Galleria Umberto di Napoli: ok della Soprintendenza ai lucchetti

La stretta della prefettura contro il degrado

La galleria Umberto
La galleria Umberto
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Domenica 30 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 19:59
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Due grandi cancellate e fine della storia. La Sovrintendenza è pronta a dare l’ok, mercoledì il tavolo per definire gli ultimi particolari, poi a settembre la conferenza dei servizi decisoria (e non consultiva), che darà la stura al cantiere. Tutto in un mese, dunque, cambia il destino di uno dei monumenti napoletani più famosi nel mondo e maggiormente battuti dal turismo in città: parliamo di Galleria Umberto, un pezzo di storia cittadina, da sempre al centro dell’attenzione della cronaca, per la difficoltà di coniugare gli interessi di sicurezza e decoro con la libera fruizione di uno spazio pubblico tra i più affascinanti del circuito turistico di Napoli. Mercoledì due agosto, la svolta che arriva al termine di un lungo lavoro amministrativo. Appuntamento in Prefettura, sotto la regìa del prefetto napoletano Claudio Palomba, che ha convocato un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza per definire gli ultimi particolari di un piano approdato alle battute finali. Mesi di lavoro, tra studi di fattibilità, pareri, annunciati ricorsi da parte di comitati civici, campagne mediatiche. Poi, la svolta nel vertice. Saranno presenti, accanto al padrone di casa, l’assessore alla Legalità Antonio De Iesu, esponenti delle forze dell’ordine, altri esponenti degli enti locali, i rappresentanti della Sovrintendenza.

Un progetto portato a termine con determinazione che conviene raccontare a partire dai suoi aspetti più evidenti: secondo gli accordi che verranno siglati a partire dal due agosto, la Galleria si blinda. Si chiude, si protegge. Dice basta a scorrerie di ragazzini in scooter, a risse a colpi di bottiglie, partite di calcio fino all’alba, finanche a scippi e rapine nel cuore della notte. Una rivoluzione a colpi di lucchetti. In che modo? Con due cancelli che bloccheranno, ovviamente solo nelle ore notturne, il via vai di cittadini e turisti. Ma anche di malintenzionati, clochard, persone senza fissa dimora. Cancelli all’ingresso di via San Carlo e in via Verdi; potenziamento delle telecamere in via Toledo (qui niente cancelli), mentre in piazzetta Serao si discuterà una possibile chiusura (legata a una riqualificazione più ampia). Un passo in avanti, che si aggiunge alla decisione di istituire un presidio di polizia municipale fisso in Galleria. C’è adesione al progetto, come emerso anche dalla firma all’intesa di massima posta in questi mesi dalla Sovrintendenza. Una svolta, dunque, che - secondo alcuni osservatori - potrebbe non bastare ad impedire il bivacco di persone prive di dimora fissa, dal momento che l’ingresso di via Toledo, per quanto videoprotetto, resta aperto.

Una strategia, quella messa a punto in Prefettura, che ha dovuto tenere conto di esigenze differenti. 

Da un lato la questione della sicurezza e del degrado; dall’altro le richieste dei condòmini che vivono all’interno di un’ala della stessa Galleria. È stato il Mattino, un anno e mezzo fa, a sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle condizioni in cui versava il monumento cittadino. Ricordate la prima pagina della cronaca del Mattino sullo scempio interno alla Galleria? Era da poco stato pubblicato il reportage di Alberto Angela su una “notte a Napoli”, che aveva fatto tappa all’interno dell’edificio costruito alla fine dell’Ottocento. Immagini accattivanti che stridevano però con la realtà ordinaria, fatta di senza fissa dimora, che da sempre albergano di notte in Galleria (rifiutando il trasferimento in strutture del Comune); ma anche di ronde di babygang, risse dentro e fuori il perimetro dell’antico edificio. 

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Ora è arrivata la svolta, in uno scenario in cui la tempistica è tutt’altro che secondaria. Mercoledì due agosto, il comitato per ratificare la presentazione del progetto; il giorno dopo - e siamo a giovedì tre agosto - tocca al ministro dell’Interno Piantedosi arrivare a Napoli, per il rilancio di un altro spaccato monumentale. Come è noto ai lettori del Mattino, il capo del Viminale firmerà il rilancio del porticato della basilica di San Francesco di Paola, dove saranno allestite botteghe artigianali e opifici rispettosi del contesto, nel tentativo di arginare il degrado che ha spesso colpito uno dei luoghi più iconici di Napoli nel mondo. Sempre in piazza del Plebiscito, sarà il Comune ad investire - a partire dalla firma di giovedì prossimo - per il rilancio dell’ipogeo sottostante la basilica e il suo porticato. Migliaia di metri quadrati di straordinaria importanza artistica saranno offerti alla fruizione di cittadini e turisti, in una sorta di unicum mai visto finora. È in questo scenario che entra in gioco la chiusura della Galleria. Basta babygang, basta risse, stop anche al bivacco di ogni tipo. Ma a che punto è la procedura amministrativa su quest’ultimo campo? Siamo alle battute finali - fanno capire dai palazzi interessati -, ha vinto la prospettiva legata ai cancelli. Anche la Sovrintendenza dà l’ok, superando eventuali vincoli di natura estetica, di fronte all’esigenza di dare corso al rilancio dell’area. L’obiettivo è fare come a Milano, dove la Galleria cittadina brilla per fascino ed eleganza

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