«Turismo, è l’anno d’oro di Napoli: ora più spazio ai privati»

Ecco il bilancio tracciato dall’assessore Armato: «Due milioni di visitatori in più del 2022»

L'assessore Teresa Armato
L'assessore Teresa Armato
di Gennaro Di Biase
Lunedì 31 Luglio 2023, 07:18
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«Entro fine anno saranno arrivati a Napoli due milioni di visitatori in più rispetto al 2022, ma per migliorare l’accoglienza servono anche gli investimenti privati». A parlare è l’assessore al Turismo e alle Attività Produttive di Palazzo San Giacomo, Teresa Armato. Il dialogo è l’occasione per fare un punto della situazione sullo stato dell’arte del principale traino economico della città: il turismo, appunto, il cui boom, in quest’ultimo anno, ha trasformato sensibilmente il tessuto urbano. A quasi due anni dall’arrivo della vostra amministrazione, Napoli vive un rinascimento culturale, sportivo e turistico. 

Quali sono i traguardi di cui va più orgogliosa? 
«Questo in effetti è stato un anno record, sia per lo scudetto sia per i continui flussi di turisti che anche con l’afa di luglio hanno continuato a scegliere Partenope. È presto per parlare di traguardi, ma siamo riusciti a migliorare l’accoglienza su vari fronti. Con gli infopoint, per esempio: al Beverello, nelle settimane scorse, abbiamo distribuito cappellini ai visitatori.

Poi con i bagni pubblici e i 30 tutor turistici, che torneranno a settembre. Inoltre, non c’era un osservatorio per il turismo. Oggi, con l’aiuto di Vodafone e del gruppo scientifico che coinvolge le 4 università di Napoli, monitoriamo i flussi con attenzione. E posso dirle che a fine 2023 saranno ben 2 milioni in più i turisti venuti al Napoli rispetto al 2022. Fino a pochi anni fa, Napoli era un punto di passaggio. Oggi invece è la base: ci si passa in media 4 notti e poi si va in gita altrove. Ecco perché bisogna migliorare l’accoglienza, in maniera diversificata, con strutture di lusso e no. Faccio un appello agli imprenditori: questo è il momento di investire su Napoli, così che il rilancio dello sviluppo napoletano sia duraturo nei decenni». 

Lei detiene anche la delega alle Attività Produttive. Come si mantiene un equilibrio tra accoglienza turistica e vita dei cittadini, tra folla dei visitatori e diversificazione degli esercizi commerciali? 
«Abbiamo messo in campo le condizioni per favorire quest’equilibrio con tre delibere. La prima riguarda la revoca della delibera del 2020 che consentiva, in piena pandemia, a bar e ristoranti di allestire tavoli esterni senza chiedere permesso al Comune. La seconda è quella del disciplinare dehors, che ha dato delle regole ai gestori per uniformare l’estetica delle installazioni al contesto esterno. Il terzo provvedimento riguarda la tutela del centro storico Unesco e lo stop alle autorizzazioni di nuove licenze per 3 anni agli esercizi di food and beverage nelle zone del centro. Ci abbiamo ragionato parecchi mesi, assieme con le associazioni di categoria e d’intesa con Regione e sovrintendenza. A San Gregorio Armeno potranno aprire solo i pastorai». 

È attivo il bando per la realizzazione della Destination management organization (Dmo), un organo di promozione del territorio. Come procede? 
«Entro ottobre verrà aggiudicata la gara: visto che il Comune si trova in situazione di piano di rientro, non è stato possibile creare una società partecipata, come era nelle intenzioni iniziali. Abbiamo dunque optato per una modalità di collaborazione intensa tra pubblico e privato: metteremo 2 milioni in 3 anni. I privati offriranno i servizi. Aggiudicheremo il bando proprio in funzione della qualità dei servizi. La Dmo sarà un’organizzazione manageriale dedicata alla promozione di Napoli nel mondo». 

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Ci può dare qualche cifra sugli investimenti previsti nel turismo e sui principali utilizzi degli introiti dell’imposta di soggiorno? 
«Nel ‘22 partecipammo a un bando del Mit: ci sono stati assegnati 2,5 milioni con cui realizzeremo app che consentano un approccio smart ai visitatori: consigli, riferimenti sulla mobilità, mezzi pubblici. Il bilancio del Comune, quest’anno, ha devoluto 3,5 milioni al turismo. Sia il sindaco che io sappiamo che per l’accoglienza servono più soldi. Già da quest’anno, almeno il 50% degli introiti dell’imposta di soggiorno saranno reinvestiti nel turismo. Dare una cifra precisa è difficile, dal momento che l’aumento di 50 centesimi c’è stato da luglio e il punto contabile è trimestrale, ma orientativamente parliamo di 2 milioni in più tra luglio e dicembre ‘23, derivanti dal solo aumento dell’imposta. Quanto agli utilizzi di questi introiti, saranno devoluti alla Dmo, a infopoint, bagni pubblici, tutor e all’organizzazione di eventi turistici e culturali. Abbiamo già parlato con operatori e albergatori per usare quei fondi per implementare il decoro urbano e i vigili del turismo». 

Lei ha dato peso anche all’organizzazione di eventi in quartieri non centrali. Le viene in mente qualche zona, in particolare, da valorizzare? 
«Quest’anno, su idea del consiglio comunale, abbiamo finanziato le feste patronali. Stanno avendo un successo enorme, per i residenti e turisti. L’idea di una città policentrica è sempre più reale. Mi piacerebbe rilanciare il Centro direzionale. A fine agosto faremo concerti alle terme di Agnano e nella Napoli-Est».

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