a manovra approvata, non vuole mollare la presa. «Se l'avessi fatto io, anche se il centrodestra non l'avrebbe mai fatto, i sindacati avrebbero fatto subito lo sciopero generale», è la freccia avvelenata che lancia l'ex governatore Stefano Caldoro mentre la capogruppo azzurra Annarita Patriarca aggiunge: «Non è possibile lavorare solo sull'emergenza. Come non è possibile continuare a sbandierare, da parte della maggioranza, i 5 miliardi di disavanzo, gli stessi trovati nel 2010. Dunque, verrebbe da chiedere: che cosa è stato fatto finora?». «La Campania è l'unica regione in Italia ad aumentare le tasse in un periodo così delicato: di tutto c'è bisogno, tranne che di ulteriori balzelli e aggravi per famiglie e imprese», invece dichiara Severino Nappi, consigliere regionale della Lega. E così i grillini che insistono con la capogruppo Valeria Ciarambino: «Dietro il criterio della progressività, si cela un aumento pressoché indiscriminato delle tasse e un peggioramento del già triste primato di essere tra le regioni con l'addizionale più alta». 

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