Torre del Greco, il Tar boccia il Comune e chiude l'isola ecologica

Torre del Greco, il Tar boccia il Comune e chiude l'isola ecologica
di Aniello Sammarco
Venerdì 29 Ottobre 2021, 08:36 - Ultimo agg. 14:19
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Raccolta dei rifiuti senza pace. Stavolta è il Tar a bocciare un provvedimento del sindaco, quello con il quale lo scorso 13 settembre era stata decretata l'apertura del nuovo centro per il conferimento degli ingombranti e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche negli spazi del mercato ortofrutticolo di viale Sardegna. La stessa area attorno alla quale da ormai un anno è in corso un dibattito politico sull'idea dell'amministrazione di realizzare una vera e propria isola ecologica, dibattito per il quale si sono divise prima la vecchia e poi la nuova maggioranza di palazzo Baronale.

La quinta sezione del tribunale amministrativo (presidente Maria Abbruzzese, estensore Diana Caminiti, referendario Fabio Maffei) ha accolto le rimostranze di Aldo Faraone Mennella, cittadino residente nella zona di via Nazionale dove ogni giorno avvenivano i conferimenti, difeso dagli avvocati Mario Cardito e Filippo Borriello, coadiuvati per la parte tecnica dall'ingegnere Rosario Percuoco. In particolare il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento, rimandando ogni ulteriore decisione al 14 giugno 2022, quando è stata fissata la trattazione di merito del ricorso. Una decisione senza che sia stato necessario alcun tipo di dibattimento: né il Comune, né la Buttol (la società che per conto dell'ente si occupa dello smaltimento dei rifiuti) hanno deciso di costituirsi in giudizio.

Ma a pesare nella sentenza del Tar non è stata solo l'assenza di chi di fatto sarebbe stato chiamato a difendere il provvedimento adottato da Giovanni Palomba e sostenuto dalla sua maggioranza, in particolare dal consigliere con delega ai rifiuti Luigi Mele.

Il tribunale nelle quattro pagine del provvedimento ha infatti letteralmente demolito i principi alla base dell'ordinanza. E l'ha fatto sollevando due enormi perplessità: la prima relativa alla sussistenza di «danno grave ed irreparabile» che si stava arrecando «presso il parcheggio interno dell'area mercatale di viale Sardegna, nella proprietà comunale confinante con quella di parte ricorrente», che risulta «possibile fonte di inquinamento acustico ed atmosferico, come evincibile dal contrario parere dell'Asl, sia pure riferibile al più complesso intervento di ristrutturazione edilizia finalizzato alla realizzazione nell'area di un centro servizi della nettezza urbana con annesso centro di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo indifferenziato». 

E ancora: per il Tar sarebbero «fondate le doglianze della parte ricorrente ed in particolare quella relativa all'incompetenza del sindaco ad adottare l'ordinanza», senza per questo sottovalutare quello che il presidente della quinta sezione definisce «l'assoluta inidoneità urbanistica dell'area, non risultando essere mai stata approvata dal consiglio comunale la deroga agli strumenti urbanistici generali».

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Per il Comune si tratta di una nuovo scivolone in termini burocratici legati allo smaltimento dei rifiuti e che soprattutto ha dato la stura all'ennesima corsa per provare a trovare un rimedio al volo a questo stato di emergenza. Ieri per tutta la giornata sono proseguite le attività di avviamento di una nuova postazione per il recupero degli ingombranti nella zona della Santissima Trinità, la stessa dove avveniva il conferimento di questi scarti e considerata non adatta dalla Buttol, tanto da essere chiusa in pratica all'indomani dell'ordinanza del sindaco ora «congelata» dal Tar.

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